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Esteri
Navalny condannato a 3 anni e mezzo: proteste in piazza, oltre 1000 arrestati

Navalny: oltre 1.050 arresti fra manifestanti dopo condanna

Sono quasi 1.400 le persone che sono state arrestate in Russia durante le proteste organizzate martedì a sostegno del leader dell'opposizione Aleksei Navalny e dopo la sentenza deltribunale che lo ha condannato al carcere con un verdetto che ha scatenato le proteste dei suoi sostenitori e l'indignazione delle cancellerie occidentali. Il dato è dell'ong russa OVD-Info.   Secondo gli osservatori, nello specifico 1.116 persone sono state arrestate a Mosca e 246 a San Pietroburgo, la seconda città più grande del Paese; e altre 15 persone sono state fermate in varie città più piccole.    A Mosca, la polizia antisommossa è stata filmata mentre picchiava i manifestanti con i manganelli.

Navalny: CPJ, oltre 100 giornalisti arrestati o intimiditi

Sono oltre un centinaio i giornalisti che sono stati arrestati o comunque maltrattati dalla polizia russa mentre seguivano per i rispettivi organi di stampa le proteste pro Navalny dello scorso 31 gennaio. E' la denuncia del Committee to protect Journalists, che chiede il loro rilascio immediato e incondizionato. Il numero dei giornalisti arrestati o intimiditi perché non svolgessero il loro dovere di cronaca è di 122, secondo il CPJ. 

Navalny condannato a 3 anni e 5 mesi di carcere

Il tribunale Simonovsky di Mosca ha accolto le richieste del Servizio penitenziario russo e della procura generale e ha condannato a tre anni e cinque mesi di detenzione l'oppositore di Putin Aleksei Navalny. In un'udienza tenutasi per l'occasione alla sede del tribunale della città di Mosca, Navalny è stato ritenuto colpevole di aver violato i termini della libertà condizionale, nei cinque mesi che è stato in Germania per curarsi, dopo il suo avvelenamento avvenuto in Siberia, lo scorso agosto. I giudici hanno così accettato di commutare la libertà vigilata in detenzione effettiva.

Prima che il giudice leggesse la sentenza, Navalny - presente in aula dietro un vetro - ha scambiato sorrisi con la moglie Yulia a cui ha fatto da lontano con le mani il segno di un cuore. "Non essere triste, andrà tutto bene!", ha poi gridato Aleksei Navalny alla moglie una volta sentito il verdetto.

Il giudice che ha condannato Aleksei Navalny a 3 anni e mezzo di carcere ha però riconosciuto uno "sconto" di un anno, considerando il tempo che l'oppositore ha gia' passato agli arresti domiciliari. Nel 2014, Navalny era stato condannato a tre anni e mezzo con la condizionale nel cosiddetto 'caso Yves Rocher' per appropriazione indebita. La procura aveva chiesto di commutare la liberta' vigilata in tre anni e sei mesi di carcere, ma il giudice ha tenuto conto dell'anno gia' trascorso ai domiciliari. L'oppositore dovra' cosi' scontare in carcere due anni e sei mesi, riporta la radio Eco di Mosca.

I legali di Aleksei Navalny hanno annunciato che faranno appello contro la sentenza.

Navalny, il suo team invita alla protesta: "Suicidio dello stato putiniano"

Intanto il team di Navalny invita a una "protesta immediata a Mosca" dopo la condanna dell'oppositore. "Venite subito alla piazza del Maneggio! Il nostro Paese e' piombato nella piu' completa illegalita', dobbiamo opporci", si legge in un tweet postato dal Fondo anticorruzione. "Non ci sono tribunali, giustizia, non c'è Stato. Oggi abbiamo assistito in diretta al suicidio dello Stato putiniano". Così su Twitter uno dei più stretti collaboratori di Aleksei Navalny, Leonid Volkov, ha commentato il verdetto di condanna a tre anni e mezzo di detenzione emesso contro l'oppositore.    "Questo regno di bugie sarà sostituito da una nuova Russia", prosegue Volkov, "sarà moldo difficile, ma necessario. E ce la possiamo fare, lo abbiamo visto con le manifestazioni del 23 e del 31 gennaio".

Navalny, Sassoli: "Europa unita nella richiesta di rilascio immediato" 

"L'Europa è unita nella sua richiesta per il rilascio immediato di Alexey Navalny. Chiediamo inoltre che la persecuzione e la violenza contro i manifestanti cessino". Lo scrive in un tweet il presidente dell'Europarlamento, David Sassoli.

Navalny: Gb e Germania condannano sentenza, "Rilasciatelo"

Germania e Regno Unito sono stati i primi Paesi a condannare la sentenza con cui a Mosca sono stati comminati due anni e mezzo di carcere all'oppositore Aleksei Navalny. Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, su Twitter ha parlato di un "triste colpo allo Stato di diritto e alle libertà fondamentali in Russia" e ha chiesto la liberazione immediata dell'oppositore.     Dal canto suo, il Regno Unito - per bocca del ministro degli Esteri Dominic Raab - ha chiesto il "rilascio immediato e incondizionato" di Navalny, denunciando la decisione "perversa" dei tribunali russi che dimostra come il Paese non adempia agli "impegni più elementari che ci si aspetta da qualsiasi membro responsabile della comunità internazionale".

Navalny, Usa chiedono "rilascio immediato e incondizionato"

Gli Stati Uniti chiedono a Mosca il rilascio "immediato e incondizionato" di di Alexei Navalny, leader dell’opposizione russa, condannato a tre anni e mezzo di carcere. Lo ha detto il segretario di Stato americano, Tony Blinken, definendosi "preoccupato" per la sentenza di condanna.

Navalny, Bellanova: "Ue faccia sentire la sua voce con la Russia"

"2 anni e cinque mesi di carcere per l’oppositore russo Aleksej Navalny, con l’inconcepibile accusa di aver violato la libertà condizionale nei mesi di convalescenza in Germania dopo essere scampato all'avvelenamento. Navalny paga con la libertà, dopo aver rischiato di pagare con la morte, la scelta coraggiosa di portare avanti l'opposizione al governo di Vladimir Putin dalla Russia. Una decisione profondamente ingiusta, una macchia indelebile nella storia di quel Paese. A quanti hanno manifestato per la democrazia nelle vie delle città russe e al loro leader tutta la nostra solidarietà. All’Italia, all’Unione Europea ed alla comunità internazionale l’invito a far sentire con forza la propria voce". Lo scrive Teresa Bellanova di Italia viva.

"Una dittatura che condanna un attivista anti corruzione con accuse palesemente infondate è un regime che mostra tutta la sua paura. Libertà per Alexei Navalny e tutti gli attivisti arrestati. La verità non si può fermare". Scrive invece Lia Quartapelle del Pd.

Navalny, Lavrov: "Crediamo che l'avvelenamento sia stato una messinscena"

La Russia "ha tutte le ragioni di credere che l'avvelenamento di Aleksei Navalny sia stato una messinscena". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, prima del suo incontro con l'omologa svedese, Ann Linde.    "Alla luce dei risultati delle indagini, non ci è stata fornita alcuna informazione che possa effettivamente dimostrare la validità delle accuse contro il governo russo", ha detto Lavrov. "Se si muove un'accusa, bisogna portare delle prove. Che il paziente stesso non lo consenta, fa sì che noi abbiamo tutte le ragioni per credere che questa sia una messa in scena", ha aggiunto.

"Nei colloqui di oggi farò presente che la Svezia e l'Ue sono preoccupate dal deterioramento della democrazia, della società civile e dei diritti umani in Russia", ha dichiarato Linde, presidente in carica dell'Osce, prima dell'incontro. "Solleverò anche la questione dell'attacco con gas nervino ai danni di Navalny", ha aggiunto il ministro svedese, "vogliamo discutere tutte queste questioni in maniera aperta e onesta, senza alcun pregiudizio, perché, in qualità di vicini, dovremmo essere ovviamente interessati in avere relazioni normali e positive.   

Un laboratorio militare svedese "ha presentato la conclusione che Navalny sia stato avvelenato con qualche nuova sostanza del cosiddetto gruppo Novichok", ha ricordato Lavrov, secondo il quale le indagini svolte dalla Svezia e dai Paesi europei "non rispettano alcun requisito di trasparenza". "La Svezia e la Germania stesse non vogliono essere trasparenti nelle loro conclusioni, che stanno utilizzando per portare avanti istanze anti-russe", ha proseguito Lavrov. "Le nostre relazioni bilaterali comprendono buoni esempi di sviluppi positivi ma, nel complesso, il loro stato lascia certo molto a desiderare".

"Abbiamo sentito dichiarazioni su una cosiddetta minaccia militare russa e altra retorica anti-russa ma, purtroppo, tutte le nostre proposte per promuovere il dialogo su una larga parte di questioni che suscitano preoccupazione sono rimaste senza risposta", ha concluso il capo della diplomazia del Cremlino.

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