Coronavirus. L’America è gonfia di petrolio ma i grandi consumatori sono fermi
In Texas in fumo nell’anno 1 milione di posti di lavoro
Attualmente il mondo è ‘gonfio’ di petrolio come mai prima d’ora.Ma adesso le economie del pianeta non ne hanno bisogno, paralizzate come sono dalla pandemia di Coronavirus.
E il prezzo del petrolio è crollato e le compagnie petrolifere insieme alla raffinerie americane hanno ‘bruciato’, solo in marzo, 50000 posti di lavoro. Un’industria, quella petrolifera americana, al primo posto al mondo.
La California ha visto un calo della forza lavoro del settore di oltre 40000 posti dall’inizio dell’epidemia e il Texas ben 30000.
I prezzi del crudo sono calati più dell’80% in corso d’anno e si aggirano al di sotto dei 10 dollari al barile per il crudo.
Il ricco settore petrolifero americano sta soffrendo una crisi senza precedenti. Una crisi che potrebbe avere bisogno del sostegno del Governo sia per le Compagnie di estrazione sia per le banche che le hanno finanziate.
Coronavirus. Il settore petrolifero americano in grande crisi da pandemia
Gli osservatori più attenti non fanno fatica a confermare che ‘l’attuale eccesso di petrolio potrà essere smaltito solo in anni ,con prezzi che rimarranno bassi per lungo tempo’.
La crisi ha fermato quasi l’80% dei consumi mondiali, da quelli delle Compagnie aeree, alle auto private ,ai mezzi aziendali e di trasporto.
E questo crollo è arrivato nel bel mezzo di una guerra commerciale sul petrolio al ribasso tra Russia e Arabia Saudita.
In America sono cinque gli Stati che producono quasi il 70% dell’intera produzione americana:Colorado, New Mexico,Texas, North Dakota e Oklahoma. Il resto viene suddiviso in altri 27.
In Texas ,il primo produttore, le previsioni di perdita di posti di lavoro sono catastrofiche, un milione di disoccupati in tutta la catena produttiva tra raffinerie, petroliere, magazzini di stoccaggio e aziende estrattive.
Tutti gli analisti sono concordi nel prevedere che, per almeno tutto l’anno ,continuerà il trend in discesa.
Una situazione così complessa da far intervenire anche il Presidente Donald Trump che ha promesso di portare il problema al Congresso per stimolare aiuti diretti a tutto il settore.
Anche perché molte piccole/medie compagnie non solo rischiano meno guadagni ma persino la bancarotta, schiacciate come sono tra la guerra dei prezzi tra Arabia e Russia e la pandemia.
Una crisi di questo tipo sembra essere ancora peggio di quello devastante del 1980, di fatto innescata dall’Opec , mentre l’attuale proviene dall’esterno. Ma questa sembra peggiore e molto molto più lunga.
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