Shalabayeva, Procaccini: "Alfano sapeva"
Il ministro Alfano sapeva che i kazaki erano alla ricerca di Mukhtar Ablyazov ma non era a conoscenza, almeno nell'immediatezza dei fatti, del fermo della moglie del dissidente, Alma Shalabayeva, e della figlia Alua, poi rimpatriate, con tanto di decreto di espulsione, dopo un fallito blitz delle forze dell'ordine nella villa di Casal Palocco. Ricalca in buona sostanza quanto dichiarato pochi giorni fa a 'Repubblica', l'audizione di Giuseppe Procaccini, l'allora capo di gabinetto del ministro dell'Interno, sentito questa mattina in procura per circa due ore.
Procaccini, che, fino alla recente intervista al quotidiano, aveva osservato un rigoroso silenzio sulla vicenda preferendo attendere tempi migliori anche per la valutazione di interessanti proposte di lavoro che gli sono piovute dopo le dimissioni da braccio destro di Alfano, ha ricostruito con il pm Eugenio Albamonte quanto accaduto lo scorso maggio quando il ministro dell'Interno lo invito' a ricevere al Viminale l'ambasciatore kazako. Rispondendo alle domande del magistrato, Procaccini ha anche spiegato perche' non aveva mai rappresentato per iscritto, nelle relazioni di servizio, il suo operato nel caso Shalabayeva: "Nessuno me lo ha mai chiesto", si e' giustificato il prefetto in pensione.
Il pm Albamonte, che ha gia' ascoltato, sempre come persone informate sui fatti, altri funzionari e dirigenti che hanno avuto un ruolo nella vicenda, dopo essere stati coinvolti dall'autorita' kazake nel blitz eseguito nella villa di Casal Palocco, proseguira' la sua istruttoria con altre audizioni. Per fine mese, salvo slittamenti, potrebbe svolgersi quella di Alma Shalabayeva che sara' sentita nella doppia veste di indagata e parte offesa, e quindi in presenza di un avvocato.