Che cosa c'è dietro il no agli aiuti. Il Marocco e le relazioni internazionali - Affaritaliani.it

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Che cosa c'è dietro il no agli aiuti. Il Marocco e le relazioni internazionali

di Redazione

L'altra faccia del terremoto

Inoltre, un team medico composto da quattro professionisti sarà inviato per valutare e fornire assistenza medica alle vittime del terremoto. Russ Guaden, il capo della squadra di soccorso britannica, ha rilasciato una dichiarazione sulla presenza del suo team in Marocco, mettendo in evidenza che il loro supporto sarà strettamente coordinato con le autorità marocchine al fine di fornire un sostegno completo e di massimizzare gli sforzi di salvataggio.

Il maggiore Khaled Abdullah Al Hamidi, a capo del team di soccorso del Qatar, è giunto a Marrakech domenica scorsa, assieme ad una squadra di soccorso, per contribuire agli sforzi di fronteggiare le conseguenze del terremoto.

Il comandante ha affermato che tutti i membri del suo team si adopereranno per fornire assistenza alle autorità marocchine in conformità con gli accordi stabiliti attraverso i canali di comunicazione e il processo di coordinamento concordato.

Seppure non ci siano cifre del numero di uomini inviati, lo sceicco Mohammed bin Rashid, vicepresidente e ministro della difesa degli Emirati Arabi e sovrano di Dubai, ha ordinato alle squadre di soccorso della polizia di Dubai di inviare aiuti urgenti per sostenere gli sforzi di salvataggio in Marocco. Inoltre, ha ordinato la creazione di un ponte aereo umanitario per consentire alle istituzioni di beneficenza affiliate alle Mohammed bin Rashid Global Initiatives Foundation di inviare aiuti umanitari alle popolazioni colpite dal terremoto in Marocco, compresi cibo e attrezzature per l’alloggio.

Nella giornata di ieri, anche la Repubblica ceca ha fatto sapere di aver ricevuto una richiesta di aiuto da parte del Marocco: i funzionari del paese hanno affermato che stanno inviando circa 70 membri di una squadra di soccorso addestrata a cercare tra le macerie dopo aver ricevuto una richiesta ufficiale dal governo marocchino. Il ministro della Difesa ceco Jana Cernochova ha detto che tre aerei militari sono pronti a trasportare la squadra.

Chi ha rifiutato il Marocco: il no alla Francia e al milione di euro dell’Unione Europa
E tutti gli altri paesi? Nonostante in molti si sono proposti, il Marocco non ha accettato le loro proposte. Il Commissario Europeo per la Gestione delle crisi Janez Lenarčič, nelle ore successive alla tragedia, ha messo a disposizione un milione di euro per aiutare la popolazione, dichiarando:

Il tragico terremoto in Marocco ha causato terribili sofferenze e perdite di vite umane. Per esprimere la solidarietà dell’UE con il popolo marocchino, stiamo sbloccando un finanziamento di 1 milione di € per contribuire a rispondere alle esigenze più urgenti della parte di popolazione più colpita

Proposta che però è caduta nel vuoto. In Germania, una squadra di 50 soccorritori si era radunata all’aeroporto di Colonia-Bonn, pronta a partire per il Marocco per offrire il loro aiuto. Tuttavia, a causa della mancanza di istruzioni chiare, i soccorritori sono stati temporaneamente rimandati a casa in attesa di ulteriori chiarimenti dalle autorità marocchine. Situazioni simili stanno emergendo in altri paesi, con incertezza su come e se la piattaforma di soccorso coordinata dalle Nazioni Unite per le grandi catastrofi, che comprende oltre 3.500 soccorritori da diverse nazioni, verrà impiegata. L’Italia, tramite il ministro degli Esteri Antonio Tajani, si è detta pronta a inviare aiuti e team sanitari.

Tra i rifiuti che hanno fatto più rumore c’è stato quello della Francia. I rapporti tesi con l’ex potenza coloniale si riflettono nelle scelte di diplomazia umanitaria del Marocco, viste le numerose questioni irrisolte tra i due paesi come il contenzioso sullo statuto del Sahara occidentale. Rabat rivendica la piena sovranità sull’area, con la Francia restia a riconoscere al Marocco quella parte di terra. Non è un caso che i paesi ai quali è stato concesso l’accesso alle operazioni di soccorso hanno adottato posizioni favorevoli al Marocco, come la Spagna.

Ma potrebbe non esserci solo questo: per Sylvie Brunel, professoressa di geografia che ha lavorato per l’ONG Action Against Hunger, un’altra motivazione riguardo il rifiuto degli aiuti è quello di voler dimostrare di essere uno stato sovrano. La professoressa ha affermato:

Come Paese emergente, che si vede come interlocutore dell’Europa e che aspira a uno status di potenza regionale in Africa, Rabat vuole dimostrare di essere sovrana, capace di pilotare la propria ricerca e il proprio salvataggio, e non comportarsi come se fosse un povero Paese ferito che tutto il mondo vuole caritatevolmente salvare.