Esteri
Ucraina, la parola di chi comanda al Cremlino non vale un soldo bucato
Il principale giornale del regime comunista sovietico si chiamava Pravda, “Verità”, perché comunicava “la verità di regime” e la gente sapesse che cosa credere
Chi è anziano comunque non se ne meraviglia. Il principale giornale del regime comunista sovietico si chiamava “Pravda”, cioè “Verità”, e si chiamava così non perché dicesse la verità (gli capitava raramente) ma perché comunicava “la verità di regime” e la gente sapesse che cosa era obbligata a credere. Anche se era evidentemente falso. Contestare la “Pravda” poteva anche corrispondere ad assaggiare il clima della Siberia del Nord in inverno (la famosa Kolima).
Il risultato paradossale è che si potevano far vedere i film americani (cioè un mondo libero e prospero) perché i russi credevano che quella fosse la “verità di regime” del governo americano. In realtà gli americani dovevano essere poveri e disperati come loro. O peggio.
Ma il procedimento non era esclusivamente sovietico. Durante la guerra i tedeschi non si fidavano delle notizie ufficiali e i più coraggiosi, sfidando la Gestapo, ascoltavano la BBC. Questo perché anche il governo inglese avrebbe avuto interesse ad addomesticare le notizie ma in regime di democrazia, oltre che di difficile realizzazione, la falsificazione sarebbe stata pericolosa: gli anglosassoni disprezzano i bugiardi. Si ricordi come è andata a Nixon, per avere mentito. Dunque i tedeschi ascoltavano la BBC perché se gli inglesi avevano vinto lo diceva, ma se avevano perso diceva anche quello. Londra non forse non diceva tutta la verità, ma certo non mentiva spudoratamente.
Ecco perché la parola di chi comanda al Kremlino non vale un soldo bucato. Se oggi Putin mi dicesse che è pronto a dare inizio alla Terza Guerra Mondiale non gli crederei. Se dicesse che non lo farà mai, non gli crederei. Se dicesse che ama o che odia gli ucraìni, non gli crederei. Qualunque cosa dica non gli crederei. Non solo è un dittatore, ma è un dittatore russo: appartiene a un Paese dove una tradizione secolare vuole che non si mostri alcun rispetto né per la dignità né per l’intelligenza del cittadino comune. Gli si può persino raccontare che l'Ucraìna è piena di neonazisti e di terroristi e guai a lui se non fa finta di crederci.
Finché la Russia non tornerà alla democrazia rimarrà quella paria sociale e morale che fu dopo la Rivoluzione Ungherese e l’Invasione della Cecoslovacchia.