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Esteri
"Così Meloni è diventata leader Ue". Ursula, Trump, Putin...Ecco l'agenda

Intervista di Affaritaliani.it a Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo e responsabile Esteri del partito, dopo l'elezione di Giorgia Meloni alla guida dei Conservatori europei (ECR)


Come si è arrivati all'elezione di Giorgia Meloni alla guida dei Conservatori UE?

"C’era voglia di investire su Fratelli d’Italia e sulla sua costante crescita. E noi abbiamo scelto di giocarci la partita con la soluzione di più alto profilo, chiedendo a Giorgia la disponibilità a giocarla in prima persona. È uno sforzo grande perché lei è molto meticolosa e ama fare tutte le cose al meglio ma saprà ritagliarsi i suoi spazi continuando a far crescere il nostro partito. Per me e per Raffaele Fitto che abbiamo lavorato per questo obiettivo é una grande soddisfazione, per tutti noi di Fratelli d’Italia un orgoglio immenso e un ulteriore passo nel nostro percorso".

È stato un percorso difficile? Ci sono state resistenze da parte di qualche Paese?
"No, affatto. Anzi, c’è stato grande entusiasmo. La sua candidatura é stata sostenuta da polacchi, spagnoli, svedesi, bulgari e approvata all’unanimità. C’era voglia di una leader giovane e carismatica, capace di rilanciare i Conservatori europei dando un messaggio chiaro: c’è una Destra di governo critica con l’attuale assetto dell’Ue ma non pregiudizialmente ostile all’Europa, che vuole difendere sovranità, confini, identità, famiglia e sicurezza".

Quale sarà ora il vostro atteggiamento verso la Commissione presieduta da Ursula von der Leyen?
"La nostra valutazione non cambia: riteniamo che le politiche di questa Commissione siano troppo spostate a sinistra. Ovviamente ci misuriamo nel merito su ogni provvedimento con l’unica stella polare di difendere l’interesse nazionale. Sulle politiche economiche e la risposta alla crisi, così come su immigrazione e difesa delle nostre produzioni di qualità, continueremo a farci sentire".

Quale rapporto avrete con il Ppe e con il gruppo Salvini-Le Pen?
"Il Ppe ha avuto una deriva liberal preoccupante, la sua agenda politica é al traino di socialisti, liberali e verdi e le poche forze rimaste coerentemente di centrodestra sono marginalizzate. Con loro dialogheremo. Così come faremo con chi nel gruppo ID non vuole limitarsi a posizioni oltranziste del No a tutto e ad ogni costo ma vuole provare a costruire davvero un’Europa diversa in cui le identità nazionali non vengano soffocate in nome della burocrazia e della finanza".

Giorgia Meloni sosterrà apertamente Donald Trump alle Presidenziali Usa facendo anche appello ai tanti italo-americani?
"Noi siamo rispettosi delle dinamiche politiche di ogni nazione. Come non amiamo che francesi, tedeschi o americani mettano il becco nelle elezioni italiane, non saremo noi a intrometterci in quelle americane. Gli elettori statunitensi hanno tutti gli elementi per giudicare. Quello che abbiamo visto noi da questo lato dell’Atlantico è stato un Trump che soprattutto prima del Covid ha saputo fare bene in economia tagliando le tasse e rilanciando gli investimenti pubblici. E abbiamo visto attacchi squallidi e una vergognosa campagna interna e internazionale dopo la vicenda di George Floyd. Penso che anche gli Italo-americani sapranno scegliere tra chi strizza l’occhio ai fanatici che abbattono le statute di Cristoforo Colombo e chi invece difende una storia comune. L’augurio è che la sera delle elezioni ci sia un vincitore riconosciuto, anche da parte democratica nel caso fosse Trump a riconfermarsi".

Che atteggiamento avrete nei confronti della Russia di Vladimir Putin?
"Nella nostra famiglia politica abbiamo tanti amici dell’Est europeo che portano le ferite delle politiche espansive della Russia sovietica e temono che la storia si ripeta. È un timore che comprendiamo e rispettiamo profondamente. Noi di FdI nei confronti della Russia di Putin abbiamo sempre avuto un atteggiamento pragmatico, criticando le sanzioni economiche che hanno danneggiato le imprese italiane e apprezzando l’intervento risolutivo contro l’Isis in Siria. Permangono molti aspetti critici nel rapporto con la Russia che affronteremo con lo stesso pragmatismo. Ho letto che anche Trump è preoccupato di non consegnare la Russia nelle mani dei cinesi. È un timore fondato anche per l’Italia che nel frattempo sta spalancando le porte ai cinesi".

Siete pronti a collaborare a Roma e a Strasburgo sul Recovery Fund e quindi anche sul Recovery Plan?
"Noi in Europa abbiamo votato a favore degli eurobond, senza i quali il Recovery Fund non sarebbe mai esistito. Avevamo chiesto di avere le risorse disponibili subito ma purtroppo arriveranno non prima della metà 2021. Siamo preoccupati dalle condizionalità che rischiano di essere più pesanti di quelle del MES. E siamo preoccupati perché riteniamo questo governo inadeguato alla sfida, dopo aver dilapidato decine di miliardi negli ultimi mesi. Ora ci aspettiamo che il governo ci convochi per spiegarci cosa vuole fare di quei soldi e per spiegargli cosa invece vorremmo farne noi. Sono piani che vanno oltre la fine di questa legislatura e non possono pensare di decidere senza coinvolgere veramente le opposizioni, le Regioni e le categorie. Ma non siamo molto fiducioso".

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