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Esteri
USA, l’occupazione americana stenta a riprendersi con l’aumento dei contagi

L’economia americana ha recuperato a luglio quasi 2 milioni di posti di lavoro. E’ sempre forte il rallentamento ma è stato fatto un piccolo passo rispetto ai 13 milioni di occupati persi durante il lockdown. E si parla solo di occupati ufficiali perchè i non ufficiali potrebbero essere anche di più. E’ questo il terzo mese consecutivo in cui si vede un lieve recupero dopo una primavera che ha decimato i posti di lavoro. Ma l’occupazione, pur in crescita, ha recuperato soltanto 4,8 milioni di posti di lavoro. 

Secondo le stime del Dipartimento del Lavoro il tasso di disoccupazione è al 10,2%. Solo per avere un paragone con il livello di disastro in cui è, basta ricordare che, nella Grande Depressione del ’29, gli inoccupati erano il 10%.

Dall’inizio della pandemia il Governo ha faticato ad identificare l’enorme numero di persone rimaste senza lavoro. In parte perchè le stesse persone non si ritenevano pienamente disoccupate ma soltanto sospese. I numeri ufficiali uscivano soltanto dalle richieste di sussidi di disoccupazione.

La riapertura dell’economia e il parallelo risorgere di casi di infezione in molti Stati, unitamente alle difficoltà di imprese e privati a corto di aiuti federali, hanno creato una situazione di cortocircuito, praticamente unica e drammatica, per il mercato del lavoro.

Un’indagine della Cornell University ha mostrato come il 31% dei lavoratori, riassunti alla riapertura, hanno perso il lavoro per la seconda volta in concomitanza all’aumento dei casi. Ad un altro 26% è stato detto che potrebbero essere licenziati di nuovo. La Federal Reserve della Banca di St.Louis ha detto che la ripresa dell’occupazione è stata molto più debole negli Stati che hanno visto un aumento dei contagi. Fra questi California in primis, poi Florida, Texas e Arizona.

In questa delicata situazione il Congresso continua a discutere (anche se molti osservatori dicono che l’accordo sia stato raggiunto) sulla proroga agli aiuti (scaduti a fine luglio) per i lavoratori disoccupati e le piccole attività commerciali. Da una parte i democratici che vogliono soltanto mantenere il pacchetto identico al precedente con 600 dollari settimanali e proroga ai mutui in difficoltà fino a fine anno. Dall'altra i repubblicani che invece chiedono di abbassare la quota a carico dello Stato a 200 dollari con aiuti fiscali per le piccole attività. Molto probabilmente l’accordo verrà firmato sulla base di 400 dollari settimanali e i medesimi aiuti sui mutui. Molti economisti ed imprenditori ritengono che aiuti troppo significativi possano disincentivare la gente a cercarsi un lavoro. Certo che 2400 dollari mensili più il sostegno di disoccupazione sono una cifra che potrebbe non stimolare la gente ad uscire di casa a cercarsi un lavoro e l’economia americana, abituata a correre, rimarrebbe ‘impantanata' alla ricerca di manodopera.

D’altro canto nessuno puo’ vantare un’esperienza significativa in una similare crisi come quella che stiamo vivendo. Non servono modelli matematici ma buonsenso per permettere alla gran parte degli americani di respirare, in attesa di tornare a vivere.   

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