Esteri
Ucraina, "per Trump guerra peggiore del Medio Oriente. Unica soluzione è quella alla coreana con il cessate il fuoco subito"
L'analisi dello stratega militare e geo-politico Paniccia

Meeting Trump Putin in Alaska
"Putin ha posto quale condizione sine qua non per far finire la guerra, il totale controllo del Donbass. Una richiesta che per il momento appare assolutamente inaccettabile da parte ucraina"
"La situazione sul campo difficile. L'offensiva estiva russa non ha portato i risultati sperati, nonostante la mole degli arruolamenti a contratto, la maggiore flessibilità, l'uso dei droni massiccio. Il 30 per cento degli oblast ucraini non è in mano russa: Sloviansk, Kramatorsk e Pokovrovsk sono roccaforti ucraine che non hanno ceduto agli assalti. Certamente vi è stata un'avanzata negli ultimi mesi, ma non appunto così influente considerate le notevoli perdite di uomini e materiali ed è probabile che anche se gli attacchi dovessero proseguire, è difficile che in queste condizioni i russi riescano a sfondare il fronte". Arduino Paniccia, presidente della Scuola di guerra economica e competizione internazionale di Venezia (Asce), analizza in un'intervista ad Affaritaliani, la situazione militare della guerra tra Russia e Ucraina.
"Dal canto loro gli ucraini continuano a soffrire di mancanza di uomini, mentre con il piano Purl (l'acquisto europeo di armi dagli Usa) cercano di supplire alla penuria di armamenti con l'arrivo di Trump alla Casa Bianca. La Russia utilizza e produce sempre più droni, 200 attacchi al giorno, volano ad alta quota e sono più difficili da abbattere. Le formazioni di forze speciali sono di dimensioni ridotte e poco intercettabili, i carri sono nelle retrovie anche se l'economia di guerra produce oltre 150 carri al mese. Da ultimo entrambi colpiscono depositi, infrastrutture e raffinerie in territorio nemico: la Russia ogni notte con sempre maggiore determinazione per lasciare intere aree civili senza riscaldamento ed energia. Gli ucraini colpiscono obiettivi mirati, raffinerie. 16 fino ad oggi in profondità in territorio russo. Putin chiede in sostanza i cinque oblast, Zelensky garanzie per il futuro. Uno stallo difficilmente conciliabile a breve", spiega lo stratega militare.
Quanto al vertice Usa-Russia che si sarebbe dovuto tenere in Ungheria tra Trump e Putin e che al momento sembra saltato (ma non è ancora certo al 100%), Paniccia afferma: "Trump si appresta ad assaporare la seconda vittoria dopo Gaza, ma la vicenda ucraina si presenta addirittura più ostica e complessa di quella mediorientale. Di fatto, Putin ha posto quale condizione sine qua non per far finire la guerra, il totale controllo del Donbass. Una richiesta che per il momento appare (oltre tutte le altre) assolutamente inaccettabile da parte ucraina. In attesa degli eventi dei prossimi giorni, considerata la intricatissima situazione dalle parole di Trump apparsa comunque un'unica linea veramente perseguibile: fermarsi nelle posizioni in cui si trovano oggi Russia e Ucraina, cessare il fuoco e negoziare poi qualcosa più avanti", spiega l'analista militare e geo-politico.
"Cessare il fuoco, che non si può non concordare che in questo momento, è l' operazione fondamentale. Più dei numerosissimi ma spesso vuoti incontri, più delle lunghe e complesse conferenze diplomatiche. Quella che abbiamo definito soluzione alla coreana verso la quale sembra deciso a convergere e giustamente il presidente Trump. Anche se ieri sera è stato rinviato l'incontro tra Rubio (segretario di Stato Usa, ndr) e Lavrov (ministro degli Esteri russo, ndr) e Putin continua a dichiarare che non accetterà nessuna tregua, la sostanza non cambia . Quella di Trump è la proposta giusta e più rapida per arrivare alla fine del conflitto: cessate il fuoco subito.", conclude Paniccia.
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