Esteri
Israele e la conquista totale di Gaza, la cultura si divide. Andrée Shammah: “Scelta obbligata”. Ovadia: ”Sionismo come il nazismo”
Andrée Ruth Shammah, direttrice del Teatro Parenti, e l'attore Moni Ovadia divisi sullo scenario. L'intervista doppia



“Conquista totale di Gaza”, la cultura si divide
Dopo il razzo su Tel Aviv in Israele, il Gabinetto di sicurezza vota la conquista “totale” di Gaza e il mondo della cultura italiana si divide. In “mezzo” c'è la sicurezza di Israele, la vita degli abitanti di Gaza, e gli occhi del mondo puntati sull'offensiva che Netanyahu si appresta a varare.
Andrée Ruth Shammah, Teatro Parenti: "E' una situazione straziante"
Per Andrée Ruth Shammah, direttrice del Teatro Parenti di Milano che da sempre respinge con fermezza le accuse di sionismo, “chi ha visto i video del 7 ottobre capisce perché si vuole estirpare Hamas. Ma Palestinesi e Hamas non sono la stessa cosa. Cosa può fare, però, uno Stato che si è visto arrivare migliaia di missilii sul suo territorio che per fortuna sono stati intercettati? Questa è una situazione straziante, complicata, difficile che però per metà degli israeliani è una priorità”.
Perché è una priorità?
“Perché nella cultura ebraica salvare un uomo è come salvare l'umanità. Da qui gli scambi con un ostaggio israeliano contro 200 palestinesi. Rispetto al 7 ottobre la situazione sembra diversa perché non c'è una dichiarazione di Hamas che non vuole distruggere Israele, e c'è l'Iran che non vuole riconoscere lo Stato e che vuole distruggere Israele. E c'è un Paese che tutti quelli che sono intorno cercano di distruggere. E allora cosa può fare uno Stato circondato? Cercare di distruggere Hamas, non i palestinesi”.
Secondo lei non c'è alternativa alla soluzione della conquista totale di Gaza?
“Mi chiedo anche io quale possa essere l'alternativa o la via diplomatica. Quando Sharon ha obbligato gli israeliani a uscire per restituire i territori è successo quello che è successo. E' una decisione dolorosissima. Non demonizzo nessuno, non credo che un altro capo di Stato avrebbe potuto agire diversamente. Io sono piena di sofferenza e di dubbi”.
Moni Ovadia: "Per Israele i veri obiettivi sono i palestinesi"
Da sempre contro Israele e al fianco dei Palestinesi, l'attore e cantante Moni Ovadia non ha dubbi sulle logiche che guidano la scelta del Gabinetto Netanyahu: “L'obiettivo di Hamas sono incidenti, per Israele i veri obiettivi sono i palestinesi, Netanyahu l'ha sempre detto che non ci sarà mai uno stato Palestinese. E in questo scenario l'Occidente sta segnando la propria bancarotta fraudolenta”.
Nel senso che la comunità internazionale si è ritirata dal conflitto?
“Il sionismo e l'ideologia colonialista, stanno progressivamente diventando ideologia genocidiaria. L'attivista Miko Peled ha sempre sostenuto nelle sue conferenze che non esiste un sionismo buono e io condivido il suo punto di vista”.
Cosa potrebbe accadere?
“Il peggio del peggio, perché secondo me il sionismo è l'esito del fatto che degli Ebrei che hanno scelto il fantasma si sono messi mani e piedi nella trappola postuma di Hitler. Le classi dirigenti arabe non sono molto propense per Gaza, però le popolazioni sono solidali. Potrebbe succedere l'inferno, se già non c'è adesso. E il crimine dell'Occidente è che dopo aver fatto fare lo sporco lavoro dei nazisti, gli altri hanno collaborato o sono stati a guardare. E poi hanno pensato di risarcire dandogli lo Stato e consentendogli l'impunità. E ora c'è un altro genocidio. Il Sionismo è criminale e se lo farà sarà come il nazismo. E gli americani saranno collaborazionisti e altrettanto colpevoli. E' la distruzione totale di ogni regola internazionale”.