Esteri
Taiwan compra armi dagli Usa e la Cina si 'indigna'. Sale la tensione

Ad aumentare l'irritazione di Pechino, il tweet di Pompeo di congratulazioni alla presidente di Taiwan che ha conquistato il suo secondo mandato elettorale
Cina protesta con Usa per vendita armi
La Cina ha protestato formalmente contro gli Stati Uniti per una pianificata vendita di siluri tecnologicamente avanzati a Taiwan per un valore complessivo di 180 milioni di dollari (164 milioni di euro). Il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, ha sottolineato che la Cina si oppone alla vendita di armamenti all'isola, che considera parte integrante del proprio territorio nazionale.
Taiwan: sostegno Usa a Tsai, Pechino "indignata"
Torna a livelli altissimi la tensione nello Stretto di Taiwan, alimentata dallo scontro frontale tra Stati Uniti e Cina sulla pandemia. A riaccendere la miccia e' stato un messaggio di congratulazioni del segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, a Tsai Ing-wen, per il via ufficiale al suo secondo mandato al vertice dell'isola che Pechino considera parte integrante del proprio territorio. Nel suo messaggio su Twitter il capo della diplomazia americana, oltre a congratularsi con la presidente di Taiwan, ha definito l'isola "una vibrante democrazia" e "un'ispirazione per la regione e per il mondo". Tsai lo ha ringraziato poco dopo, sempre su Twitter: la partnership tra Taiwan e Stati Uniti, ha assicurato, e' "forte e promettente".
Lo scambio tra il capo della diplomazia Usa e la leader di Taiwan ha fortemente irritato Pechino, che gia' nel 2016 aveva avuto un primo scontro con gli Stati Uniti proprio sulla questione di Taiwan: dopo la vittoria alle presidenziali, Donald Trump accetto' una telefonata di congratulazioni di Tsai, stabilendo il primo contatto diretto tra la leader di Taiwan e un presidente - o, nel caso di Trump, presidente eletto - degli Stati Uniti dal 1979, quando Washington ruppe i legami diplomatici con Taipei e avvio' le relazioni con la Repubblica Popolare Cinese. In una nota, il Ministero degli Esteri cinese ha apertamente condannato il messaggio di Pompeo su Twitter, senza fare menzione della risposta di Tsai, esprimendo "forte indignazione".
La Cina, si legge nella nota, promette "necessarie contromisure" al gesto di Pompeo, di cui gli Stati Uniti subiranno le conseguenze. "Esiste una sola Cina al mondo e Taiwan e' parte integrante del territorio cinese". Gli Stati Uniti "hanno violato gravemente il principio dell'unica Cina" e "gravemente interferito negli affari interni della Cina", e' il commento della diplomazia di Pechino. Ancora piu' duro il messaggio del Ministero della Difesa: l'Esercito di Liberazione Popolare cinese "ha la ferma volonta', la piena fiducia e sufficiente capacita' di sconfiggere qualsiasi forma di interferenza esterna e tentativo di divisione" di Taiwan dalla Cina. In questo clima di rinnovate tensioni, a cui si aggiunge la mancata partecipazione di Taipei all'Assemblea Mondiale della Sanita' - contro la quale Taiwan ha protestato - Tsai Ing-wen si e' insediata al vertice dell'isola, dopo il trionfo alle presidenziali di gennaio scorso.
Nel suo discorso, la leader di Taipei ha respinto il modello "un Paese, due sistemi" che la Cina vorrebbe applicare all'isola dopo la riunificazione e ha sostenuto la necessita' di "trovare un modo per co-esistere nel lungo periodo" evitando antagonismi, ma Pechino ha immediatamente chiuso la porta al dialogo. La riunificazione di Taiwan alla Cina e' "una necessita' storica" ed e' "inarrestabile da chiunque e da qualsiasi forza", ha tuonato il portavoce dell'Ufficio per le Relazioni con Taiwan del governo cinese, Ma Xiaoguang. "Non lasceremo mai spazio a forme di attivita' separatiste" e, ha concluso, "non tollereremo alcun atto di divisione del Paese ne' alcuna forza esterna che interferisca negli affari interni della Cina".