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Esteri
Cina contro Jack Ma: mega multa da 2,8 miliardi ad Alibaba

La Cina colpisce il gigante dell'e-commerce cinese Alibaba con una multa record da 18,23 miliardi yuan (pari a 2,33 miliardi di euro) per le violazioni delle regole antitrust. L'ammontare della multa equivale al 4% dei ricavi del gruppo nel 2019, e la sanzione rappresenta il punto più alto del giro di vite contro le grandi conglomerate del tech cinese, che vede nel mirino anche l'altro colosso fondato da Jack Ma, il braccio fintech di Alibaba, Ant Group. Nel mirino delle autorità finanziarie di Pechino c'è la pratica in uso dal 2015 di costringere i commercianti a scegliere una sola piattaforma. In questo modo, si legge nella nota, Alibaba ha limitato la concorrenza nel mercato delle piattaforme di servizi di vendita al dettaglio on line in Cina, ostacolato l'innovazione e lo sviluppo dell'economia delle piattaforme e danneggiato gli interessi dei consumatori, costituendo "un abuso della posizione dominante sul mercato".

In risposta, Alibaba ha dichiarato di accettare la multa e di attenersi alle disposizioni dell'ente di supervisione, e ha annunciato una conference call lunedì mattina (in Cina) per discutere la sanzione. "Rafforzeremo le operazioni in conformità con la legge e rafforzeremo ulteriormente la costruzione di un sistema di conformità basato su innovazione e sviluppo, e adempiremo meglio alle nostre responsabilità sociali", ha scritto il gruppo sul suo account Weibo, il social network più popolare in Cina. La multa inflitta al colosso dell'e-commerce è la più alta mai imposta in Cina, supera quella a Qualcomm nel 2015, quando il gruppo di tecnologie per le telecomunicazioni Usa fu sanzionato dalle autorità anti-trust cinesi per 975 milioni di dollari.

L'impero di Jack Ma è sotto intenso scrutinio da ottobre scorso, quando il tycoon aveva irritato le autorita' finanziarie cinesi con un discorso fortemente critico pronunciato a Shanghai. Il fondatore di Alibaba e Ant Group era stato convocato assieme ai vertici del colosso fintech a Pechino il 2 novembre scorso, e la maxi-Ipo da 37 miliardi di dollari di Ant Group era stata sospesa a poche ore dal doppio debutto alle Borse di Shanghai e Hong Kong.

In seguito alle pressioni di Pechino, Ant Group ha iniziato a lavorare a un piano di rettifica delle proprie attività in linea con le disposizioni delle autorità finanziarie cinesi, che vogliono trasformare il colosso fintech in una holding finanziaria, sottoponendola a requisiti sui capitali analoghi a quelli in vigore per le banche. 

Le indagini su Alibaba per "sospetti comportamenti monopolistici" erano, invece, iniziate ufficialmente a fine dicembre, pochi giorni dopo la chiusura della Conferenza centrale sul lavoro economico, nella quale i leader cinesi si erano impegnati a contrastare "l'espansione caotica del capitale" e avevano promesso il pugno di ferro contro pratiche monopolistiche e di concorrenza sleale. Dopo l'avvio delle indagini, il miliardario cinese, per anni in testa alla classifica degli uomini più ricchi de Paese, era scomparso di scena per alcune settimane, alimentando sospetti sulla sua sorte. L'ultima apparizione pubblica di Ma risale a gennaio, quando il tycoon aveva partecipato, in collegamento video, a un evento organizzato dalla fondazione che porta il suo nome.

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