Visco: "BankItalia? Vale più di 7,5 mld. In bilancio riserve per 23 mld"

Il valore della Banca d'Italia è maggiore del valore delle quote delle banche stimato nel decreto sulla rivalutazione all'esame del Parlamento, ovvero 7,5 miliardi di euro. Parte dal capitale di Via Nazionale il governatore dell'Istituto centrale, Ignazio Visco, in un'audizione in commissione Finanze del Senato sul decreto legge sulla rivalutazione del capitale di Palazzo Kock finora fermo a 156mila euro.
Ha spiegato che la stima non riguarda il valore della banca nel suo complesso, ma soltanto quello delle quote della partecipazione al capitale. Infatti, a differenza di una società per azioni, per Banca d'Italia i due valori sono profondamente diversi a causa della limitazione dei diritti economici dei partecipanti che è disposta dalle norme di legge e dallo Statuto. "Il valore di Banca d'Italia è ovviamente maggiore di 7,5 miliardi; basti pensare che a fine 2012 le riserve iscritte in bilancio ammontavano a oltre 23 miliardi di euro", ha portato a titolo d'esempio.
Riconoscendo che la riforma contenuta nel decreto Imu-Bankitalia all'esame del Parlamento rafforza l'autonomia e l'indipendenza dell'Istituto centrale sia all'interno sia sul piano internazionale: "ne risulta rafforzato a seguito del superamento delle incertezze del precedente quadro normativo", il governatore ha voluto anche chiarire che le quote rivalutate di via Nazionale incideranno sul patrimonio di vigilanza delle banche azioniste in modo diverso a seconda del loro trattamento contabile.
In pratica, se la partecipazione sarà classificata come un nuovo strumento finanziario tra le attività valutate al fair value con impatto in conto economico, ad esempio le attività detenute con finalità di negoziazione, le plusvalenze conseguite e non realizzate potranno essere incluse al 100% nel common equity tier 1.