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Esteri
Usa, anche il riconoscimento facciale Usa soffre di razzismo
Dimostranti manifestano davanti al parlamento di Città del Capo per gli omicidi di George Floyd e Collins Khosa

Se sei nero in America puoi rischiare di essere arrestato e messo in prigione solo perchè la tecnología di riconoscimento facciale ti ha falsamente riconosciuto. La brutta avventura, fortunatamente finita bene, è successa a Robert Julian-Borchak Williams , un afroamericano di 42 anni.

In carcere ha dovuto fare la trafila riservata a tutti i nuovi prigionieri, come foto, prove di DNA e impronte digitali e per quasi due settimane è stato in cella senza nemmeno sapere perchè era stato arrestato.

Nell’interrogatorio i poliziotti gli hanno chiesto quando era stato per l’ultima volta nel negozio di lusso Shinola e gli hanno mostrato delle immagini riprese da una telecamera di vigilanza in cui si vedeva una persona che aveva le sue caratteristiche fisiche.

Immediata la risposta di Williams che senza dubbi ha detto’ Spero che non pensiate che tutti i neri siano uguali ‘.

Finalmente dopo due settimane di carcere e differenti verifiche i poliziotti hanno dovuto prendere atto che la tecnologia di riconoscimento facciale si era sbagliata.Ed allora Mr.Williams è stato messo in libertà, il giudice lo ha totalmente liberato dalle accuse per totale mancanza di prove, ma la battaglia per toglierlo dal casellario giudiziario non è ancora terminata. 

‘ Un arresto ingiustificato sotto molti punti di vista-ha spiegato Williams qualche tempo dopo in una lettera al The Washington Post-ma durante la situazione ho cercato di mantenere la calma perchè sapevo che non avevo fatto niente di male e non dovevo arrabbiarmi troppo violentemente. Certo mi ha sorpreso che una tecnologia così difettosa mi abbia reso colpevole di un delitto che non avevo commesso’.

Sono anni che la polizia americana usa il sistema di riconoscimento facciale che molti studi accademici e lo stesso Governo hanno riconosciuto avere margini di errori soprattutto quando verificano persone di pelle nera rispetto a persone di pelle bianca. Probabilmente per la mancanza di immagini utilizzate per sviluppare la base dei dati.

Sta di fatto che nell’evento in questione le immagini della videocamera del negozio avevano registrato una persona di colore che rubava un orologio di 3800 dollari. Le immagini valutate sia dalla Polizia di Detroit che da quella statale del Michigan hanno di fatto riconosciuto colpevole un innocente solo perchè la macchina di RF, erroneamente, le aveva equiparate ad una vecchia foto da patente di Williams.

E anche in questo caso la polizia si è difesa, peggiorando l’accaduto, sostenendo che l’arresto non si era basato solo sul riconoscimento facciale ma su un’accurata revisione del video e interviste a testimoni. 

In ogni caso l’Associazione dei diritti civili del Michigan (ACLU) ha presentato una richiesta ufficiale affinché venga cancellato completamente il legame tra il caso e Robert Williams sia tolto dal casellario giudiziario. 

Da parte loro Amazon, IBM e Microsoft hanno annunciato che sospenderanno la vendita alla polizia di queste macchine. Un bel gesto ma solo simbolico dato che i dipartimenti usano tecnologie preparate da piccole imprese.

Certo è che questo accadimento è un altro pezzo incandescente che viene gettato in una pentola a pressione che ad ogni momento rischia di far ripartire nel Paese le esplosioni di violenza accadute dopo la morte di George Floyd.

 

 

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