Guerra alla droga, Usa pronti a colpire il Venezuela: identificati gli obiettivi. Trump frena e Maduro chiama Putin. L'Onu: "Raid inaccettabili" - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 17:48

Guerra alla droga, Usa pronti a colpire il Venezuela: identificati gli obiettivi. Trump frena e Maduro chiama Putin. L'Onu: "Raid inaccettabili"

Obiettivi militari sospettati di essere usati per il traffico di droga. Trump manda un messaggio a Maduro: "È ora di farsi da parte"

Washington pronta a colpire obiettivi militari legati al narcotraffico per mandare un messaggio a Maduro

L'Amministrazione Trump ha individuato potenziali obiettivi in Venezuela, tra cui strutture militari sospettate di essere utilizzate per il traffico di droga. Lo hanno indicato al Wall Street Journal funzionari statunitensi a conoscenza della questione, secondo i quali se il presidente Donald Trump decidesse di procedere con gli attacchi aerei si tratterebbe di un messaggio chiaro al leader venezuelano, Nicolás Maduro: è ora di farsi da parte. Sebbene il presidente non abbia ancora preso una decisione definitiva su un eventuale intervento via terra, le fonti hanno sottolineato che una campagna aerea si concentrerebbe su obiettivi considerati da Washington nodi cruciali nei legami tra il regime di Maduro e le reti del narcotraffico.

Tra i siti presi in esame figurano porti e aeroporti controllati dall'esercito, che secondo gli Stati Uniti sarebbero utilizzati per il transito di droga. Uno degli obiettivi principali del secondo mandato di Trump è fermare il flusso di stupefacenti verso gli Stati Uniti, in particolare del fentanyl, responsabile ogni anno di decine di migliaia di morti. Dall'insediamento del nuovo governo, Washington ha dispiegato una potenza militare senza precedenti nei Caraibi contro i presunti trafficanti attivi nella regione.

Attacchi aerei contro obiettivi all'interno del territorio venezuelano rappresenterebbero una significativa escalation della campagna, finora limitata a operazioni contro imbarcazioni sospettate di trasportare droga. Tuttavia, osservano esperti citati dal Wall Street Journal, il fentanyl viene prodotto in Messico con precursori chimici provenienti dalla Cina, e non vi sono prove che il Venezuela, sia coinvolto nella produzione o nel traffico di questa sostanza sintetica. Il Paese sudamericano rimane però una rotta di transito per la cocaina colombiana, e diversi alti funzionari civili e militari venezuelani sono stati accusati dai procuratori statunitensi di contrabbando di droga.

Nel frattempo, l'Amministrazione Trump ha intensificato la sua campagna contro Maduro, nel tentativo di presentarlo come il capo di un'organizzazione criminale impegnata a "inondare" gli Stati Uniti di stupefacenti — un'accusa respinta da Caracas. "In Venezuela, c'è un narco-Stato gestito da un cartello", ha dichiarato la scorsa settimana il segretario di Stato Marco Rubio, figura chiave nella strategia di pressione di Washington.

Il Pentagono ha inviato una portaerei nella regione, dove gli Stati Uniti dispongono già di diverse navi da guerra, migliaia di militari d'élite e velivoli avanzati. Nelle ultime due settimane, bombardieri B-52 e B-1 hanno effettuato diverse missioni di ricognizione lungo la costa venezuelana, con voli che lunedì hanno sorvolato per circa mezz'ora la terraferma e le isole del Paese, secondo i dati di tracciamento. In un passo insolito per un presidente, Trump ha inoltre confermato di aver autorizzato la Cia a condurre operazioni segrete in Venezuela.

La posizione dell'Onu. "I raid militari dell'amministrazione Trump contro imbarcazioni nel Mar dei Caraibi e nel Pacifico sono "inaccettabili": lo afferma il commissario dell'agenzia delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk che chiede l'apertura di un'inchiesta.

La frenata di Trump. Donald Trump ha detto di non prendere in considerazione attacchi all'interno del Venezuela, smentendo così le indiscrezioni del Wall Street Journal. Quando gli è stato chiesto se stesse valutando tale azione, il presidente ha risposto: "No".

Maduro chiama Putin. Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha scritto una lettera a Vladimir Putin chiedendogli un aiuto contro i raid nei Caraibi da parte degli Stati Uniti. Lo riferiscono fonti di Caracas al Washington Post secondo le quali il venezuelano avrebbe contattato anche la Cina e l'Iran. Maduro ha sollecitato assistenza militare e attrezzature per rafforzare le difese del Paese.