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Esteri
Ucraina-Russia, guerra alle porte. Biden: "Presto un'incursione da Mosca"

Usa, il presidente Joe Biden gela Kiev e manda un segnale di "luce verde" per Mosca 

La sottile linea rossa viene tracciata da Joe Biden alla fine di un’attesa conferenza stampa, dopo quasi due ore di botta e risposta. E’ quando un giornalista gli chiede di precisare le sue parole sulla crisi tra Russia e Ucraina, e il presidente rivela cosa si attende: “Potrebbe esserci una piccola incursione e noi ci troveremmo a combattere tra ciò che va fatto e ciò che non va fatto”.

Messaggio che inquieta Kiev perché significa che in caso di “piccola incursione” la risposta non sarebbe automatica, il che può equivalere a un segnale di “luce verde” per Mosca. E’ come se Washington avesse affermato pubblicamente di essere pronta ad “accettare” una “piccola incursione” oltre confine, senza sparare, che salvi l’immagine della Russia, ma non un’”invasione” su larga scala, che implicherebbe una reazione americana e dell'Europa.

Quale effetto avranno queste parole su Mosca? Il presidente Vladimir Putin preme, gli Stati Uniti sono sempre più convinti che il momento dell’invasione dell’Ucraina sia vicino. Prima del controverso messaggio finale, Biden aveva provato a giocare le sue carte, attingendo alla retorica degli ultimi mesi: “Putin non ha mai visto le sanzioni che ho promesso io se si muoverà. Non credo che lui sia nelle condizioni migliori per dominare il mondo”.

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“Se faranno ciò di cui sono capaci con le forze ammassate al confine - aveva aggiunto - finirà per essere un disastro per la Russia”. Il presidente ha ammesso anche la possibilità che possa esserci qualcosa di diverso, come un cyberattacco, ma ha voluto ribadire la compattezza della Nato. “Siamo tutti in sintonia - ha commentato - se succede qualcosa, se le forze russe attraverseranno il confine, uccidendo i combattenti ucraini, penso che tutto cambierà”. Ma resta quel distinguo tra “incursione” e “invasione”, che non avrà lasciato soddisfatti a Kiev, anche perché il rischio è enorme e imminente.

Il presidente ha ammesso che la situazione potrebbe andare “fuori controllo”, e rivelato la possibilità di un nuovo summit con Putin per disinnescare la crisi, arrivata ormai a un passo dall’epilogo militare. Ogni tentativo di mediazione verrà portato avanti, è la sintesi, ma tutto da ora in poi è possibile, mentre venerdì il segretario di Stato Antony Blinken si vedrà, a Ginevra, con il suo omologo russo Sergei Lavrov.

Il resto della conferenza stampa dalla East Room della Casa Bianca aveva offerto altri spunti, ma meno drammatici: la conferma di Kamala Harris in ticket anche nel 2024 “sarà in corsa con me e credo stia facendo un buon lavoro", una certa visione ottimistica riguardo la lotta alla pandemia “il meglio di questo Paese è davanti, non dietro, il virus non stravolgerà più la nostra vita”), e una via d’uscita sul piano Welfare e Clima, bloccato al Congresso "verrà approvato a pezzi, alcune parti diventeranno legge”.

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Un tema, assieme all’Ucraina, è tornato più volte nelle domande dei giornalisti: la riforma sul diritto di voto. Biden non ha nascosto la sua preoccupazione davanti al tentativo degli Stati repubblicani di limitare l’accesso al voto per danneggiare i Democratici.

“La legittimità delle elezioni di novembre è a rischio con il diritto di voto sotto attacco”, ha commentato Biden, che ha annunciato una mobilitazione generale dei progressisti, “come mai è stato fatto prima”, per informare il popolo americano di quello che sta succedendo. Ma nell’immediato, l’attacco più pressante a livello internazionale resta quello della Russia, con migliaia di soldati ammassati al confine con l’Ucraina. In attesa di una “piccola incursione” che, dopo le parole pronunciate oggi dal capo della Casa Bianca, appare meno improbabile e meno lontana. 

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