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Esteri
Ciclone Pécresse sulla destra francese: sarà la prima donna Presidente?

Il volto nuovo della destra francese ha scompaginato il quadro politico e ora può cambiare il corso della storia del suo Paese

Valerie Pecresse, la candidata alle presidenziali di Aprile del partito dei Républicains, ha aperto il discorso della sua proclamazione, dopo la vittoria alle primarie con oltre il 60% dei consensi contro Eric Ciotti, rappresentante della destra del partito, con un perentorio “La destra è tornata”. Ed in effetti mai come ora la destra sembra predominare la scena politica delle prossime presidenziali francesi, considerando la debolezza del candidato di sinistra Jean Luc Melenchon e quella quasi imbarazzante della sindaca di Parigi Anne Hidalgo, candidata socialista, che sta letteralmente naufragando nei sondaggi, tanto da tentare la carta della proposta di indire delle  primarie tra tutti i candidati di centro-sinistra, per cercare di allargare il suo basso consenso. Sull’altro fronte invece vola nei sondaggi la Pecresse che è data in forte crescita al 17,2% (+6 rispetto ad una settimana prima) contro il 14,5 % dei suoi due rivali di destra Eric Zemmour e Marianne Le Pen, proponendosi come la piu seria candidata a sfidare Emmanuel Macron.

Chi è Valerie Pécresse

Presidente della regione dell’Ile-de-France, figlia di Dominique Roux, accademico ed ex presidente di Bolloré Telecom, e Catherine Bertagna. Madre di tre figli, sposata da 27 anni con un manager, pratica boxe, tennis, yoga, e cita spesso il calcio femminile come metafora del suo gioco in politica: “le donne danno di più, fingono meno e rispettano di più le regole” La Pecresse è stata ministro dell’Insegnamento e della Ricerca dal 2007 al 2011 nel primo e nel secondo governo Fillon, e fu promotrice della riforma dell’autonomia delle università. Dal 2011 al 2012 è stata ministro del Budget, dei Conti pubblici e della Riforma dello Stato e portavoce del terzo governo Fillon. Capolista della destra alle elezioni regionali del 2015 in Île-De-France, arriva in testa al primo turno, con il 30,5% e al secondo turno supera di poco il candidato socialista Claude Bartolone, 43,8% contro 42,2%. Nel 2021 è stata rieletta a capo della regione dell’Île-de-France.

"Un terzo Thatcher, due terzi Merkel"

Pécresse si è descritta, forse con un pizzico di presunzione ma offrendo anche di avere una certa consapevolezza dei propri mezzi e di avere autorevolezza e leadership, come "un terzo Thatcher, due terzi Merkel". Ma in questo modo, ha forse anche voluto rassicurare i moderati francesi, stabilendo una netta distanza con la personalità forte della leader del rassemblement National, Marianne Le Pen, che mai si azzarderebbe a paragonarsi a due istituzioni del vecchio establishment europeo, come la Thatcher e la Merkel. Promette di "ripristinare l'orgoglio francese" e difendere i "valori della famiglia". Non dimentica certo il problema dell'immigrazione ma con toni meno caustici e diretti rispetto al giornalista Eric Zemmour. In un certo senso cerca di apparire come il volto  buono e moderato  della destra per cercare il massimo  consenso possibile, non dimenticando però quelli che sono gli argomenti forti cari alla destra,  che stanno facendo la fortuna sia della Le Pen che di Zemmour. E questa sua caratteristica la rende assai attraente per quella buona parte dell’elettorato francese, che non soddisfatta dell'operato dell’attuale presidenza Macron, allo stesso tempo guarda con molta diffidenza all’eccessivo estremismo di Zemmour e della Le Pen.

Perché può cambiare la storia della Francia

Ai miei occhi - dice l’intellettuale Alain Mind, già consigliere di Balladour e Sarkozy - se Pécresse passa il primo turno, il ballottaggio diventerà una formalità. Sono sicuro che sarà eletta. Perché beneficerà del profondo sentimento anti-Macron che c’è nel Paese» E anche il fatto di essere una donna potrebbe rappresentare un valore aggiunto,  secondo il politologo Jerôme Jaffré, che è convinto che l’attuale presidente abbia davanti un “grande pericolo” «Pécresse si trova nel punto di equilibrio politico del Paese, che è a destra. Ha una squadra, mentre Macron è percepito come un uomo solo. E ha il vantaggio femminile, che credo sia reale dopo 10 elezioni presidenziali dal 1965 sempre vinte da un uomo». E come ulteriore vantaggio il politologo aggiunge anche la competizione fra gli altri due sfidanti forti a destra, perché è probabile che Eric Zemmour e Marianne le Pen, si rubino il consenso a vicenda sullo stesso campo di battaglia. “Mentre Valerie Pecresse rappresenta il volto più moderato e rassicurante di una destra conservatrice, che potrebbe dare filo da torcere al presidente, che sarebbe stato sicuramente favorito dalla competizione con uno dei due sfidanti di estrema destra Le Pen e Zemmour”.

Una diversa idea dell'Europa

Il giornale The Time di recente ha inserito la Pecresse tra le venti personalità più influenti del 2022, al pari della nostra Giorgia Meloni, con la quale sembra condividere anche l’idea della necessità di riformare l’Unione europea verso una sorta di confederazione di stati sovrani. «L’Europa è un’Europa delle nazioni. Ciò significa che le nostre leggi costituzionali, la nostra identità costituzionale, ciascuna, ogni Stato sovrano, devono avere la precedenza sulla giurisdizione europea», ha dichiarato Pécresse durante la campagna per le primarie, alludendo anche alla polemiche sorte per la decisione della Corte costituzionale polacche, che tante critiche ha attirato per avere stabilito la superiorità delle leggi nazionali rispetto ai trattati europei. Le Pécresse però sembra non dimenticare i temi economici, attaccando senza mezze misure anche battaglie storiche della sinistra radicale francese, come quella delle 35 ore. In un recente discorso ha affermato che la sua prima azione come presidente sarebbe stata proprio quella di porre fine alla settimana lavorativa di 35 ore in Francia in modo che i dipendenti lavorino e guadagnino di più. Ha anche sostenuto una posizione dura sull'immigrazione, affermando che le persone che sono entrate illegalmente nel Paese dovrebbero essere espulse. Insomma, sembra puntare subito alla concretezza delle azioni che in questo momento più colpiscono la borghesia francese. Valerie Pecresse rappresenta il  volto buono della destra moderata che in questo sembra essere la maggioranza dell'elettorato francese, ed è per questo che molti pensano che così come Macron nel 2017, per differenti ragioni, possa essere la persona giusta al momento giusto, e possa avere tutte le carte in tavola per essere la prima donna a salire, come presidente, le scale dell’Eliseo nel prossimo aprile.

Sul tema, leggi anche:

"Valerie Pécresse può conquistare la Francia", intervista a Maria Latella

Chi è Zemmour: il nuovo leader della destra francese oscura Le Pen (e Macron?)

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    elezioni franciavalerie pècresse





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