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Covid-19, boom in Messico dei viaggi in Usa per il vaccino
Vaccino

La Confindustria dei trasporti turistici messicani sta facendo i conti, in piena pandemia, con un fenomeno inaspettato.

Secondo un rapporto del Consiglio nazionale delle imprese turistiche (CNET) e del Centro per la ricerca e la competitività del turismo dell'Università di Anáhuac (Cicotour) tra marzo e maggio 2021, i viaggi dei messicani negli Stati Uniti sono triplicati, quasi un milione.

Nei tre mesi precedenti  analoghi viaggi non avevano raggiunto i 400000. Secondo il rapporto la spiegazione dell’inatteso boom sta nella pandemia e nel vaccino. I viaggi sono organizzati solo per farsi vaccinare contro il Covid-19.

Il direttore di Cicotour , Francisco Madrid,conferma questa analisi “Se confrontiamo marzo, aprile e maggio con il trimestre precedente, notiamo un significativo cambiamento. Questa differenza è rappresentata dal turismo vaccinale, perchè non ci sono state altre motivazioni sostanziali. Inoltre la conferma a questa tesi viene da molte informazioni ricevute da compagnie aeree e agenzie di viaggio, statistiche di copertura vaccinale per gli ispanici negli Stati Uniti e una spesa media dei viaggiatori bassa in quanto sono viaggi più brevi”.

Il boom dei viaggi negli Stati Uniti è coinciso con un momento in cui la vaccinazione contro il Covid-19 in Messico stava rallentando: le iscrizioni per le persone con più di 50 anni infatti non si sono aperte fino al 28 aprile.

Il governo aveva previsto di vaccinare 15 milioni di over 60 anni e tutto il personale sanitario entro la fine di marzo, ma le scadenze sono state prorogate fino a maggio.

E a maggio si è registrato il record di turisti aerei dell'anno: 383.107.

Nel totale di questi viaggi  sono stati spesi 325 milioni di dollari.

Un comparto che ha favorito molti settori con i pacchetti all inclusive comprendenti aereo, hotel, auto e vaccino a costi compresi tra i 600 e i 1.000 dollari.

Tra le destinazioni : Texas, Arizona e Louisiana per primi, e poi California, Nevada o Florida.

La crescita dei viaggi dovuta alla vaccinazione ha regalato un po’ di ossigeno ad un settore molto martoriato dalla pandemia.

Il numero di messicani vaccinati negli States potrebbe essere quasi il doppio poiché nel rapporto non sono stati presi in considerazione tutti i viaggi fatti in macchina sulla striscia di confine.

In Messico ci si sta avviando verso una terza ondata e la Confindustria messicana ha stimato che nel 2020 sono stati persi quasi 800.000 posti di lavoro nel turismo.

Il paese è tornato al livello di casi giornalieri registrati a febbraio, quando era uscito dal punto più critico della crisi sanitaria. Due giorni fa 12.800 casi di Coronavirus, cifra che non era stata raggiunta negli ultimi cinque mesi, e 233 decessi. . Nell'area metropolitana della Valle del Messico, invece, l'aumento dei posti letto occupati dai malati di Covid-19 è passato da 1.600 a 2.500 in una settimana, ovvero è aumentato del 55% in soli sette giorni.

L’unica soluzione sta nel vaccino e il Governo di López Obrador continua nell’operazione. 630.000 dosi giornaliere con più di 53 milioni di vaccini dei 70 milioni di dosi ricevute. Dall'inizio della pandemia, più di 2,6 milioni di persone sono state infettate e almeno 235.740 sono morte a causa della malattia. Il Messico rimane comunque il quarto Paese al mondo con il maggior numero di morti per Coronavirus, dietro a Stati Uniti, Brasile e India.

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