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Esteri
Ue: assist Le Pen a Lega, 'Meloni dica se vuole bis von der Leyen'
Marine Le Pen (foto Lapresse)

Salvini: Macron è un guerrafondaio

" Il problema sono i guerrafondai come Macron che parlano di guerra come se non ci fosse un problema. Io non voglio lasciare ai nostri figli un continente pronto a entrare nella terza guerra mondiale", le parole di Matteo Salvini alla convention di Identità e Democrazia a Roma. / Fb Salvini

Ue: assist Le Pen a Lega, 'Meloni dica se vuole bis von der Leyen', Salvini 'governo dura fino 2027'

Chi vota Lega sappia che "non sosterremo mai un bis di questa Commissione europea sciagurata, che tanti danni ha fatto" e che dando a noi il voto "non sceglieranno mai un altro mandato per Ursula von der Leyen". Eccolo il messaggio che Matteo Salvini lancia dalla kermesse della Lega di Roma, dove ha riunito gran parte dei suoi alleati europei del gruppo di Identità e democrazia (mancavano i più a destra, i tedeschi di Afd) e dove sono confluiti tanti big leghisti, a partire dal ministro Giancarlo Giorgetti, chiamato ora a scrivere il programma elettorale per le europee e il titolare del ddl per l'autonomia Roberto Calderoli. Presenti anche i ministri Giuseppe Valditara e Alessandra Locatelli.

Si vedono in platea, tra gli altri, anche il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, gli euroscettici Claudio Borghi, Alberto Bagnai e Antonio Maria Rinaldi, la senatrice Stefania Pucciarelli, la deputata Simonetta Matone, il capogruppo della Camera, Riccardo Molinari. A scaldare la sala hits di Lucio Battisti con il suo 'canto libero', e 'Futura' di Lucio Dalla, sul versante dei cantautori italiani. Sui display luminosi più volte si legge la scritta 'Bruxelles ha fallito - Riavviare il sistema'. E compare anche il volto del presidente francese, Emmanuel Macron, che viene sovrascritto dal testo 'Sì alla pace'.

La scena se la prendono per primi gli ospiti europei. Che non risparmiano attacchi frontali all'Unione. "La nostra battaglia è tra libertà e comunismo, contro lo stato imperiale che si chiama Ue", dice il belga Gerolf Annemans, presidente di Identità e democrazia. Per il fiammingo "la Ue insomma è il nostro problema, non la soluzione dei problemi. Dobbiamo fermare la mentalità comunista che domina la Ue", chiede. L'austriaco Harald Vilimsky, leader dell'Fpo, definisce la Ue "un manicomio europeo con 727 delegati, persone che nessuno conosce". Ma soprattutto omaggia il padrone di casa: "Salvini da ministro ha rigettato le orde di stranieri, tutta l'Europa ti deve ringraziare", dice applaudito lungamente.

Ma la scena se la prende, come previsto, Marine Le Pen, storica alleata del leghista, che smentisce qualsiasi ambiguità, dopo rumors che la davano in freddo con il leader di via Bellerio.

"La mia domanda -dice- è per la prima ministra degli italiani, per Giorgia. Sì perché ci siamo conosciute in tempi passati. Signora prima ministra, sosterrete o meno un secondo mandato della signora Von der Leyen? Io credo di sì e così contribuirete ad aggravare le politiche di cui tanto soffrono i popoli d'Europa". "Dovete dire la verità agli italiani, dovete dire cosa farete", incalza la francese in una entrata a gamba tesa, apparentemente inaspettata. "Io sono convinta che oggi in Italia, a destra, l'unico candidato che si opporrà con tutta l'energia che gli conosco alla signora Von der Leyen e alla politica catastrofica che sta attuando, è Matteo Salvini". Parole che risuonano in sala, bissate poi dall'altro ospite europeo in grande ascesa, il portoghese Andrè Ventura, fresco vincitore delle elezioni nel suo paese. Anche lui cita Meloni per poi dire che "il nostro candidato è Matteo Salvini". Parole che raccolgono l'applauso in Sala anche della fidanzata del leghista, Francesca Verdini.

Nella quasi mezz'ora del suo intervento, Salvini poi spazia sui temi identitari della Lega. L'Islam è ad esempio incompatibile con i nostri valori "se c'è una interpretazione letterale del Corano". Green deal e auto elettriche "sono un favore alla Cina". Poi non manca di ricordare come il suo candidato alla Casa Bianca sia Donald Trump, augurandosi "che a novembre gli americani tornino a scegliere la pace". Alla Le Pen ricambia le parole che gli ha dedicato, citando più volte Macron, definito "pericoloso guerrafondaio". E ribadendo l'asse anti von der Leyen: "A Marine che chiede se i politici italiani saranno disposti a sostenere un bis di questa commissione dico che chi sceglie la Lega dice no a questa politica catastrofica della Ue".

Poi però ribadisce che in Italia le distanze con il premier non ci sono: "Il governo italiano andrà avanti fino al 2027, stanno provando a dividerci ma non ci riusciranno. In Giorgia ho trovato un'amica, certo spesso anche tra amici ci possono essere problemi ma si va avanti...". Finisce con questa assicurazione la kermesse romana, dove a differenza della prima riunione sovranista del 3 dicembre a Firenze, hanno marcato visita i governatori della Lega, a partire dal veneto Luca Zaia che pure Salvini vorrebbe candidare per un posto di rilievo in Ue, dopo il voto.






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