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Esteri
Usa, buco nel bilancio della Difesa: perse le tracce di un mld mandato a Kiev

Un buco nel bilancio della Difesa Usa ma è già accaduto per altre guerre

Oramai è ufficiale: un rapporto dell’ispettore generale del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti solleva il velo su quanto sta accadendo in merito ai rifornimenti di armi americane all’Ucraina di Volodymyr Zelens'kyj. Il Pentagono avrebbe perso le tracce di un miliardo di dollari in missili, droni d’attacco, dispositivi per la visione notturna e missili anticarro Javelin che il governo USA ha inviato a Kiev per difendersi dai russi.

Dopo le accuse di corruzione tra le fila delle difesa Ucraina anche questa tegola. In passato, non sono stati pochi gli articoli di giornalisti USA su segnalazioni di arresti e dimissioni legate a scandali e corruzione in Ucraina, compreso il fermo di un ex viceministro per lo Sviluppo delle infrastrutture e la partenza del ministro della Difesa Oleksiy Reznikov, a seguito di accuse. Questi eventi riflettono la condizione dell'Ucraina che da anni si ritrova ad affrontare problemi simili, ma questa situzione incrina la credibilità internazionale del Paese che al fine di assicurarsi aiuti deve sempre assicurare i partner che le risorse vengano utilizzate in modo efficace e trasparente.

Un caso del genere però si è già manifestato in passato tra le fila USA, per le guerre in Iraq, Kuwait e Yemen, finanziate e sostenute dal colosso americano. Oggi però, con l’inflazione alle stelle e una crisi economica post pandemia dalla quale sembra non sia così facile uscire, il “disguido”, chiamiamolo così, pesa un po' di più: si parla di un miliardo di dollari su un pacchetto di 1,69 miliardi di dollari in armi, alcune delle quali da considerare non confermi ai requisiti richiesti.

Però da quando il presidente russo Vladimir Putin ha lanciato l’attacco all’Ucraina, gli Stati Uniti hanno fornito a Kiev in armi 46,3 miliardi di dollari, secondo il Council on Foreign Relations, think tank indipendente fondato nel 1921 e considerato tra i più importanti al mondo. 

Martedì scorso l’amministrazione Biden non ha rilanciato l’invio di risorse per la guerra. Oggi il fronte repubblicano sembra più compatto che in passato su una posizione di rigetto dell’ipotesi, anche perché la cavalcata di Donald Trump alla primarie interne, sembra aver dato maggior forza alla posizione. L'ex presidente è fermamente contrario all’invio.

Ma in attesa che il Congresso approvi più fondi per la lotta dell’Ucraina, i giornali USA ben informati sostengono che Washington guarderà agli alleati europei per continuare a colmare il divario.

Giorni fa a Bruxelles (presto si voterà anche per la UE) il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha annunciato un contratto congiunto da 1,2 miliardi di dollari per l’acquisto di proiettili da inviare per la guerra. Questo tipo di munizioni (da 155 mm) sono tra le più utilizzate nel conflitto con i russi.

Comunque il miliardo perso sembra un refrain USA. 

Secondo un audit del Dipartimento della Difesa precedentemente declassificato e ottenuto da Amnesty International nel 2017, le forze armate statunitensi si sarebbero persi un miliardo di dollari di armi anche nella guerra in Iraq e Kuwait.

Stessa musica nel 2009, dove un rapporto del Government Accountability Office degli Stati Uniti rivelava la perdita di migliaia di armi fornite alle forze di sicurezza in Afghanistan. E così è accaduto anche nello Yemen con 500 milioni di dollari in aiuti militari forniti ma di cui si sono perse le traccie, riferì il Washington Post nel 2015.

 

 

 






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