Caso Navalny, Berlino: "Mosca spieghi o sanzioni Ue". Russia al contrattacco
Anche la Francia ha aumentato la pressione sulla Russia
La Russia fornisca spiegazioni "nei prossimi giorni" sull'avvelenamento di Alexei Navalny o l'Unione europea discuterà sanzioni contro Mosca: è l'avvertimento lanciato dal ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas. "Lanciare ultimatum non aiuta nessuno, ma se nei prossimi giorni la parte russa non aiuta a chiarire cosa e' successo allora dovremo discutere una risposta con i nostri partner", ha detto alla Bild il capo della diplomazia della Germania, Paese che detiene la presidenza di turno dell'Ue. Eventuali sanzioni, ha precisato Haas, saranno "mirate".
Il ministro degli Esteri tedesco ha ribadito che Berlino ha pochi dubbi sull'avvelenamento: "Ci sono diversi indizi in questa direzione, motivo per cui la parte russa ora deve rispondere", ha detto. "La sostanza mortale con cui e' stato avvelenato Navalny era in passato in possesso delle autorita' russe".
Dopo la Germania anche la Francia ha aumentato la pressione sulla Russia, suggerendo la possibilità di sanzioni se Mosca non risponderà rapidamente alle richieste europee sull'avvelenamento di Navalny. "È una situazione grave. È grave innanzitutto perché è l'avvelenamento di un'altra figura dell'opposizione. Ed è grave perché la sostanza che è stata usata, il Novichok, è bandita", ha detto il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian, parlando al radio France Inter.
I russi "devono ora dirci la verità in modo che possiamo agire di conseguenza. Quando diciamo velocemente, è veloce, vale a dire una settimana, ora. È un evento traumatizzante per tutti, è sorprendente per tutti. Quindi i russi devono intraprendere le azioni necessarie e spero che lo facciano", ha aggiunto il ministro degli Esteri francese.
Intanto, Mosca ha accusato la Germania di impedire le indagini sul presunto avvelenamento. "Berlino sta bloccando l'inchiesta che lei stessa chiede. Lo fa apposta?", si e' chiesta la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova su Facebook.
Il riferimento e' alla richiesta di informazioni che i procuratori russi hanno trasmesso alla Germania il 27 agosto, dopo che il 44enne dissidente russo era stato trasferito dalla Siberia in un ospedale di Berlino. Poco prima della denuncia della portavoce russa, il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, aveva esortato Mosca a fornire una spiegazione per il Novichok, il veleno sviluppato nell'Unione sovietica di cui e' stata trovata traccia nelle analisi condotte su Navalny.
"Caro signor Maas", ha scritto Maria Zakharova, "se il governo tedesco e' sincero nelle sue dichiarazioni allora dovrebbe essere interessato a preparare una risposta alla richiesta dell'Ufficio del Procuratore generale russo appena possibile". "Finora non siamo certi che la Germania non stia facendo il doppio gioco", ha aggiunto, "dov'e' l'urgenza su cui insiste?".
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