Esteri
Spagna: Sanchez pensa all'indulto per gli indipendentisti catalani

Si va verso una soluzione politica i leader dell'indipendenza per i condannati per le rivolte del 2017
Casado avverte Sánchez che la grazia "sarà il suo accordo e l'epitaffio del Psoe costituzionale". Casado ha sottolineato che "rispettare la legge non è vendetta, difendere l'unità nazionale non è vendetta e dare un colpo alla legalità non è un valore costituzionale". Parole durissime che hanno fatto intendere come intorno alla questione catalana i due leader si giocheranno molte delle loro carte per governare il paese nel prossimo futuro. Il leader del PP ha poi annunciato che farà appello contro la grazia alla Corte Suprema, e che non appena arriverà al Governo modificherà la legge delle indulgenze per i crimini di sedizione e ribellione, e anche il codice penale per sanzionare i referendum illegali. "Difenderemo la giustizia, la Costituzione e la nazione, e non permetteremo loro di farlo di nuovo, né i golpisti né voi", ha avvertito Sánchez.
Anche il portavoce di Vox al Congresso, Iván Espinosa de los Monteros, ha approfittato dell’occasione per denunciare come il Primo Ministro sia disposto a riprendere "l'indegno tavolo dei negoziati", oltre che a concedere la grazia. E anche la presidente di Ciudadanos, Inés Arrimadas, che ha chiesto aiuto alle famiglie alla Ministra e Uguaglianza, Irene Montero, ed è venuta a chiedere: "Chi perdona le famiglie spagnole".
Insomma in un colpo solo Sanchez sembra essere riuscito nel miracolo di mettere d’accordo una opposizione di centro destra assai litigiosa da tempo. Entusiasti invece il partiti indipendentisti che appoggiano il governo Sanchez (cosa che secondo i critici del governo avrebbe spinto Sanchez ad un decisione cosi controversa) nel commentare una scelta che chiedono da anni. Il portavoce del PDeCat, Ferran Bel, è stato uno dei primi ad applaudire la determinazione dell'Esecutivo, sebbene abbia chiarito che la soluzione "sarebbe una legge di amnistia". "Siamo anche realistici nella misura in cui, se la legge sull'amnistia non è possibile, una grazia è meglio dell'inattività", ha dichiarato. "Non valuteremmo negativamente l'indulto, non è quello che vogliamo ma è meglio di questa situazione ingiusta", ha ribadito di seguito. Anche la sua controparte in Junts, Miriam Nogueras, ha sottolineato la necessità di questa regola e ha chiarito che i prigionieri catalani non si scuseranno per quello che hanno fatto per ricevere la grazia: "Non è richiesto il permesso per esercitare i diritti".
Anche il leader del partito di sinistra Más País, Íñigo Errejón, che ha appena ottenuto un grande risultato alle elezioni di Madrid, ha sostenuto la concessione di una soluzione al conflitto con l'obiettivo di "rimettersi in carreggiata".
"Pensiamo che la soluzione al problema sia più importante della punizione delle persone che hanno violato, come loro stessi riconoscono, gli articoli del codice penale ma lo hanno fatto pacificamente", ha sottolineato alla conferenza stampa al Congresso. Inoltre, ha indicato che il mantenimento della squalifica a occupare una posizione politica supporrebbe una "anomalia" che "non contribuisce in alcun modo al dialogo".
Insomma Sanchez con questo azzardo è riuscito comunque a compattare i due fronti contrapposti, ma il rischi per lui sono altissimi, ma forse, come afferma editorialista Ignacio Varela, l’avvicinarsi di importanti elezioni amministrative ha convinto il premier che il gioco valeva la candela, perché ripetere in Andalucia, dove si voterà fra pochissimo, la debacle a Madrid, sarebbe forse per lui e il suo governo esizale.