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Spettacoli
Addio a Gianni Boncompagni. Carrà. "Mi porto dentro l'uomo". Ambra lacrime
RAFFAELLA CARRA'

Boncompagni: Raffaella Carrà, mi portero' dietro l'uomo

"Il sodalizio artistico va bene, sono contenta dei complimenti che gli hanno fatto, ma io ho potuto vivere con lui e godermi Gianni in casa sua con le sue tre figliole. Mi portero' dietro l'uomo. Gianni se n'e' andato piano piano, ha avuto un coraggio da leone, e' stato molto sereno. Abbiamo potuto ancora ridere e scherzare, abbracciarlo e dargli tanti bacini fino all'ultimo prima di lasciarlo andare". Cosi', scoppiando a piangere, Raffaella Carra', occhiali scuri e giacca beige, ha ricordato Boncompagni arrivando alla camera ardente

Boncompagni: Arbore, abbiamo passato una vita a ridere

"Io e Gianni abbiamo passato una vita a ridere all'insegna della leggerezza. Non abbiamo mai parlato di cose serie". Lo ha detto Renzo Arbore ricordando Gianni Boncompagni nella sede di Radio Rai, dove e' stata allestita la camera ardente del famoso regista, autore e conduttore di programmi radiofonici e televisivi. "Gianni mi disse un giorno che gli americani improvvisavano. Io avevo qualche esitazione, ma poi ci lanciammo inventando la radio di fantasia", ha proseguito Arbore spiegando che "la cosa che ci accomunava era l'origine provinciale. Ci inventammo delle stupidaggini per sconfiggere la noia".

Boncompagni: figlia, odiava raccomandazioni e viveva con ironia

"A mio padre le raccomandazioni facevano orrore e posso veramente dire che l'ironia e' stata la parola chiave di tutta la sua vita, della nostra vita". Lo ha detto la figlia di Gianni Boncompagni, Barbara, ricordando la figura di suo padre uscendo dalla camera ardente, che e' stata allestita nello studio B della sede di Radio Rai, a Roma. Parlando con i giornalisti, a fianco di Renzo Arbore, che ha collaborato per moltissimo tempo con Boncompagni, Barbara ha aggiunto: "Renzo Arbore e' stato come uno zio,fa parte della nostra famiglia. Lui e mio padre hanno vissuto delle vite pazzesche. Non li ho mai sentiti parlare male di qualcuno e abbiamo scherzato veramente fino all'ultimo secondo. Non c'era posto piu' perfetto per allestire questa camera ardente, visto che tutto e' iniziato qui".

BONCOMPAGNI: A VIA ASIAGO L'ADDIO CON L'ULTIMO SBERLEFFO DEL DEFUNTO

Un ultimo saluto tra le lacrime e i ricordi di amici e colleghi per Gianni Boncompagni, l'autore, paroliere, conduttore e regista radiofonico e televisivo scomparso domenica all'età di 84 anni e considerato una vera colonna dell'intrattenimento leggero del nostro paese, prima alla radio con programmi come 'Bandiera Gialla' e 'Alto gradimento' (dove nacque il sodalizio con Renzo Arbore), poi in tv con 'Discoring', 'Pronto, Raffaella?' (dove iniziò il lungo legane anche sentimentale con la conduttrice), 'Non è la Rai', 'Macao' e 'Carramba che fortuna!', per citarne solo alcuni. Tra i primi ad arrivare alla camera ardente di Gianni Boncompagni, allestita nella storica sede di Radio Rai in via ASIAGO, dove di ritorno da un esordio in Svezia aveva mosso i suoi primi passi professionali in Italia, sono stati gli amici e colleghi più intimi, a partire da Renzo Arbore, che ha collaborato con le tre figlie di Boncompagni per organizzare la cerimonia. "Arbore è uno zio per noi", ha detto la figlia di Boncompagni, Barbara, anche lei autrice tv. "Abbiamo passato una vita a ridere con Gianni - ha aggiunto Arbore - non abbiamo mai parlato di cose serie. Ci accomunavano le origini provinciali: abbiamo dovuto inventare stupidaggini per superare la noia è non abbiamo mai smesso"


BONCOMPAGNI, CAMERA ARDENTE, RAFFAELLA CARRA' MANDA GAROFANI ROSSI

L'accesso alla camera ardente allestita nella Sala B di Via ASIAGO, così come alla successiva cerimonia laica (Boncompagni era ateo) è stato vietato alle telecamere. La bara è coperta da piccoli tulipani di tutti i colori e circondata da girasoli. Ma in linea con la goliardia del defunto, alla base del feretro è stata posta la riproduzione del 'Ritratto di giovane donna' del pittore fiammingo Rogier van der Weyden, dove il volto della donna è sostituito da quello di Boncompagni. Commovente l'immenso cuore di garofani rossi inviato da Raffaella Carrà, con una fascia gialla su cui campeggia una semplice "R.". Da Renzo Arbore una grande corona inviata a nome dei "ragazzi del Bandiera Gialla". Un grande cuscino con rose gialle e rosse da parte del sindaco di Roma Virginia Raggi.


BONCOMPAGNI CAMERA ARDENTE. ALBA PARIETTI, IL RICORDO

In un'atmosfera decisamente non funerea, in una Sala B colorata, con schermi tv accesi su immagini di Boncompagni con amici e figlie e con musica leggera in sottofondo, tanti i colleghi e volti noti che l'autore tv aveva contribuito a lanciare e tanti anche i dirigenti ed ex dirigenti di Viale Mazzini presenti alla cerimonia. Tra questi i consiglieri d'amministtrazione Franco Siddi, Rita Borioni e Arturo Diaconale. E ancora Nino Frassica, Marisa Laurito, Paolo De Andreis, il direttore del Tg5 Clemente Mimun, Gegè Telesforo, Gianni Bisiach, Riccardo Rossi, Brigitta e Benedicta Boccoli, Isabella Ferrari e un folto gruppo di altre ex ragazze di 'Non è la Rai'. Fuori dagli schemi il ricordo di Alba Parietti: "Gianni sfatò in me il mito della tv dei raccomandati perché mi scelse con un provino: con lui o riuscivi o te ne andavi, era una scuola cinica ma meritocratica. Voglio ricordare anche il suo cinismo perché Gianni da grande sarcastico si sarebbe annoiato molto ad ascoltare tutte le beatificazioni di questi giorni".

BONCOMPAGNI ADDIO, ISABELLA FERRARI COMMOSSA

Commosso e riconoscente il ricordo di Isabella Ferrari: "Gianni è stato una storia d'amore romantica che ho avuto in giovane età, e quando incontri un genio e un anticonformista come lui da giovane, ti lascia per sempre le sua influenza". Non hanno rinunciato ad un ultimo saluto anche Ambra Angiolini, arrivata in lacrime insieme ad Irene Ghergo, Enrico Mentana, Marco Giusti, Nino Rizzo Nervo, Barbara Palombelli, Roberto D'Agostino, Roberto Zaccaria, Walter Veltroni, Fiordaliso. Ma l'arrivo più atteso, poco prima dell'inizio della cerimonia laica, è stato quello di Raffaella Carrà, accompagnata da Sergio Japino. "Il sodalizio artistico va bene e sono felice per tutti i complimenti professionali che hanno fatto a Gianni in questi giorni. Ma io voglio ricordare l'uomo, quello con cui ho condiviso il quotidiano e le cui tre figliole sono cresciute con me: un uomo sereno, con il coraggio di un leone fino all'ultimo. Abbiamo scherzato e gli abbiamo dato tanti bacini fino all'ultimo", ha detto Raffaella prima di allontanarsi dall'assedio dei giornalisti con la voce rotta dal pianto.

BONCOMPAGNI, L'ORAZIONE FUNEBRE

Ed è proprio per la troppa commozione e per il dolore, probabilmente, che Raffaella Carrà non ha preso la parola durante la cerimonia laica seguita alla camera ardente. L'orazione funebre, introdotta dalla figlia Barbara ("mio padre sarebbe molto contento di tutto questo") si è svolta tra aneddoti e risate. Il primo a salire sul palco della sala B per parlare accanto al feretro dell'amico scomparso è stato Renzo Arbore, che lottando con l'emozione ha ricordato del loro lavoro proprio in via ASIAGO: "Era sempre avanti e anche questa volta è stato avanti a me. Cominciammo con 'Bandiera Gialla' violando tutte le regole di allora. Se voleva cambiare un microfono si inventava che ci aveva parlato il Duce e i sindacati lo facevano cambiare... La nostra era radio umorale, secondo l'umore, improvvisata. Lui ha inventato la radio e la tv improvvisata, in un'epoca in cui non si poteva dire nemmeno 'presidente del Consiglio': l'unico ministro che citavamo era il ministro dell'imballaggio... con Gianni si faceva la radio con la fantasia non con l'attualità". Dopo Arbore hanno preso la parola i nipoti Mattia e Brando, anche loro commossi ma ironici: "Che ci avresti fatto un ultimo scherzo era previsto. Solo tu potevi rubare la scena a Cristo, andandotene a Pasqua. Se esiste la reincarnazione so dove trovarti: tra un po' esce l'iPad 5 e mica vorrai mancare l'appuntamento", hanno detto ricordando il nonno, vero patito della tecnologia. Dopo di loro Roberto D'Agostino, preoccupato di sfuggire al "luogocomunismo" tanto odiato da Boncompagni: "Io sono entrato a 'Bandiera Gialla' come ammiratore di Arbore e Boncompagni. Ero quasi un groupie e sarò suo fan per sempre. Il ricordo indelebile di Gianni comunque sono le sue cene: ancora le devo digerire. Erano solo a base di surgelati, delle bombe epatiche a cui ci sottoponeva come cavie".


BONCOMPAGNI, AMBRA E IRENE GHERGO: IL RICORDO DI NON E' LA RAI

Anche Irene Ghergo, accompagnata da Ambra, è salita sul piccolo palco per un ultimo saluto al sodale di una vita: "Non c'è stato nessuno, nessun amico, nessun amante, nessun collaboratore, nessuno, che mi abbia dato quello che mi ha dato Gianni", ha detto prima di ricordare l'esordio di Ambra a 'Non è la Rai', che spiazzò tutti: "Un uomo che mi ha insegnato tutto, a leggere, a stare al mondo - ha raccontato Ambra -Mi ha regalato una lunga vita professionale. Ho lottato tanto per togliermi quell'auricolare e mo me lo rimetto, perché senza so' caz..!!", ha concluso Ambra tra gli applausi divertiti della folla di amici. Come Giovanni Benincasa, che ha dedicato il suo ricordo ad una confessione postuma: "Gianni perdonami perché quando ti chiedevi come facevo a indovinare tutte le soluzioni del quiz 'L'Eredità' era perché io i risultati me li facevo dare dai colleghi del programma!". I tanti scherzi che Boncompagni amava organizzare agli amici e collaboratori sono stati al centro del ricordo di Giancarlo Magalli: "Mandammo il truccatore del nostro programma a truccare la salma di Villy De Luca. Peccato che trovò la bara chiusa e non la prese bene. Si lavorava tanto ma ci si divertiva tanto.... Gli anni della radio dovrebbero essere divisi in a.B. e dopo B". Non è mancato il ricordo di Enrica Bonaccorti, che non è salita sul palco ma ha ricordato così l'amico scomparso: "Gianni era meraviglioso, originale, unico. Sarebbe bello se in tanti imparassero da lui. La sua era una tv improvvisata ma basata sul talento".


Boncompagni, Ambra Angiolini visibilmente commossa lascia in silenzio il centro Rai
 

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