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Esteri
Fidel Castro: le tappe di una vita

Nato nel 1926 da una famiglia di latifondisti benestanti, Fidel Castro dopo aver conseguito gli studi in giurisprudenza iniziò rapidamente a manifestare le sue idee politiche, dapprima, come attivista e politico e successivamente come guerrigliero clandestino nei confronti del regime dittatoriale del Presidente filo-statunitense Fulgencio Batista.

Nel 1953, insieme ad Ernesto "Che" Guevara e Camilo Cienfuegos, fondò il gruppo di resistenza al regime noto come "Movimento del 26 di luglio" che nel 1958 partecipò alla rivoluzione cubana e rovesciò Batista. Castro divenne premier e comandante in capo delle Forze Armate nel gennaio del 1959 e, dopo l’abolizione della carica di primo ministro, dal 3 dicembre 1976 al 18 febbraio 2008 presidente del consiglio di Stato e presidente del consiglio dei ministri.

Gli anni a cavallo tra i Cinquanta e i Sessanta possono essere identificati come gli anni d’oro per Castro e Cuba. Infatti, il ruolo geografico e strategico dell’isola hanno lasciato un segno indelebile nei principali eventi della scena internazionale di quegli anni. Inizialmente il regime fu tollerato dagli Stati Uniti ma in seguito ad alcuni episodi le frizioni con Washington presto sfociarono in una rottura dei rapporti diplomatici. L’esproprio delle proprietà delle principali compagnie statunitensi (in particola le terre della United Fruit) e l’accordo per l'acquisto di petrolio dall'URSS furono i due principali episodi che determinarono la crisi diplomatica tra Washington e l’Avana e innalzarono la figura internazionale di Fidel Castro.

Le tensioni con Washington e il successivo avvicinamento politico di Cuba all’Unione Sovietica produrranno due tra le più importanti crisi internazionali di tutti i tempi e nelle quali Cuba e Fidel Castro sono stati i principali protagonisti. Da un lato, l’episodio della Baia dei Porci (1961), ossia il fallito tentativo da parte di esuli cubani addestrati dalla CIA di conquistare l’isola caraibica rovesciando il regime castrista, dall’altro lato, la Crisi dei Missili di Cuba (1962), conseguente al tentativo del 1961 e al relativo dispiegamento difensivo nell'isola di missili nucleari sovietici. Nonostante le tensioni vennero in seguito disinnescate attraverso un accordo tra le due superpotenze, le relazioni tra Stati Uniti e Cuba rimasero comprensibilmente ostili, tanto che Fidel Castro venne individuato come il pericolo principale per la sicurezza nazionale statunitense.

Nel frattempo per tutti gli anni Sessanta e Settanta, il regime cubano tentò in svariate occasione di esportare il proprio modello socialista in diverse regioni del Sud America e dell’Africa finanziando movimenti di guerriglia e nei quali Castro si propose quale nuovo leader dei Paesi non Allineati. Casi emblematici furono il supporto che il regime e il Líder Máximo in persona diede ai movimenti marxisti in Angola, Nicaragua e Congo durante gli anni ’70.

Gli anni Ottanta e Novanta furono particolarmente difficili per l'isola caraibica. A causa del duro embargo statunitense, l’isola divenne sempre più dipendente dai sussidi sovietici. Così se da un lato il collasso dell'Unione Sovietica e dall’altro la fine della guerra fredda portarono ad un ridimensionamento politico de L’Avana, dall’altro la forte crisi economica spinse numerosi cubani a cercare, anche clandestinamente, fortuna altrove favorendo un piccolo esodo cubano verso le coste statunitensi. Un momento di grande sussulto e novità nel finale degli anni ’90 fu la visita del Papa Giovanni Paolo II a L’Avana (21 gennaio 1998).

Seppure indebolito dalla malattia e dal ridimensionato ruolo politico internazionale, Castro all’alba del nuovo millennio riscopre le proprie radici latinoamericane ed inizia a stringere numerosi rapporti di cooperazione con i principali attori della scena regionale come Argentina, Brasile, Bolivia e Venezuela. In particolare con quest’ultimo i rapporti sono molto stretti tanto che nel dicembre del 2004 Castro stringe un accordo con l'allora presidente venezuelano Hugo Chavez noto come ALBA (Alianza Bolivariana para América Latina y el Caribe), un progetto di cooperazione politica, sociale ed economica tra i Paesi del Sud America e dei Caraibi.

Nel luglio 2006, una grave malattia intestinale obbligò Fidel Castro a delegare i poteri al fratello Raul, che formalmente ha assunto la presidenza cubana nel 2008 e solo tre anni più tardi si é anche dimesso dalla carica di primo Segretario del Partito Comunista Cubano ritirandosi a vita privata.

fonte: http://www.ispionline.it

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