L’Arabia Saudita mostra i droni dell'attacco al petrolio: "Sono iraniani"
Riad sta lavorando alla "localizzazione esatta" del luogo da cui i droni sono partiti. "L'attacco è stato lanciato da nord ed è stato sostenuto dall'Iran"
"Tutte le prove che abbiamo raccolto dai siti dimostrano che sono stati usati armamenti iraniani nell'attacco. Tutte le prove che abbiamo raccolto puntano all'Iran". Lo ha detto in una conferenza stampa il portavoce del ministero della Difesa saudita nonché portavoce della coalizione a guida saudita che combatte contro i ribelli Houthi in Yemen, Turki al-Malki.
"I missili da crociera usati" negli attacchi agli impianti petroliferi sauditi sono tecnologicamente "avanzati", "abbiamo la data di produzione che è il 2019 - i Guardiani della Rivoluzione dell'Iran hanno questo tipo di armi", ha aggiunto.
ARABIA SAUDITA: RIAD, ATTACCO LANCIATO DA NORD, PUNTO ESATTO ANCORA NON APPURATO
L'attacco contro gli impianti petrolieri sauditi "è stato lanciato da nord ed è fuori discussione che sia stato sponsorizzato dall'Iran. Stiamo lavorando per conoscere il punto esatto" da cui è partito. Lo ha dichiarato in una conferenza stampa il portavoce del ministero della Difesa saudita nonché portavoce della coalizione a guida saudita che combatte contro i ribelli Houthi in Yemen, Turki al-Malki.
Il portavoce, che ha mostrato alcuni rottami dei droni e dei missili usati nell'attacco, ha sottolineato che "non è partito dallo Yemen nonostante gli sforzi dell'Iran di farlo apparire come tale". Al-Maliki ha quindi definito i raid contro i due impianti dell'Aramco "un attacco all'economia globale" e ha evidenziato che sono stati utilizzati 25 tra droni e missili. Il portavoce ha quindi sostenuto che il regno saudita è in grado di "proteggere le sue infrastrutture".
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