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Esteri
Cina,caos Evergrande durante il plenum. "Default e bancarotta". "No,ha pagato"

"Evergrande in bancarotta". Società tedesca avvia la procedura contro il colosso cinese, proprio mentre il plenum del Pcc celebra Xi Jinping

Giallo Evergrande. Proprio mentre si sta per concludere il cruciale sesto plenum del Partito comunista cinese, il colosso immobiliare oscilla pericolosamente tra il crollo e il rilancio. Il gruppo di consulenza tedesco Dmsa (Deutsche Marktscreening Agentur) ha chiesto ufficialmente la procedura di bancarotta per Evergrande per il mancato pagamento di interessi anche dopo i trenta giorni del periodo di tolleranza scattati alla scadenza di tre cedole di bond offshore per un totale di poco superiore ai 148 milioni di euro. Eppure il titolo vola alla borsa di Hong Kong dopo la notizia data da Bloomberg del pagamento di "almeno due cedole su tre". Intanto, a Zhongnanhai, Xi Jinping aspetta l'approvazione della risoluzione sulla storia che cementerà ulteriormente il suo ruolo all'interno del Partito, dunque del governo, dunque dello Stato. Con il sostanziale via libera verso il suo terzo mandato che dovrà essere certificato al congresso del 2022.

La cronaca è quella di una giornata sulle montagne russe per Evergrande. Quando in Cina era già notte fonda, Dmsa ha chiesto ufficialmente la bancarotta, ritenendo la società in default. La società indipendente di servizi per il mercato, in una nota inviata alla stampa, evidenzia come il colosso cinese nelle costruzioni abbia lasciato trascorrere 30 giorni dal mancato pagamento di due emissioni obbligazionarie scadute a fine settembre. "La stessa Dmsa ha investito in questi bond e non ha ricevuto alcun pagamento di interessi ad oggi. Ora stiamo preparando l'azione di bancarotta e chiediamo a tutti gli obbligazionisti di aggregarsi".

Ma Evergrande paga in extremis le cedole agli obbligazionisti offshore

Poco dopo, però, arrivano le indiscrezioni di Bloomberg. Evergrande avrebbe pagato gli interessi su almeno due bond su tre, in dollari. I titoli incriminati pagano un tasso d'interesse del 9,5% con scadenza nel 2022, del 10% con scadenza nel 2023 e del 10,5% con scadenza nel 2024. E il pagamento sarebbe arrivato in leggero ritardo oltre la scadenza del periodo di 30 giorni di tolleranza. Da qui la nota della società tedesca, ma il colosso cinese potrebbe evitare il default ufficiale anche questa volta. Anche perché l'emittente cinese Cailianshe ha confermato che diversi obbligazionisti hanno ricevuto i pagamenti delle cedole.

Le indicazioni sembrano essere queste anche dalla borsa di Hong Kong, dove oggi il titolo di Evergrande è in forte rialzo. Chiaramente non significa che sia tutto risolto, a partire dalla procedura avviata da Dmsa ma per finire soprattutto con i circa 300 miliardi di dollari di debiti da ripagare. Anche per questo la società continua a procedere nel tentativo di vendere asset per raccogliere liquidità. L'unità veicoli elettrici venderà 174.83 milioni di nuove azioni, con l'obiettivo di ampliare i finanziamenti alla produzione di veicoli a nuova energia (Nev). 

Evergrande, il piano del governo cinese è evitare il crollo fragoroso e procedere con un lento smantellamento

Intanto, però, ci si chiede soprattutto che cosa voglia fare il governo cinese. La sensazione è però la stessa degli scorsi mesi e settimane: Pechino non lascerà crollare Evergrande in modo fragoroso con possibili conseguenze sull'ordine sociale interno. Il Wall Street Journal sostiene, come si dice da tempo, che lo stato stia semmai smantellando il gigante "immobiliare "lentamente e dietro le quinte" in una sorta di "implosione controllata" attraverso la vendita di alcuni beni a società cinesi e limitando i danni per i creditori onshore e gli acquirenti di case e appartamenti in Cina. Meno prioritario guardare agli investitori stranieri, anche se l'ennesimo pagamento in extremis sembra dimostrare che si cerca comunque di evitare ufficialità di default e bancarotta.

Evergrande? Se sopravvive sarà una società molto più piccola. Attenzione di Pechino all'ordine pubblico

Il percorso sarà lungo, anche perché come dicono fonti vicine alla questione, potrebbero volerci anni per smontare l'azienda, che secondo il Wsj potrebbe sopravvivere "seppur in forma molto più piccola". Non a caso, nel frattempo, il fondatore Xu Jiayin ha dichiarato nei giorni scorsi che il tentativo dell'azienda sarà quello di spostarsi dal settore immobiliare a quello del trasporto sostenibile. Difficile però che Xu, simbolo della Cina "da bere", non subisca ripercussioni nell'era della rinnovata "prosperità comune". Nel frattempo, le autorità locali hanno ricevuto l'ordine di riunire contabili per esaminare le finanze locali di Evergrande, parlare con altri sviluppatori per completare i progetti incompiuti, e istituire squadre di forze dell'ordine per monitorare qualsiasi segnale di malcontento pubblico, dopo che nelle scorse settimane si erano verificate diverse proteste davanti alla sede di Shenzhen.

Nel frattempo, il sesto plenum si appresta a dare comunicazione degli esiti di quattro giorni di incontri a porte chiuse con una conferenza stampa in programma per venerdì, che illustrerà anche la terza risoluzione sulla storia del Pcc e della Repubblica Popolare.

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