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Esteri
Coronavirus, il consulente social di Trump: "Serve l'Italexit, Usa d'accordo"
(fonte Lapresse)

Il settantenne imprenditore italo-americano Guido George Lombardi, amico e sostenitore politico di Donald Trump, nonché strategist di alcune sue campagne social, torna ad affacciarsi in Europa e in Italia, in questa fase molto delicata per la politica mondiale, messa in subbuglio dall’epidemia di coronavirus, esplosa proprio mentre negli Stati Uniti si avvina la scadenza del primo mandato presidenziale di Trump.

Mr. Lombardi, anche negli Stati Uniti il coronavirus sta aggredendo con violenza la popolazione. Cosa sta succedendo?

La situazione negli Stati Uniti è molto variegata. Ci sono grandi città come New York dove il contagio è molto alto e le persone devono per forza restare a casa. In alcune zone della periferia, dove c’è più ignoranza e le persone non rispettano l’autorità, continuato a incontrarsi per strada e fare festa: in quelle zone il contagio e la mortalità sono maggiori.

Alcuni osservatori si chiedono perché il virus si sia diffuso maggiormente tra latini e afroamericani…

 Ciò è dovuto al fatto che questi gruppi sono più refrattari alle disposizioni del governo federale.  Nei loro quartieri, che spesso coincidono con quelli più poveri, le persone escono, si riuniscono per fare feste e non usano la mascherina e questi sono i risultati. Invece in altre zone, più distanti dalle grandi città, oppure dove le case hanno una maggiore distanza tra loro, dove la gente rispetta le indicazioni di restare a casa, di mantenere la distanza anche durante attività come la spesa e la mascherina viene indossata, il contagio è molto minore. Addirittura in alcuni Stati del centro o del nord America le infezioni sono poche centinaia e i morti una decina o due. La situazione in America è molto variegata perché l’America è un paese molto vario. Anche tra le grandi città ce ne sono alcune che seguono le indicazioni del governo e altre meno.

In Italia giungono le immagini della gente che protesta per il lockdown. La situazione è molto tesa?

Ce ne sono state un paio messe in atto da movimenti di destra, per contestare sindaci e governatori democratici per aver imposto regole esagerate di chiusura dei negozi, compresi quelli che vendono armi. Questo ha fatto arrabbiare molte persone. Addirittura in Virginia il governatore ha usato l’autorità conferitagli dall’emergenza per cercare di confiscare le armi a quanti le avevano regolarmente acquistate.

Un sopruso intollerabile per gli americani…

Il diritto a possedere armi è garantito dal secondo emendamento della Costituzione e anche il presidente ha spiegato che per sopprimerlo, anche in piena emergenza pandemica, occorrerebbe un mandato costituzionale, che richiederebbe il voto favorevole di due terzi del Senato, due terzi degli Stati e della Corte Suprema. I democratici, come al solito, cercano di usare la loro autorità per imporre la loro ideologia.

L'emergenza Coronavirus potrebbe avere effetti negativi sulla campagna elettorale di Donald Trump o gli americani stanno apprezzando i suoi provvedimenti?

La campagna di Trump va a gonfie vele. Qui i media sono nove volte su dieci di sinistra, quindi danno informazioni completamente false. Per chi come me lavora con i social media o si informa online, sa che questi canali sono più attendibili. Attualmente il consenso del presidente oscilla tra il 60 e il 70% e tra color che hanno votato Trump la scorsa elezione, siamo al 95%. Molti democratici, tra cui diversi personaggi politici di rilievo, stanno passando al partito repubblicano. E’ la conferma che Trump sta facendo un eccellente lavoro: non solo perché ha messo la salute degli americani prima di tutto, ma anche per la sua divesa a oltranza degli interessi economici statunitensi.

Veniamo all'Europa. La Germania non sembra avere intenzione di venire in soccorso dell'Italia...

La Germania… I tedeschi conservano la brutta abitudine di credersi superiori agli altri e ancora oggi conservano l’ambizione di dominare tutta l’Europa. Il loro senso di superiorità li spinge a considerarsi più bravi degli altri. Non è così e la loro presunzione li induce a commettere fatali errori, soprattutto in ambito sociale e geopolitico.

 Secondo lei l'unione europea è giunta al capolinea?

Mi sembra evidente. Dopo l’uscita della Gran Bretagna toccherà probabilmente all’Italia e a qualche altro Stato dell’est Europa. Il detonatore potrebbe essere proprio questa maledetta epidemia.

Come vedrebbe Washington un’eventuale uscita dell'Italia dall'euro?

È una domanda complicata perché gli Stati Uniti non sono una dittatura e si confrontano visioni molto differenti tra loro. Trump, secondo me, vedrebbe molto favorevolmente l’uscita dell’Italia dall’Unione. Anche i repubblicani più avanzati condividono questa posizione, ma non tutti i repubblicani sono della stessa opinione. Alcuni, pur essendo conservatori, sono ancora molto legati al vecchio status quo. Il Partito Democratico, che invece è molto legato a Soros, alla Merkel, alla Cina e ai comunisti, è totalmente contrario a questa ipotesi. Washington non è monolitica. Come l’America vedrebbe l’uscita dell’Italia non è una risposta facile da dare.

Tanti partiti a Roma strizzano l'occhio all'ipotesi Italexit, ma l'unico partito che persegue davvero questa opzione è Vox Italia. Cosa ne pensa?

Qualsiasi partito che favorisca l’Italexit gode della mia personale simpatia ed è di fatto in linea con l’orizzonte politico dell’amministrazione Trump. Il sovranismo attuale non è nazionalista nel vecchio senso del termine.

Come si potrebbe raggiungere questo risultato?

L’unico modo è che tutti i partiti italiani favorevoli a questa opzione, compresi Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega Nord, Vox eccetera riescano a trovare una quadra e portare a casa quel terzo di elettori del M5S che prima votavano Lega o Forza Italia. Pertanto il mio suggerimento è di evitare di condurre una guerra senza quartiere contro i Cinque Stelle, ma concentrarsi contro quella parte dei loro esponenti che, provenendo dalla sinistra, soprattutto in questa fase stanno tradendo il mandato elettorale ricevuto.

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