WeBuild corre in borsa, col piano Italia Veloce il governo torna a puntare sull’Alta Velocità - Affaritaliani.it

Economia

WeBuild corre in borsa, col piano Italia Veloce il governo torna a puntare sull’Alta Velocità

di Luca Spoldi

Gli analisti: perché evitare l’ennesimo libro dei sogni occorre fissare date vincolanti per il via ai lavori

WeBuild corre in borsa, col piano Italia Veloce il governo torna a puntare sull’Alta Velocità

Il piano infrastrutturale “Italia Veloce” presentato oggi nel corso degli “Stati Generali” e con cui il governo italiano promette di spendere 200 miliardi di euro in 15 anni per recuperare il gap infrastrutturale del paese piace ad analisti e investitori, che già segnalano di tenere d’occhio in borsa almeno tre gruppi, tra i principali beneficiari del provvedimento.

Si tratta di WeBuild (l’ex Salini Impregilo), tra i maggiori player mondiali  nel settore dell’Alta Velocità ferroviaria, di Trevi Finanziaria Industriale, la cui divisione ingegneria del suolo interviene nella prima parte di avvio di un cantiere e che dunque potrebbe essere tra i primi beneficiari in assoluto dello sblocco di nuove opere infrastrutturali, e di Buzzi Unicem, produttore di cemento che beneficerà del sostegno alla domanda che l’avvio del piano dovrebbe garantire (Equita Sim, ad esempio, si attende un calo dei volumi del 12% quest’anno seguito da un primo +10% nel 2021).

Visto che dei 200 miliardi di investimenti infrastrutturali promessi 113 (il 56% del totale) dovrebbe andare allo sviluppo dell’Alta Velocità, WeBuild, che tra l’altro vede inserite nell’elenco delle “opere prioritarie” i due più importanti progetti seguiti in Italia, ossia il Terzo Valico dei Giovi (2,8 miliardi di commessa) e l’Alta Velocità Verona-Padova (altri 1,4 miliardi) dovrebbe essere in assoluto il gruppo che maggiormente beneficerà del rinnovato impegno del governo a potenziare le “grandi opere”, dopo essersi già aggiudicate commesse per l’Alta Velocità Milano-Genova (3,3 miliardi) e Verona-Padova (1,4 miliardi).

Grandi opere contro cui si erano scagliati più volte in passato i “falchi” di M5S, che però dopo le ultime esternazioni di Beppe Grillo sembrano sempre più isolati e forse destinati a uscire definitivamente di scena se non abbracceranno il nuovo corso, cosa che potrebbe rafforzare l’impegno del governo nello sbloccare e anzi potenziare i cantieri per i quali si prevedono ulteriori investimenti rilevanti relativi astrade e autostrade (54 miliardi, il 28% delle risorse), mobilità urbana (21 miliardi, 11%), porti (5 miliardi, 3%) e aeroporti (4 miliardi, 2%).

Un fiume di soldi che il gruppo guidato da Pietro Salini (5,33 miliardi di fatturato lo scorso anno, oltre 5 volte quello di Trevi), protagonista assieme a Fincantieri della realizzazione del nuovo Ponte di Genova (una commessa da 202 milioni di euro) e fresco vincitore di una commessa da circa 400 milioni per l’Alta Velocità Napoli-Bari (opera per la quale è previsto un investimento complessivo di 6,2 miliardi), proverà a intercettare, per rafforzare ulteriormente un portafoglio ordini che dai 36,2 miliardi di euro a fine 2019, di cui 29,5 miliardi nel settore delle costruzioni, che dopo l’integrazione con Astaldi (6,5 miliardi) supererà i 42,5 miliardi.

Rispetto ad altri grandi gruppi che beneficeranno di Italia Veloce, il gruppo guidato da Pietro Salini non solo è di maggiori dimensioni, ma è maggiormente presente sul mercato italiano sia in termini di fatturato (l’Italia rappresenta ancora il 18% del suo giro d’affari, contro il 16% di Buzzi Unicem e il 7% di Trevi) sia come occupazione (11 mila dipendenti diretti in Italia, 25 mila considerando l’indotto, contro i 4.250 dipendenti di Terna e i 10,800 dipendenti di Buzzi Unicem poco più di 2.150 dei quali in Italia).

Oltre a beneficiare dei piani del governo Conte, WeBuild è poi ben posizionata anche negli Stati Uniti (grazie alla controllata Lane) e in Europa, dove potrà sfruttare il rinnovato impegno per il potenziamento del “corridoio” europeo TEN-T Scandinavia Mediterraneo, progetto che insieme ad altri sempre nell’ambito dell’Alta Velocità europea si stima arriverà a muovere una quarantina di miliardi di euro di investimenti. Insomma: la “ripartenza” dell’Italia e dell’Europa vedrà sicuramente un contributo importante da parte di WeBuild. A patto, come ricordano gli analisti di Equita Sim, che la modalità con cui il governo deciderà di sbloccare le opere e accelerare gli investimenti infrastrutturali preveda delle tempistiche vincolanti per l’avvio dei lavori.

L’ultima parola dovrebbe arrivare a breve, con l’annunciato Decreto Semplificazioni; per ora le opzioni sono ancora tutte sul tavolo, dal superamento del Codice degli Appalti, alla sospensione temporanea dello stesso, sino all’applicazione del regime di emergenza o del “modello Genova” (con la nomina di commissari straordinari). A quel punto si capirà se “Italia Veloce” è un vero business plan o solo l’ennesimo “libro dei sogni”. Pietro Salini per ora incrocia le dita, così come il mercato che premia anche oggi il titolo con un +2% a fine giornata che porta ad oltre l’80% il balzo fatto dalle quotazioni negli ultimi 3 mesi.