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Esteri
"Migranti vendetta di Lukashenko".La Lituania vuole un muro con la Bielorussia

I governi di Polonia e Lituania hanno chiesto aiuto all'Ue contro l'uso "cinico" dell'immigrazione clandestina come "un'arma" da parte della Bielorussia. I due Paesi sono i "bersagli principali" della "guerra ibrida" lanciata dal regime del presidente Aleksander Lukashenko, hanno denunciato il premier polacco, Mateusz Morawiecki, e l'omologa lituana, Ingrida Simonyte: la Lituania, insieme alla Polonia e ad altri partner dell'UE, stanno "facendo fronte" a tale pressione per preservare l'integrita' delle frontiere esterne dell'UE, si legge nella nota congiunta, e in questo modo stanno rispettando i loro "obblighi internazionali".

Ma la situazione al confine con la Bielorussia non mostra segni di miglioramento e il numero di migranti illegali che entrano nel Paese e' in aumento. Secondo la Reuters, che ha visto una lettera della presidenza slovena ai Paesi partner, i ministri dell'Interno dell'Unione europea e i rappresentanti dell'agenzia Frontex e di Europol discuteranno la questione in modalita' on-line il 18 agosto. Tanto che la Lituania vuole costruire un muro (o quasi) al confine con la Bielorussia per fermare i flussi di migranti che, in un braccio di ferro con l'Europa, il governo di Aleksandr Lukashenko sta mandando alla frontiera con l'Ue come vendetta per le sanzioni contro il suo regime.

Secondo Frontex, l'Agenzia Ue della guardia di frontiera e costiera, sono più di 4mila i migranti, tra cui tanti minori, che hanno attraversato il confine quest'anno - erano stati appena 80 nel 2020 -, ma per il ministero degli Esteri si potrebbe presto toccare quota 10mila, scrive il Messaggero. Si tratta principalmente cittadini iracheni (due su tre), ma anche siriani e congolesi, che arrivano in Bielorussia in aereo in provenienza soprattutto da Iraq e Turchia, e che si muovono poi verso la Lituania, punto più vicino di accesso al territorio Ue. 

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