Esteri
Usa 2024, elezioni-ring fra Trump e Kamala Harris. E Putin minaccia l’Occidente con i missili Sarmat

Le 60esime elezioni presidenziali del 5 novembre 2024 non riguardano solo gli Stati Uniti d’America ma interessano tutto il mondo. Analisi
Usa 2024 e il duello tra Trump e Kamala Harris. Analisi
Sarà anche banale ripetere che le 60esime elezioni presidenziali del 5 novembre 2024 non riguardano solo gli Stati Uniti d’America ma interessano tutto il mondo, in particolare l’Occidente, specificamente l’Europa. Elezioni che si svolgono con tanti conflitti regionali e soprattutto con due grandi guerre in corso, in Ucraina e in Medio oriente, che mettono a rischio la pace mondiale, in particolare con le minacce di Mosca che ripete di avere i suoi nuovi super missili atomici puntati contro i paesi occidentali, in primis quelli europei. Si tratta di missili balistici intercontinentali Sarmat con la velocità di 24 mila chilometri all’ora, con un raggio d’azione di 18.000 Km, capaci di portare fino a 15 testate nucleari dal peso di 10 tonnellate. Per la cronaca, la distanza fra Mosca e Roma è di 3.000 Km.
Oggi, non solo sul piano militare, solamente gli USA possono contenere le mire espansionistiche di Putin. Donald Trump, in caso di vittoria alle elezioni presidenziali del 5 novembre 2024, promette di porre fine alla guerra in Ucraina, anche se non dice “come”. Paradossalmente, l’unica che oggi pare non voler negoziare con Putin proseguendo nel conflitto è l’Ue. Forse perché l’Ue sa cosa vuole il capo del Cremlino: tornare all’Europa post 1945 sotto la tenaglia russa. Byden, anche nel suo discorso d’addio da presidente di due giorni fa, ha insistito su un punto: “Trump simpatizza per i dittatori, specie per Putin ma anche per il leader cinese Xi Jinping” ribadendo: “Negli Usa non sono Re e dittatori a governare” anche se non accennando al “potere reale” in mano più ai miliardari che ai politici, più alle consorterie finanziarie e industriali che alle istituzioni. Resta il fatto che negli Usa, a differenza di Russia e Cina (e di altri Paesi come Corea del Nord, Congo, Siria, Ciad, Turkmenistan, Arabia Saudita, Yemen, Libia, Laos, Eritrea, Iran ecc.) il “presidente” può essere sostituito democraticamente, con il voto libero dei cittadini.
Con tutti i suoi limiti, negli Stati Uniti c’è la più antica democrazia del mondo, anche se il vero salto in avanti è stato fatto dopo il movimento per i diritti civili degli anni sessanta. In questo senso è significativo che la candidata sostituta di Byden, Kamala Harris, nel suo primo spot elettorale ha usato una sola parola chiave: “Libertà”. Che dire? Il mondo non può fermarsi in attesa del risultato delle urne in America del prossimo 5 novembre. Il monito è soprattutto uno: questa democrazia (dove c’è) si può e si deve ancora migliorare ma va difesa perché è preziosa. Anche in Occidente, anche in Italia, c’è chi pensa ai regimi di Russia e Cina come alternative. No, grazie. Abbiamo già dato con il ventennio fascista. Con tutti i loro limiti e difetti, bisogna dire grazie agli americani, che sono stati decisivi 80 anni fa per sconfiggere, non solo militarmente, il nazifascismo e per limitare, in seguito, i non pochi regimi dittatoriali.
Comunque, anche da parte occidentale serve il realismo politico, la capacità di mediazione della politica. In questo senso non aiuta quanto detto da Ursula von der Leyen nel suo discorso di rielezione alla presidenza della Commissione Europea in cui ha posto l’Unione al fianco dell’Ucraina “fino alla vittoria”. Una vittoria che, senza cambio di passo sul piano della trattativa fra Russia e Ucraina, nessuno crede più. Neppure gli ucraini che al di là dei ripetuti “bla-bla” di Zelensky, si sentono più che mai isolati. Un sondaggio dell'Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev ha rilevato che il numero di ucraini contrari a concessioni territoriali alla Russia in cambio della pace continua a diminuire. A luglio era del 55% (rispetto al 74% di dicembre 2023) mentre il 32% le accetterebbe per raggiungere la pace: inoltre un altro sondaggio evidenzia che il 40% degli ucraini ha denaro a malapena per nutrirsi. Se anche in Russia ci fossero liberi sondaggi, quali sarebbero le conclusioni? Chiunque conosce la risposta.
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