Esteri
Bulgaria e Moldova, due vittorie nel segno di Putin
L'effetto Trump si fa sentire subito nell'Europa dell'Est
Di Giuseppe Vatinno
Rumen Radev, socialista, con il 58 % dei voti, filo-russo candidato dell’opposizione, è riuscito vincitore in Bulgaria nel ballottaggio presidenziale contro Tsetska Tsacheva, filooccidentale e presidente del Parlamento; dopo questo risultato il premier Bojko Borisov sostenitore di Tsacheva si è dimesso il che probabilmente porterà a nuove elezioni. La vicenda bulgara ha una sua rilevanza non tanto per il risultato in sé, visto che la Bulgaria è sempre stata molto vicino a Mosca, quanto per il significato geopolitico.
L’ effetto - Trump si fa sentire subito anche nell’ Europa dell’Est e questa vittoria segna un chiaro rafforzamento dell’influenza Russa nell’area. Ideologicamente Radev, che è un generale in pensione, è un anti-europeista convinto che porterà nuova benzina a quel mosaico ideologico che si sta saldando in Europa. L’altra vittoria rilevante è stata quella del filo-russo socialista Igor Dodon con il 55% dei voti nella Repubblica di Moldavia (Repubblica Moldova, in rumeno dato che la Romania rivendica le terre della Bessarabia moldova) che ha battuto la filo-occidentale Maia Sandu a cui è stata imputata dall’elettorato la pesante a corruzione con la sparizione di ben 1.5 miliardi di dollari dalle banche nazionali che ha portato all’arresto dell’ex primo ministro Vlad Flat.
Dodon è stato invitato subito a Mosca da Putin per parlare del suo nuovo corso di apertura alla Russia e di sconfessione dei precedenti trattati con l’Ue. La Moldavia è il più povero Stato europeo e al tempo dell’Unione Sovietica era una delle Repubbliche Socialiste che formavano l’Unione. La vittoria del leader filo-russo avrà importanti effetti geopolitici dato che la Romania ha sempre rivendicato la terra della Transnistria, formalmente Moldova ma in pratica sotto il controllo Russo.