Scontro diplomatico Berlino-Kiev. La Germania non esclude sanzioni
Immediata la reazione del governo dell'Ucraina dopo che il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, aveva ipotizzato l'imposizione di sanzioni a carico della Repubblica ex sovietica per costringerne le autorità a venire a patti con le forze di opposizione, e porre fine alla gravissima crisi politico-istituzionale in corso da due mesi e mezzo. L'ambasciatore di Germania a Kiev, Christoph Weil, è stato infatti convocato dal ministero degli Esteri per notificargli una formale nota di protesta. "Penso che ormai si debbano prospettare le sanzioni come una minaccia", aveva dichiarato Steinmeier all'emittente televisiva pubblica 'Ard'. "Con l'ambasciatore", si legge nel comunicato ufficiale diffuso successivamente dal dicastero ucraino, "e' stato messo in rilievo come occorra una valutazione obiettiva sugli sviluppi dei processi politici interni nel nostro Paese, e vadano dunque evitate affermazioni provocatorie".
Steinmeier, socialdemocratico, nell'intervista televisiva aveva spiegato che la Germania dev'essere pronta ad adottare misure punitive qualora non si verificassero miglioramenti in Ucraina: una sortita con cui e' parso voler prendere le distanze dalla prudenza mostrata finora dal cancelliere Angela Merkel. Ancora pochi giorni fa quest'ultima si era detta contraria al varo delle sanzioni ventilate dall'Unione Europea e da altri Stati membri. "Attualmente non sono all'ordine del giorno", aveva tagliato corto l'esponente conservatrice.