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Esteri
Usa, Joe Biden e Donald Trump le priorità per l’economia americana
Joe Biden e Donald Trump si apprestano a sfidarsi in un attesissimo duello televisivo per la conquista della Casa Bianca (foto: La Presse)

E’ evidente che le differenze tra democratici e repubblicani su come gestire l’economia americana, soprattutto in una fase così complessa, sono molteplici. Vediamo allora quali sono attraverso le promesse fatte nelle rispettive campagne elettorali.

Le priorità in economia di Joe Biden

Il piano "Made in America" ​​di Biden rappresenta l' alternativa economica nazionalista alla politica di Trump "America First". Gli investimenti andrebbero verso aziende statunitensi che siano in grado di produrre in settori dell'energia pulita, automobili, medicina, biotecnologia, telecomunicazioni e intelligenza artificiale.Il dem intende aumentare gli investimenti su prodotti e aziende made in USA. 400 miliardi di dollari negli acquisti e 300 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo. L’obiettivo è creare 5 milioni di nuovi posti di lavoro.

Modificare le agevolazioni fiscali messe in atto da Trump sulle società e sostenere un salario minimo più elevato a 15 dollari con maggiori benefici per i lavoratori a reddito medio e basso. Tra questi un congedo per malattia retribuito universale e 12 settimane di congedo familiare e medico retribuito. Biden prevede di diversificare le industrie manifatturiere e quelle dell'innovazione garantendo "investimenti storici" nelle comunità di colore, nelle città e nelle zone rurali.

Biden inoltre intende abolire i tagli alle imposte sulle società approvati nel 2017, promettendo di aumentare l'aliquota dell'imposta sulle società dal 21% al 28%. Il tutto farebbe parte di un pacchetto fiscale da $ 4 trilioni che non toccherebbe le imposte sulle persone che guadagnano meno di $ 400.000.

Le priorità in economia di Donald Trump

Il repubblicano vuole creare 10 milioni di posti di lavoro in 10 mesi e 1 milione di piccole nuove imprese. Trump vuole spingere le società americane che esternalizzano posti di lavoro in Cina a creare negli Stati Uniti 1 milione di nuovi posti di lavoro interni.

Il Presidente sostiene l'adozione di ulteriori tagli fiscali e l'espansione delle agevolazioni fiscali delle zone cosiddette ‘franche’, sebbene non venga data una stima del valore. Vengono poi ripresi gli obiettivi della prima campagna elettorale che garantirebbero crediti d'imposta alle aziende che realizzino prodotti americani. Si continuerà a portare avanti 'accordi di commercio equo che proteggano i posti di lavoro americani'. Ci saranno agevolazioni fiscali soprattutto per quelle aziende, farmaceutiche e robotiche, che attualmente esternalizzano il lavoro.

Ma su questi piani in particolare non ci sono dettagli, salvo il fatto di essere stati inseriti nell’agenda delle 'cose da fare’.

La Casa Bianca inoltre con Trump non darà contratti federali alle aziende che continuano a fabbricare prodotti in Cina.Il Presidente ha firmato un ordine esecutivo in agosto che incentiva le agenzie federali a procurarsi i loro posti di lavoro a livello nazionale invece di esternalizzarli. Sono stati firmati diversi ordini esecutivi in questo senso volti a incrementare la produzione interna, ma gli avversari affermano che sono state trovate molte scappatoie che hanno permesso alle agenzie governative di aggirare queste disposizioni "made in America”.

Il 3 novembre prevarrà il ‘Made in America’ di Joe Biden o il ‘MAGA’ Make America Great Again di Donald Trump? I sondaggi dicono ancora Biden ma cosa diranno gli americani?

 

 

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