L'Onu regola il commercio d'armi. Ma le lobby Usa non ci stanno
Il Trattato per il controllo delle armi convenzionali approvato dall'Assemblea generale dell'Onu è "forte, efficace e da implementare". E' il capo della diplomazia americana, John Kerry a dirsi soddisfatto per la posizione assunta da Washington al Palazzo di Vetro, la prima a livello internazionale da quando Kerry e' a capo della diplomazia americana. L'accordo, ha proseguito il segretario di Stato che ha preso il posto di Hillary Clinton, non infrange il Secondo emendamento che nella Costituzione americana sancisce il diritto di portare armi ma "rafforza la sicurezza globale e al tempo stesso protegge il diritto sovrano degli Stati nel commerciarle". Ma gia' la lobby dei produttori di armi si prepara a dar battaglia contro la ratifica.
L'accordo, il primo sulla armi da quello che bandiva i test nucleari siglato nel 1996, regolera' la compravendita di blindati, artiglieria di grosso calibro, velivoli da combattimento, navi da guerra, missili e lanciamissili e anche armi di piccolo calibro per un valore complessivo di 80 miliardi di dollari annui. L'accordo, pero', dovra' essere ratificato dagli Stati e la National Rifle Association, la lobby dei produttori di armi entrata nel mirino dell'amministrazione Obama dopo la strage di Newtown, ha fatto sapere gia' che si opporra'.