Ucraina, il lato oscuro del potere: corruzione, affari loschi e il cerchio d’oro di Zelensky - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 12:42

Ucraina, il lato oscuro del potere: corruzione, affari loschi e il cerchio d’oro di Zelensky

Malgrado i tentativi di Zelensky di sviare l’attenzione dei media sulle continue aggressioni russe, gli scandali che imperversano sono destinati a definire il futuro dell'Ucraina

di Enrico Verga

Ucraina: corruzione, Zelensky e altri affari loschi

L’intera Ucraina è stata scossa di recente dalle indagini aperte in merito a un giro di sospette tangenti, si parla di oltre 100 milioni di dollari, che vedrebbero coinvolti tutti gli uomini e le donne del “cerchio d’oro” di Zelensky. Già in passato, da quando sono iniziati gli scontri ucraino-russi, il tema della corruzione è emerso nello “storytelling” ucraino.

Tuttavia, forse complice il marcato interesse del presidente Biden e della famiglia degli affari finanziari ucraini (come già spiegato su queste pagine), il tema della corruzione era presto scomparso dai principali media americani e occidentali, specie quelli finanziati da Biden tramite USAID, come la BBC. Ora la corruzione è riemersa in Ucraina e il caso rischia non solo di destabilizzare l’attuale governo, ma anche di tracciare una linea di confine per la futura, o futuribile, ricostruzione post-guerra. Facciamo il punto.

Zelensky, il “nuovo” che avanza

Nel 2021 Transparency International metteva l’Ucraina in fondo alla classifica dei paesi meno corrotti: 122ª su 180, tra il Lesotho e il Gabon. La Russia era 136ª. Nello stesso anno usciva l'inchiesta giornalistica internazionale sui Pandora Papers: tra i nomi emersi nell’inchiesta, una delle più grandi della storia sui paradisi fiscali e sul riciclaggio di denaro sporco, apparve anche Zelensky.

Ebreo russofono nato nella regione di Dnipro, Zelensky ha iniziato la sua carriera artistica a Mosca. In seguito è divenuto famoso in patria vincendo il “Ballando con le stelle” ucraino e interpretando la famosa serie TV “Servitore del popolo”, trasmessa dal canale televisivo “Uno Più Uno”, di proprietà dell’oligarca ebreo Igor Kolomoisky. Il magnate televisivo era (pre-guerra) re dei metalli, banchiere, presidente del Dnipro Calcio, terzo uomo più ricco dell’Ucraina, finanziatore di bande paramilitari di estrema destra, dal battaglione Azov (dal 2015) al battaglione Dnipro.

Grazie al successo della serie TV, nel 2019 Zelensky viene eletto leader dell’Ucraina, sconfiggendo due oligarchi corrotti: il presidente uscente Poroshenko, ricchissimo re del cioccolato, e Giulia Timoshenko, la regina del gas, ex leader della rivoluzione arancione del 2004 e premier di estrema destra (poi arrestata e condannata a sette anni per malversazione di fondi pubblici e abuso d’uffici).

Il programma elettorale con cui vince Zelensky ha poche idee ma chiare: tra tutte, la lotta dura alla corruzione. È bene ricordare che, nella serie TV che lo ha reso famoso al pubblico, la scena finale vede uno Zelensky “attore” aprire il fuoco sul parlamento corrotto. Una scena divenuta iconica nella cultura popolare nazionale pre-elezioni.

I Pandora Papers, pubblicati in Italia dall'Espresso hanno mostrato che anche Zelensky, è implicato in traffici finanziari e fiscali poco chiari, incompatibili con le promesse di lotta alla corruzione: si evince che lui, la moglie Olena (autrice dei suoi sketch) e i suoi soci nella casa di produzione Kvartal 95 posseggono una rete di società offshore e di conti correnti in paradisi fiscali come Isole Vergini, Cipro e Belize.

Le relazioni tra la casa di produzione di Zelensky e Kolomoisky erano già note nel 2019, quando oltre 40 milioni di dollari furono trasferiti dall’oligarca ai conti di Kvartal. Forse troppi per dei semplici “diritti d’autore”. Molti media occidentali dell’epoca discussero che questi soldi fossero uno dei modi con cui un oligarca faceva sparire denaro dall’Ucraina.

La ricchezza di Zelensky risiede in conti esteri (e relative società) che, prima delle elezioni, cambiano di proprietà insieme alla sua villa: 15 stanze di cui 6 camere da letto, parco e piscina. Poi ha ceduto le sue quote a Serghi Shefir, il braccio sinistro, ma con una clausola segreta che permette a Zelensky e alla moglie di continuare a ricevere i fondi dalle società. Oltre a Shefir, Zelensky può contare sul suo braccio destro Timur Mindich, scappato in Israele poco dopo aver scoperto di essere indagato.

Il rapporto tra Zelensky e la giustizia

Mentre Zelensky si stava preparando per l’incontro con il presidente Trump, l’agenzia anticorruzione NABU, a seguito di un’operazione sotto copertura, ha smascherato un gruppo criminale organizzato che includeva membri attuali del parlamento. "I dipendenti del Dipartimento di Sicurezza dello Stato stanno ostacolando gli ufficiali del NABU durante le azioni investigative nelle commissioni della Verkhovna Rada dell’Ucraina", ha aggiunto il portavoce della NABU, riferendosi al parlamento ucraino. L’inchiesta arriva in un momento delicato per il presidente Volodymyr Zelensky, che cerca condizioni migliori per l’Ucraina nei colloqui di pace mediati dagli Stati Uniti.

I rapporti tra la giustizia e Zelensky, dalla sua elezione a leader ucraino, non sono stati molto positivi. Già nel 2020 il neo-eletto leader tentò di modificare i poteri giudiziari, suggerendo che essi fossero corrotti e dovessero evolversi verso una soluzione più adatta a servire lo Stato.

In seguito, nell’autunno del 2025, Zelensky si è mosso contro il NABU tentando di inglobare l’organo e metterlo sotto il suo comando, rendendolo di fatto completamente dipendente dal volere del leader ucraino e del parlamento a lui fedele. Solo violente proteste civili hanno spinto Zelensky a fare marcia indietro e lasciare il NABU indipendente. Alcuni giorni dopo hanno cominciato ad emergere le indagini che hanno visto numerosi membri del “cerchio d’oro” del leader ucraino indagati.

Lo stesso Zelensky è sotto scrutinio dei suoi elettori. In un sondaggio nazionale, il 30% degli intervistati ha dichiarato che Zelensky dovrebbe essere processato in tribunale per corruzione, mentre un ulteriore 28,4% ha espresso sostegno all’imposizione di divieti politici che gli impedirebbero di candidarsi alle future elezioni.

Complessivamente, i risultati indicano una chiara maggioranza a favore di ritenere il presidente responsabile. I dati riflettono una crescente insoddisfazione pubblica in seguito allo scandalo di corruzione “Mindich”, che ha coinvolto persone vicine al presidente. Due ministri si sono già dimessi e il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, è stato costretto a lasciare l’incarico. Secondo il sondaggio, il 39% degli ucraini ritiene che Zelensky sia stato direttamente coinvolto nello scandalo, mentre il 29,3% crede che ne fosse almeno a conoscenza.

Il mandato di Zelensky a rischio?

Con l’attuale scenario di scandali e il supporto popolare ai minimi storici, la leadership di Zelensky è a rischio. Per correttezza, c’è da ricordare che il mandato democratico del leader ucraino è già scaduto e normalmente si sarebbero dovute tenere elezioni. Ovviamente il conflitto rende questa operazione complessa. Vi sono altre soluzioni, come in precedenza scritto su queste pagine, che permetterebbero a Zelensky di recedere dalla sua posizione e consentire un passaggio di consegne al portavoce del parlamento (evento già avvenuto durante il colpo di stato del 2014-2015).

Tuttavia, Zelensky pare determinato a non lasciare la sua posizione di potere fino a quando non sarà siglata una pace. Una scelta che, alla luce degli scandali attuali, sembra più dettata da una ricerca di sicurezza e immunità personale che non focalizzata sul bene della nazione. Una tesi propugnata con veemenza dall’ex campione del mondo di pugilato e attuale sindaco di Kiev, Vitali Klitschko. Già a maggio del 2025 il sindaco aveva manifestato forte contrasto con Zelensky, denunciando come, grazie alla guerra, il leader ucraino stesse sopprimendo la democrazia a suo vantaggio.

Negli ultimi giorni il sindaco è tornato sul tema, invitando a riflettere su quanto gli scandali recenti stiano danneggiando la credibilità dell’Ucraina, specialmente alla luce di una possibile pace e dell’arrivo di fondi esteri per la ricostruzione.

Malgrado i tentativi di Zelensky di sviare la conversazione internazionale e l’attenzione dei media sulle continue aggressioni russe e sugli accordi di pace, gli scandali che imperversano in Ucraina sono destinati a definire il futuro della nazione e i fondi che verranno dedicati alla sua ricostruzione, una volta che sarà giunta la pace.