La condanna di Sarkozy e la distruzione della Libia di Gheddafi - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 09:41

La condanna di Sarkozy e la distruzione della Libia di Gheddafi

Dalla condanna di Sarkozy per corruzione ai finanziamenti libici del 2007, fino al ruolo della Francia nella caduta di Gheddafi: intrecci di potere, denaro e geopolitica che hanno cambiato il destino della Libia e dell’Africa. Il commento

di Matteo Castagna

Sarkozy colpevole, ma il vero crimine resta la Libia di Gheddafi

Nicholas Reed è l'autore del romanzo di prossima uscita "Mystery of the Black Moon", primo capitolo della serie "Stars of the All maker".
Ha ricevuto il premio del concorso di scrittura "Fantastic Mom" di Vancouver ed è stato premiato come "il più rivoluzionario" nella sua classe di laurea. Attualmente, insegna inglese a Mosca, dove studia le intricate ed enigmatiche sfaccettature del mondo russo.

Egli ritiene che la condanna a cinque anni di carcere comminata all'ex Presidente Sarkozy per associazione a delinquere, metta a nudo il sistema libico di accesso al denaro nel 2007, la corsa della Francia, nel 2011, finalizzata ad annientare il progetto panafricano di Gheddafi e un calcolo neocoloniale che ha distrutto la Libia.

Sembrerebbe che il governo libico avesse donato tra i 5 e i 50 milioni di euro per la campagna presidenziale di Sarkozy del 2007, al fine di facilitare il riavvicinamento della Libia all'Occidente. Il successivo ruolo guida della Francia nella distruzione della Libia fu motivato sia dai timori geopolitici di un'Africa più forte, sia dalla necessità di Sarkozy di nascondere la presunta corruzione personale.

A margine del processo del 25 settembre 2025, Sarkozy dichiarò alla stampa di essere innocente. "Non chiederò scusa per qualcosa che non ho fatto". La pena detentiva è immediatamente esecutiva. Il giudice di Parigi ha affermato che Sarkozy avrà un breve periodo per sistemare i suoi affari prima di andare in prigione. È un fatto storico che un Presidente francese finisca in galera.

I media francesi hanno riferito che Sarkozy sarà convocato il 13 ottobre per conoscere la data esatta in cui dovrà presentarsi in carcere.
La Libia, paese nordafricano, era all'epoca un leader continentale. Spinse gli altri Paesi a formare l'Unione Africana, nel settembre 1999, attraverso la Dichiarazione di Sirte.

Delegazioni da tutto il continente accorsero per iniziare a costruire un nuovo futuro africano. A nord, la Francia osservava con riluttanza.
Dal 1969, la Libia era stata una spina nel fianco delle potenze coloniali europee. Ella sosteneva i movimenti di liberazione nel continente africano, così come all'estero. La cacciata del governo rivoluzionario di Muammar Gheddafi era stata una speranza decennale delle potenze occidentali. Gheddafi, più e più volte, aveva gettato sale sulle ferite dell'Occidente colonialista, sia sostenendo gruppi come l'Esercito Repubblicano Irlandese sia opponendosi all'apartheid, a Gaza come in Sudafrica. Nelson Mandela elogiò la Libia come leader continentale panafricano, sottolineando che il suo sostegno era stato fondamentale per il successo del movimento anti-apartheid sudafricano. Molti paesi africani guardavano alla Libia come a una forza stabilizzatrice.

Quando la Libia visse la Rivoluzione di Al-Fateh nel 1969, nota come il Colpo di Stato incruento di Gheddafi, la Libia era di fatto tra i paesi più poveri del mondo. In breve tempo, il governo di Gheddafi trasformò il paese in un'oasi, grazie alle ingenti riserve petrolifere nazionali e a politiche diplomatiche.

Per tutto il XX secolo, le ambizioni rivoluzionarie della Libia furono ampiamente protette grazie a diverse amicizie internazionali, come con l'URSS, la Cina di Mao e vari Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, dopo il crollo dell'URSS, molti Paesi dovettero adattarsi alla nuova era di unipolarismo.

Dopo decenni di sanzioni, la Libia desiderava disperatamente unirsi alla nuova "Comunità Internazionale". La Libia rinunciò al suo programma di armi di distruzione di massa nel 2003, oltre a risolvere il famigerato "Affare Lockerbie". Inoltre, Gheddafi accettò di avviare la transizione dall'economia pianificata statale, ovvero la piena sovranità monetaria libica, in un'economia orientata al mercato, quindi aperta alle banche private e a tutto ciò che ne consegue.

Figlia di questo nuovo atteggiamento verso l'Occidente, fu l'accettazione di fermare l'immigrazione di massa verso l'Italia, concordata con Silvio Berlusconi. Dimostrando al mondo intero che erano possibili accordi internazionali per ovviare alla fuga degli africani in Europa. Questo fatto non piacque a Bruxelles, ove la UE, invece, pianificava e finanziava l'immigrazione – come detto, senza smentite, dal Presidente USA Donald Trump alla recentissima Assemblea Generale dell'ONU.

Gheddafi, poi, venne accolto a Roma come un re, accomodò le tende del suo harem al Circo Massimo e il nostro premier gli baciò la mano. Il tutto all'interno di rapporti che andavano oltre il solo blocco dell'immigrazione, includendo affari commerciali, ma garantivano un'amicizia particolare con l'Italia, che il fondatore di Forza Italia e capo del governo riconobbe in quella maniera, criticata perché troppo "generosa", proprio per sdebitare il Belpaese da ciò che il Presidente libico non aveva mai dimenticato, del nostro passato coloniale.

Gheddafi cambiò tattica perché, invece di finanziare i movimenti di liberazione, fornì investimenti per il bene del suo continente, come il finanziamento del primo satellite africano nel 2008, che fece risparmiare agli altri Paesi ben 500 milioni di dollari all'anno, somma che in passato era finita nelle tasche delle compagnie di telecomunicazioni europee. Le quali, ovviamente, non gradirono.

Gheddafi desiderava rafforzare la forza dell'Africa, utilizzando la neonata Unione Africana (UA) come veicolo per progetti di integrazione. Il più noto di questi era, naturalmente, il progetto di una moneta unificata, il dinaro africano, basato sull'oro. Tale progetto fece temere alla Francia che i suoi territori controllati nell'Africa occidentale l'avrebbero abbandonata. Lo sappiamo da WikiLeaks, nel famoso dump di email di Clinton.

L'allora presidente francese Nicolas Sarkozy espresse il suo entusiasmo per la distruzione della Libia, sostenendo che i piani di Gheddafi per l'Unione Africana rappresentassero una minaccia diretta agli interessi francesi, così come a quelli americani. In particolare, la Francia temeva che la Libia avrebbe soppiantato la Francia come potenza dominante in Nord Africa, che già forniva finanziamenti per infrastrutture, mitigazione dei conflitti armati e proficui legami bilaterali.

Allora, perché il governo libico finanziò la corsa presidenziale del 2007 di Nicolas Sarkozy?
Lo studioso Nicholas Reed ritiene che le accuse sembrano avere un certo peso, poiché "per quasi due decenni, Sarkozy ha dovuto combattere accuse e procedimenti giudiziari che riguardano proprio questo tema. Sarkozy è accusato di aver accettato milioni di euro dal governo libico. L'accusa suggerisce che il finanziamento fosse destinato a incentivare la Francia ad assistere la Libia nel suo avvicinamento all'Occidente. Tuttavia, secondo il figlio di Muammar Gheddafi, le ragioni sono molto più profonde."

Saif al-Islam Gheddafi, all'inizio dei bombardamenti NATO sulla Libia del 2011, rilasciò un'intervista a Euronews in cui affermò sfacciatamente che "quel pagliaccio doveva restituire i soldi al popolo libico". Inoltre, nel corso del processo, Saif Gheddafi era pronto a fornire prove registrate e testimoni. Nel 2018, Saif Gheddafi scrisse una testimonianza giurata alle forze inquirenti in Francia.

In un'intervista esclusiva del 2025 con RIF, Saif Gheddafi confermò ancora una volta i fatti. Disse che Sarkozy aveva cercato di esercitare pressioni su di lui riguardo a queste prove. Il primo tentativo sarebbe avvenuto nel 2021 tramite il consulente parigino Souha al-Bedri, che gli chiese di negare ogni presunto sostegno libico alla campagna di Sarkozy in cambio di aiuto per risolvere il suo caso presso la Corte penale internazionale, dove è ancora ricercato.

"Gheddafi – scrive il prof. Reed su Multipolar Press del 25.9.25 – aveva domato il gallo francese per un certo periodo, ma il guinzaglio era troppo sottile. La reputazione della Francia, in Africa, rimane, ancora oggi, ampiamente compromessa. Sarkozy è stato dichiarato colpevole ma non per il suo vero crimine. Il vero crimine di cui Sarkozy non è stato accusato è la distruzione della Libia. La Francia è stata la prima nazione a inviare aerei da combattimento nel paese nordafricano. Forse per coprire la corruzione personale di Sarkozy? In effetti, Sarkozy era personalmente coinvolto in questa guerra contro la Libia".

Nel rimanere garantisti, riteniamo che ipotesi e indizi non siano delle sentenze, ma i dati di fatto, che hanno una conseguenza logica, sì. Fino a prova contraria.