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Cina e Stati Uniti scontro. Xi: "Usa egoisti". Pence: "Pechino pericolosa"
Donald Trump e Xi Jinping (foto Lapresse)

Cina e Stati Uniti scontro. Xi: "Usa egoisti". Pence: "Pechino pericolosa"

Scambio di frecciate tra Cina e Stati Uniti, a margine del vertice dei Paesi dell'Apec, l'associzione che raggruppa le economie che si affacciano sull'oceano Pacifico. A Port Moresby, in Papua Nuova Guinea, le due grandi economie mondiali si sono scambiate accuse sul commercio e sull'iniziativa di sviluppo infrastrutturale tra Asia, Europa e Africa lanciata da Pechino nel 2013, la Belt and Road. Il presidente cinese, Xi Jinping, nel suo intervento, ha attaccato il protezionismo di Donald Trump, "miope e destinato a fallire", e ha avvertito sui rischi di una guerra commerciale con gli Stati Uniti. "La storia dimostra che il confronto, sia nella forma di una guerra fredda, calda o di una guerra commerciale, non produce vincitori", ha affermato Xi in un riferimento insolitamente esplicito ai dazi di Washington, che gia' oggi vede centinaia di miliardi di dollari di merci scambiate tra Cina e Usa sottoposte a tariffe. Poco dopo ha contrattaccato il vice presidente degli Stati Uniti, Mike Pence, che gia' nei giorni scorsi aveva lanciato moniti alla Cina per l'atteggiamento assertivo con i partner regionali in occasione dei vertici che si sono tenuti a Singapore. "Abbiamo intrapreso un'azione decisa per affrontare il nostro squilibrio con la Cina", ha detto il numero due della Casa Bianca, citando direttamente Pechino per la prima volta in un discorso pubblico dall'inizio della sua missione asiatica, cominciata lunedi' scorso in Giappone. "Abbiamo imposto tariffe su 250 miliardi di dollari di merci cinesi, e potremmo piu' che raddoppiare quella cifra. Non cambieremo linea finche' la Cina non cambiera' i suoi metodi", ha proseguito Pence, con una linea apparentemente piu' dura di quella mostrata dal presidente Usa, Donald Trump, nelle scorse ore.

Apec: frecciate Cina-Usa, Xi sfida Pence sui dazi

Sferzante anche il commento di Pence sull'iniziativa lanciata da Xi nel 2013 per la connessione infrastrutturale tra Asia, Europa e Africa, la Belt and Road (tradotta come "una cintura, una via" dal nome cinese), la nuova Via della Seta. "Non anneghiamo i nostri partner in un mare di debiti. Non usiamo coercizione, corruzione o compromettiamo la vostra indipendenza. Non offriamo cinture che stritolano o una via a senso unico", ha detto Pence. La Cina, ha aggiunto il numero due della Casa Bianca, "ha un posto d'onore nella nostra visione di un libero e aperto Indo-Pacifico, se sceglie di rispettare la sovranita' dei nostri vicini, abbracciare un commercio libero, giusto e reciproco e di rispettare i diritti umani e la liberta' religiosa". L'assenza del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e del presidente russo, Vladimir Putin (al suo posto c'e' il primo ministro Dmitry Medvedev) vede nel presidente cinese l'ospite di maggiore prestigio al summit, accolto con tappeti rossi all'arrivo in Papua Nuova Guinea. Una folla di persone agitanti bandiere rosse lo ha atteso, ieri, fuori da una scuola per la cerimonia di inaugurazione. Xi ha anche inaugurato, assieme al primo ministro papuano Peter O'Neill, l'Independence Boulevard, appena fuori dal parlamento di Port Moresby, realizzato con fondi cinesi. L'offensiva diplomatica della Cina sembra stridere con la presenza in formato ridotto di Pence, che non effettuera' pernottamenti in Papua Nuova Guinea, preferendo dormire in Australia: la Cina e' stato anche tra i Paesi che hanno contribuito maggiormente alla preparazione del summit di Port Moresby, con aiuti e donazioni per garantire la sicurezza dell'evento. Nella missione di Xi in Papua Nuova Guinea c'e' anche il dichiarato intento di rafforzare l'intesa con le nazioni insulari del Pacifico che riconoscono diplomaticamente Pechino: Xi ha incontrato ieri, a porte chiuse, i leader del Pacifico per discutere della cooperazione con la Cina e dell'iniziativa Belt and Road. L'impronta cinese sul summit e' visibile al punto che c'e' anche chi, come lo scrittore e attivista della Papua Nuova Guinea, Martyn Namorong, citato dal Guardian, ha definito "XiPec" l'evento di questo fine settimana. Il vertice, pero', rischia di essere ricordato soprattutto per gli scandali, a partire dal controverso caso delle importazioni di vetture di lusso per scarrozzare i leader dell'Asia-Pacifico nei due giorni di permanenza a Port Moresby, una delle citta' meno vivibili al mondo, secondo le statistiche dell'Economist Intelligence Unit, che sorge in un Paese, la Papua Nuova Guinea, tra i membri piu' poveri dell'Apec

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