Esteri
Gli Usa diventano autarchici: Joe Biden è una copia sbiadita di Donald Trump

Per la sicurezza nazionale statunitense il "consenso di Washington" a favore delle politiche economiche neoliberiste è morto: addio al libero scambio
Per decenni, Washington ha denunciato i sussidi industriali di Pechino e le restrizioni agli investimenti esteri, mentre intimidiva le nazioni in via di sviluppo affinché liberalizzassero le proprie economie. Ma ora sta facendo la stessa cosa in patria. I sussidi statunitensi rendono più difficile per le nazioni meno ricche sviluppare le proprie industrie competitive, costringendole anche a fare una dura scelta geopolitica. Negli ultimi decenni, il commercio aperto ha sollevato dalla povertà centinaia di milioni di persone nel Sud del mondo. È anche uno strumento chiave per rafforzare i partenariati che potrebbero contribuire a plasmare il comportamento economico e geopolitico della Cina, come avrebbe dovuto fare la Trans-Pacific Partnership, che gli Stati Uniti hanno abbandonato.
Dopo anni passati ad esportare in giro per il mondo il loro modello di capitalismo, gli Usa hanno capito che questo è entrato profondamente in crisi, e che per competere con il modello di capitalismo di stato cinese, devono cambiare politica ed atteggiamento e diventare più autarchici. La fine della guerra fredda aveva portato al globalismo sfrenato. Ma lo strapotere cinese ha aperto un nuovo fronte di quella fase ed inevitabilmente la reazione non può che essere quella di una nuova chiusura da parte degli Usa verso il mondo. Al contrario invece di quella che sembra essere la politica espansiva del suo rivale cinese. Solo il tempo forse ci dirà se quale delle due scelte può essere quella vincente.