Junts volta le spalle a Sanchez: la Spagna sull’orlo di una nuova crisi di governo - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 18:17

Junts volta le spalle a Sanchez: la Spagna sull’orlo di una nuova crisi di governo

Al di là di come andrà a finire la vicenda, quello che appare ormai assodato è che la parabola politica di Sanchez sia ormai ai titoli di coda

di Vincenzo Caccioppoli

Sanchez a un passo dalla crisi in Spagna

Spirano forti venti di crisi in Spagna per il premier Pedro Sanchez, dopo che oggi il direttivo del partito indipendentista catalano Junts per Catalunya, che fa parte della maggioranza, ha deciso di togliere l’appoggio all’esecutivo. La decisione è stata presa in tre fasi.

In primo luogo, ieri pomeriggio, il comitato permanente, il cuore del partito, si è riunito per discutere lo stato di attuazione degli accordi. Questa mattina, all'inizio della riunione del comitato esecutivo, che costituisce la direzione allargata, Puigdemont ha esposto il suo punto di vista e ha difeso inequivocabilmente la risoluzione dell'accordo con il PSOE.

Infine, i leader di Junts hanno espresso il loro sostegno alla posizione del leader. Puigdemont critica il governo per almeno tre "fallimenti". In primo luogo, il fatto che l'amnistia non abbia raggiunto tutti i leader del processo indipendentista, a partire da lui, nonostante fosse stata approvata dal Congresso e a causa degli ostacoli di alcuni giudici.

In secondo luogo, il mancato ottenimento da parte del governo dell'approvazione da parte del Congresso – a causa del rifiuto di Podemos – del trasferimento delle competenze in materia di immigrazione alla Generalitat de Catalunya. E in terzo luogo, il mancato riconoscimento ufficiale da parte della Spagna da parte dell'Unione Europea delle lingue catalana, galiziana e basca.

Il governo sostiene di aver fatto tutto il possibile per rispettare questi accordi, ma che sono stati i giudici e rispettivamente Podemos e PP a impedirne il pieno rispetto. Resta da capire ora quali saranno le mosse del premier, assai indebolito da diverse indagini della magistratura che hanno decapitato i vertici del Psoe, e che hanno investito anche il fratello e la moglie, Begona Gomez, accusati a vario titolo di corruzione.

La decisione del Comitato Esecutivo di Junts dovrà essere confermata martedì dal Consiglio Nazionale del partito, il suo massimo organo tra un Congresso e l'altro, e sarà sottoposta all'approvazione degli iscritti in una consultazione che si terrà tra mercoledì e giovedì. Questa decisione di fatto potrebbe aprire una crisi di governo i cui risvolti sono ancora da capire.

Il patto di investitura firmato con Sánchez due anni fa è stato approvato dalla base neo-convergente con l'86% dei voti. I 7 deputati di Junts sono decisivi per la già fragilissima maggioranza progressista di coalizione minoritario Psoe-Sumar oltre appunto ai partiti indipendentisti. In termini numerici, in Spagna alle elezioni ha vinto il Partito Popolare, piazzato primo, ma senza voti sufficienti per governare. Nei giorni scorsi Sanchez aveva ribadito che il governo stava facendo tutto il possibile.

Il ritiro del sostegno al partito di governo, che per il terzo anno consecutivo rischia di non approvare la legge di bilancio, mette Sanchez di fronte ad una situazione a dir poco complessa. Secondo alcune fonti spagnole, ora potrebbe davvero diventare percorribile, la via della mozione di censura da parte del Partito Popolare, soluzione fino a ora evitata per mancanza di certezze e per la consapevolezza che la maggioranza si sarebbe sfaldata da sola.

Anche perché Sanchez riuscì a “spodestare” dal governo Rajoy sette anni fa, proprio grazie ai voti favorevoli di Junt alla sua mozione di censura. E in Spagna si vocifera di alcuni contatti informali tra i vertici del Pp e quelli di Junts per capire se possa effettivamente avere senso un'operazione di questo tipo.

Il Psoe è convinto comunque di riuscire a disinnescare questa mina, dicendosi pronto a nuove aperture a Junts. Ma al di là di come andrà a finire la vicenda, quello che appare ormai assodato è che la parabola politica di Sanchez, idolo della sinistra italiana ed uno degli ultimi leader progressisti rimasti sul proscenio europeo, sia quasi inevitabilmente ai titoli di coda.