Thailandia-Cambogia, cresce la tensione: Bangkok minaccia la guerra e impone la legge marziale al confine - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 18:31

Thailandia-Cambogia, cresce la tensione: Bangkok minaccia la guerra e impone la legge marziale al confine

Le autorità di Bangkok hanno comunicato che il numero di civili allontanati dalle zone a rischio ha superato quota 138.000, mentre le ostilità tra le due nazioni continuano senza tregua

Esteri ​​​​​di Redazione

Crisi al confine tra Thailandia e Cambogia:  legge marziale e emergenza evacuazioni

In Thailandia è stata imposta la legge marziale in otto distretti confinanti con la Cambogia, a causa delle crescenti tensioni degli ultimi giorni. A dare la notizia è Apichart Sapprasert, il comandante dell'esercito thailandese nelle province di Chanthaburi (dove la legge marziale è in vigore in sette distretti) e di Trat (dove è coinvolto un solo distretto).

Il primo ministro ad interim della Thailandia, Phumtham Wechayachai, ha lanciato oggi un segnale di forte preoccupazione: le violenze al confine con la Cambogia, giunte al secondo giorno consecutivo, rischiano di trasformarsi in un conflitto armato. «Se dovesse degenerare, la situazione potrebbe sfociare in una guerra, anche se per ora si limita agli scontri», ha dichiarato ai cronisti da Bangkok. Intanto, Meth Meas Pheakdey, portavoce della provincia cambogiana di Oddar Meanchey, ha riferito all’Afp che un uomo di 70 anni è morto e altre cinque persone sono rimaste ferite a seguito di attacchi provenienti dal lato thailandese del confine. Nel frattempo, le autorità di Bangkok hanno comunicato che il numero di civili allontanati dalle zone a rischio ha superato quota 138.000, mentre le ostilità tra le due nazioni continuano senza tregua.

Le tensioni attuali affondano le radici in un episodio avvenuto lo scorso maggio, quando un militare cambogiano perse la vita in uno scontro tra forze armate dei due Paesi in una zona di confine contesa, nota come "Triangolo di Smeraldo", al punto d’incontro tra Cambogia, Laos e Thailandia. Da lì in poi, si è registrato un rapido deterioramento dei rapporti tra Phnom Penh e Bangkok, con reciproche accuse e un progressivo aumento della presenza militare lungo il confine. La Thailandia ha assunto il controllo di alcuni posti di confine, introdotto limitazioni ai transiti e minacciato interruzioni dei servizi, compresi quelli digitali, nei centri cambogiani di frontiera. In risposta, la Cambogia ha bloccato l’importazione di prodotti agricoli e vietato la diffusione di film thailandesi. La premier thailandese Paetongtarn Shinawatra, anche ministra della Cultura, è stata sospesa dalla Corte Costituzionale dopo la diffusione di una telefonata controversa con il leader del Senato cambogiano Hun Sen, in cui avrebbe criticato l’operato dell’esercito. In un recente intervento, ha puntato il dito contro Phnom Penh, accusandola di aver alimentato l’escalation, ribadendo al contempo il suo pieno sostegno alle forze armate e al governo.

Nelle ultime ore la tensione al confine tra Thailandia e Cambogia è nuovamente esplosa. Secondo fonti thailandesi, ieri mattina, poco dopo le 7:30 ora locale, l’esercito cambogiano ha utilizzato droni per sorvegliare le truppe thailandesi e ha schierato unità armate con lanciarazzi vicino al confine. I tentativi di negoziazione da parte dei militari thailandesi non hanno avuto esito, e poco dopo le 8:20 sono iniziati gli spari, con la controffensiva thailandese. Bangkok denuncia danni a case e strutture pubbliche, e conferma 12 vittime: 11 civili, tra cui due minorenni, e un soldato nelle province di Surin, Ubon Ratchathani e Srisaket. Di conseguenza, il confine è stato chiuso. La versione cambogiana attribuisce la responsabilità all’esercito thailandese, accusato di aver violato un accordo avanzando verso un tempio di confine e installando filo spinato dalle 6:30. I militari thailandesi avrebbero anche usato un drone e sparato in aria prima di aprire il fuoco "preventivamente" alle 8:46, secondo il portavoce Maly Socheata. Phnom Penh denuncia, inoltre, l’uso eccessivo di truppe, armi pesanti e raid aerei thailandesi sul proprio territorio.

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