Da Francesco alla Merkel, leader assenti ai funerali di padre Jacques
Padre Jacques rappresenta le radici cristiane e il lato umanistico-spirituale dell'Europa
Duemila persone dentro e centinaia fuori dalla cattedrale di Nôtre-Dame di Rouen ai funerali del padre 86enne Jacques Hamel, ucciso barbaramente da due terroristi dell'Is martedì scorso a Saint-Etienne-de-Rouvray.
La cerimonia è stata celebrata dal vescovo di Rouen, Dominique Lebrun, accompagnato da quello di Marsiglia nonché presidente della Conferenza dei vescovi francesi, Georges Pontier. In rappresentanza del governo, il ministro degli Interni, Bernard Cazeneuve. Presenti autorità locali e regionali tra le quali il sindaco Hubert Wulfranc.
Certo organizzazione e gestione della sicurezza sarebbero state quasi impossibili. Erano assenti Papa Francesco, il presidente francese Francois Hollande, quelli del Consiglio europeo Donald Tusk e della Commissione europea Jean-Claude Juncker, la cancelleria tedesca Angela Merkel e il premier italiano Matteo Renzi.
Eppure padre Jacques rappresenta le radici cristiane e il lato umanistico-spirituale dell'Europa (e se a ciò si aggiunge come è morto perché non santificarlo?). L'opposto dell'individualismo mediatico dominante. In termini di comunicazione, uno strumento per così dire di (co)-marketing fuori dal tempo. Padre Jacques come il passato (ma forse sarebbe meglio dire il futuro) della Chiesa cattolica. E' sotto gli occhi di tutti che le messe in Europa vengono sempre più celebrate da preti anzianissimi o provenienti da altri continenti. Del resto la Giornata mondiale della Gioventù ha anche l'obiettivo di aumentare le vocazioni - si pensi ai discorsi di Papa Francesco durante l'edizione di Cracovia, terminata domenica scorsa, con metafore tratte dal mondo digitale e a suore bellissime e preti che danzano gioiosi.