Mosca, smentito l'ultimatum a Kiev. La Merkel: "Putin è fuori dalla realtà"
Il ministero della Difesa russo ha apparentemente smentito la notizia, diffusa dal ministero della Difesa ucraino, secondo cui le forze di Mosca avrebbero dato un ultimatum alle truppe fedeli a Kiev in Crimea. Lo scrive oggi il sito internet della Bbc. "E' completamente senza senso", ha detto un portavoce del ministero russo al giornale Vedomosti, secondo quanto scrive la Bbc.
La notizia dell'ultimatum è stata diffusa oggi dall'agenzia di stampa Interfax-Ukraine e poi confermata dal ministero della Difesa ucraino. Secondo quanto riferito Interfax, il comandante della Flotta del mar Nero Aleksandr Vitko ha detto che se le forze ucraine "non si arrenderanno entro le 5 di domani mattina, ci saranno reali attacchi a unità e sezioni delle forze militari ucraine in tutta la Crimea". Inoltre, il sito internet del Kyiv Post ha parlato di un ultimatum navale: le forze navali ucraine presenti nell'area, avrebbero dovuto arrendersi entro le ore 17 (ore 16 in Italia) di oggi.
Oltre alla smentita arrivata da Mosca, Interfax ha anche battuto una smentita della Flotta del Mar Nero. Un portavoce ha definito "immondizia" i tentativi "di mettere uno contro l'altro" i russi coi "colleghi ucraini". Il susseguirsi di notizie, secondo quanto ha scritto il sito internet Kyiv Post, potrebbe essere parte di una guerra di nervi.
Intanto, nell'incontro avuto oggi a Ginevra, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha chiarito al segretario generale delle Nazioni unite (Onu) Ban Ki-moon la posizione di Mosca sulla crisi ucraina: bisogna tornare all'accordo raggiunto il 21 febbraio, quando a Kiev c'era ancora al potere Viktor Yanukovich oggi deposto e rifugiato, appunto, in Russia.
"L'attenzione principale della conversazione è stata dedicata alla situazione in Ucraina", ha premesso in un comunicato il ministero degli Esteri russo, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Interfax.
"Il ministro - ha continuato - ha sottolineato la necessità che in quel paese si torni alla cornice costituzionale e al rispetto dell'accordo del 21 febbraio di quest'anno, tra il governo e l'opposizione, compresa la riforma costituzionale volta a rispettare i legittimi interessi di tutte le regioni del paese e l'approvazione dei suoi risultati in un referendum pan-ucraino".