Pussy Riot, Nadia potrebbe essere liberata
Una componente del gruppo punk Pussy Riot, Nadezhda Tolokonnikova, che sconta una condanna a due anni in campo di lavoro per una "preghiera punk" contro il presidente russo Vladimir Putin, ha presentato una richiesta di libertà condizionata, che secondo il suo avvocato potrebbe essere accolta. L'avvocato Irina Khrunova ha depositato la richiesta presso un tribunale della Mordovia, regione a a 640 chilometri a est di Mosca dove si trova in carcere la Pussy Riot, ha detto la legale al quotidiano Kommersant. Una portavoce del tribunale Zubo-Poliansky della Mordovia, Tatiana Badiashkina, ha confermato la registrazione del fascicolo, che potrebbe essere esaminato nel giro di un mese.
Tolokonnikova ha "tutti i motivi di beneficiare della libertà condizionata", dato che non è entrata in conflitto nè con l'amministrazione penitenziaria nè con gli altri detenuti, ha detto la legale a Kommersant. "Inoltre ha una figlia in tenera età, è inserita nella società e ha offerte di lavoro dopo la sua liberazione" ha detto ancora Khrunova, spiegando che molte gallerie d'arte sono pronte a ingaggiare la ragazza. La legge russa prevede che i condannati possano beneficiare della libertà condizionata dopo aver scontato almeno metà della pena. Nadezhda Tolokonnikova, Maria Alekhina e Ekaterina Samutsevich sono state arrestate a febbraio 2012 dopo aver eseguito nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca una preghera punk chiedendo alle Vergine di "cacciare Putin". Ad agosto scorso sono state condannate a due anni di carcere per "incitamento all'odio religioso". Al termine del processo d'appello a ottobre una di loro, Ekaterina Samutsevich, si è vista sospendere la pena ed è stata liberata.