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Esteri
Chi paga per l'Ucraina? A finanziare Zelensky sono rimasti quattro gatti

La geopolitica dei fondi all’Ucraina: fondi in crisi

Questa settimana si decide se la crisi economica europea sia più rilevante del continuare senza limiti la guerra in Ucraina e se Kiev debba cercare vie d’uscita diverse e immediate al conflitto. Questo perché negli ultimi mesi, dal primo agosto al 31 ottobre, gli aiuti militari, finanziari e anche umanitari, sono crollati dell’87%. E’ calato addirittura il sostegno USA. Le presidenziali del 2024 fanno paura ai Democratici assediati dai Repubblicani, in maggioranza contrari agli invii.

I colloqui a Washington sono in fase di stallo da settimane. Il Congresso sta bloccando i fondi per la consegna di armi e altri aiuti a causa di una disputa sul bilancio. Joe Biden ha richiesto 61 miliardi di dollari, ma sarebbero sufficienti per soddisfare le esigenze dell’Ucraina fino alla fine del 2024. Negli Stati Uniti il sostegno pubblico agli aiuti è diminuito. Secondo un sondaggio Gallup, il 41% degli americani pensa che il governo stia facendo “troppo” per Kiev. In estate era solo il 29%.

I dati sui fondi attuali inviati all’Ucraina vengono resi noti dal tedesco Kiel Institute for the world economy (Ifw) con queste parole: “Le dinamiche del sostegno all’Ucraina sono rallentate. Gli aiuti appena impegnati hanno raggiunto un nuovo minimo tra agosto e ottobre 2023, un calo di quasi il 90% rispetto allo stesso periodo del 2022. L’Ucraina ora fa sempre più affidamento su un gruppo centrale di donatori come Stati Uniti, Germania e Paesi nordici e dell’Europa orientale, Paesi che continuano a impegnarsi e fornire sia aiuti finanziari che armi importanti, come gli aerei da combattimento F-16”.

Il quotidiano economico tedesco Handelsblatt pubblica l’elenco degli Stati finanziatori con le specifiche cifre. La somma comprende aiuti finanziari, militari e umanitari. 

Istituzione UE 84.9 miliardi di euro 

USA 71,4 mld euro

Germania 21 mld euro

Gran Bretagna 13,3 mld euro

Norvegia 7,3 mld euro

Giappone 6,8 mld euro

Canada 5,9 mld euro

Polonia 4,3 mld euro

Olanda 4,1 mld euro

Danimarca 3,8 mld euro

Svezia 2,8 mld euro

Svizzera 2,3 mld euro

Francia 1,7 mld euro

Repubblica Ceca 1,7 mld euro

Finlandia 1,5 mld euro

L’Italia neanche compare sui radar. Ad oggi solo 20 Degli Stati coinvolti hanno annunciato ulteriori forniture o altri fondi. È il punto più basso dall’inizio di questa fase del conflitto guerreggiato, 24 febbraio 2022. Armi pesanti e sistemi di difesa iniziano a preoccupare.

Giovedì, al prossimo vertice della UE, i capi di governo hanno sul tavolo l’approvazione dei soliti 50 miliardi di euro a favore di Kiev per finanziare il bilancio statale per i prossimi quattro anni. Ma la cifra si rimpalla da mesi. Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha minacciato il veto. Vuole avere una “discussione strategica” sugli obiettivi della guerra prima di ulteriori flussi di denaro verso di essa. Lo scenario generale conferma il contesto di allarme e una situazione di stallo che anche se superata potrebbe incagliarsi al prossimo giro. Il tutto anche se Biden, la Germania e i vertici UE continuano a sostenere la linea dei finanziamenti. Interromperli potrebbe essere inteso come un segnale di resa verso la Russia.

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