Esteri
Taiwan, l'opposizione tratta con la Cina. Pechino: "Insieme pure con la forza"
Pechino mette nero su bianco che è pronta a usare la forza per prendersi Taiwan. Intanto l'opposizione di Taipei vola a Pechino
Taiwan, finiti i test militari ma Pechino avverte: "Saranno regolari"
Altra giornata piena di spunti sul fronte taiwanese. Innanzitutto, l'esercito cinese ha annunciato la conclusione dei test militari. L'esercito cinese ha annunciato di aver "completato con successo" diversi compiti nelle sue recenti esercitazioni intorno a Taiwan, ma ha avvertito che continuerà a svolgere regolarmente esercitazioni di combattimento contro l'isola. "L'esercito portato a termine con successo diversi compiti e ha testato efficacemente le capacità di combattimento congiunte integrate delle truppe", ha dichiarato il portavoce del comando orientale.
Ma ha anche aggiunto che il comando monitorerà i cambiamenti della situazione nello Stretto di Taiwan e svolgerà regolarmente esercitazioni di preparazione al combattimento. Ciò significa che la fine dei test è solo momentanea e ci si aspetta anzi che possano riprendere nei prossimi giorni o settimane. Intanto, Pechino ha annunciato un nuovo "libro bianco" sulla questione di Taiwan.
"Nulla potrà fermare la riunificazione della Cina con Taiwan", un obiettivo per il quale Pechino non rinuncerà "all'uso della forza" qualora necessario si legge nel documento. Il terzo del suo genere dopo quelli del 1993 e del 2000 e che ha l'obiettivo di "ribadire il fatto che Taiwan fa parte della Cina, per dimostrare la determinazione del Partito comunista e del popolo cinese verso la riunificazione nazionale e per sottolineare la posizione e le politiche del partito e del governo nella nuova era".
Libro Bianco della Cina su Taiwan: "Non escluso l'utilizzo della forza"
La Cina mette per iscritto che non intende rinunciare all'uso della forza per "riunificare" Taiwan alla Repubblica Popolare Cinese, e che si riserva di ricorrere a "tutte le misure necessarie", sottolinea un passaggio del nuovo Libro. "Non promettiamo di rinunciare all'uso della forza, e ci riserviamo l'opzione di prendere tutte le misure necessarie", si legge in un passaggio.
Si tratta di un antipasto dell'agenda che verrà annunciata a ottobre al Congresso. Si parla di riunificazione pacifica ma si ribadisce che è pronto l'utilizzo della forza per prendersi Taiwan, con Xi Jinping pronto ad affilare anche l'arsenale normativo per arrivare alla riunificazione con Taipei.
In tutto questo, interessanti movimenti politici proprio da Taiwan. Oggi via a una visita di sette giorni di una delegazione del Kuomintang (principale partito di opposizione taiwanese) in Cina. Previsto incontro anche con Liu Jieyi, capo ufficio affari di Taiwan del Partito comunista e probabile prossimo ministro degli Esteri. Il KMT prova ad accreditarsi così presso il pubblico taiwanese, cinese e americano (con sguardo verso le colombe Biden/Obama) come l'unico in grado di garantire stabilità e dialogo sullo Stretto.
E non a caso nel libro bianco Pechino intensifica gli attacchi al DPP della presidente Tsai. Strategia in vista delle elezioni locali di fine anno e presidenziali 2024. Quello sarà presumibilmente il momento decisivo in cui Xi sarà costretto a invadere o no visto che il potenziale presidente erede di Tsai è William Lai, attuale vicepresidente e figura molto più radicale della stessa Tsai.