Esteri
Boom di farmaci anti-fame, ristoranti costretti alle mini-porzioni e a menù dedicati
Il fenomeno si è diffuso negli Usa ma sta arrivando anche in Italia

Menù ridotti, il farmaco che fa stravolgere "rimpicciolire" i piatti nei ristoranti
Non più solo il menù per bambini, quello per vegani e quello per vegetariani, ora c'è anche l'esigenza di una lista legata alle mini-porzioni. Il motivo è dovuto alla diffusione di un farmaco, soprattutto negli Stati Uniti, considerato anti-fame, un medicinale che toglie l'appetito e così anche le porzioni - riporta Il Messaggero - devono adeguarsi agli appetiti della salute pubblica e dunque ridursi, anche drasticamente. Senza però intaccare il gusto, la convivialità, l’arte della tavola. È l’epoca dell’Ozempic. Il farmaco a base di semaglutide, nato per curare il diabete di tipo 2 e rivelatosi un formidabile tagliatore di appetito, è stato ormai utilizzato con successo da oltre 32 milioni di americani.
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Secondo studi recenti, un americano su quattro ne farebbe uso. E la gastronomia americana (ma non solo) non può ignorare questo fenomeno, gli chef sono così costretti a diminuire il diametro dei piatti, il peso delle pietanze, la quantità di vino nei calici. Anche i fast food si stanno adeguando alle nuove proporzioni, soprattutto considerando che l’uso di Ozempic e di altri farmaci agonisti del GLP-1 è destinato ad espandersi, con conseguente enorme ampliamento degli appetiti ridotti. Oggi tra l’8 e il 10 per cento degli americani assume GLP-1 e tra il 30 e il 35 per cento ha espresso interesse a farlo, secondo un rapporto di ottobre 2024 pubblicato dalla società di consulenza PwC. Il nuovo menù sta facendo il giro del mondo, primi esperimenti anche in Italia.