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Esteri
Usa, la Florida è la madre di tutte le battaglie per la vittoria.

E’ la madre di tutte le battaglie per le elezioni americane quella che si sta combattendo a 1400 km di distanza da Washington, in Florida. Lo Stato del Sole ha 20 milioni di abitanti, molti ispanici, cubani, portorichegni,caraibici e anche tanti bianchi, ricchi pensionati che si godono le pensioni o i soldi guadagnati a New York sulle spiagge di Palm Beach, Fort Lauderdale, Miami e Pompano. Al sole a guardare ( prima della pandemia) le numerose crociere che giornalmente arrivano e partono da lì.

Una Regione molto eterogenea dal punto di vista morfologico con un’incredibile quantità di laghi tanti quanti sono le mille idee politiche espresse dai residenti che, con i loro 29 delegati sul totale dei 270, hanno un peso importante. Nel 2016 Trump vinse per una manciata di voti (circa 100000) e ad oggi i sondaggi raccontano di un testa a testa tra i due contendenti. 

Molti sono stati i viaggi del dem e del repubblicano in Florida ma l’atmosfera che si respira è dura, la gente è divisa e c’è tanta rabbia. Il profilo medio dei votanti ‘floridiensi’ è sempre stato repubblicano, dai ricchi imprenditori in pensione fino alla larga comunità cubana il voto è quasi sempre andato ai conservatori. Dal 1994 non viene eletto un senatore democratico. In tutto lo Stato sono registrati 5,3 milioni di persone come democratici e 5,1 milioni come repubblicani. Però secondo alcuni sondaggi il divario si sta restringendo. 

Ma un qualcosa di nuovo in queste elezioni sta succedendo ed è la mobilitazione dei giovani. Tradizionalmente poco interessati alla politica e apatici, questa volta, mobilitati attraverso la rete sociale, i giovani stanno cominciando a votare e in maniera massiccia. In questo ultimo fine settimana 257000 giovani tra i 18 e i 29 anni hanno votato , una partecipazione sei volte maggiore di quella del 2016. 

Un’altra diversità, rispetto a quattro anni fa, è l’aumento della popolazione di origini latine. Oggi un votante su 10 è ispanico e questo gruppo oggi è più che mai chiave per il risultato elettorale nello Stato. Fino ad ora si sono registrati al voto 2,5 milioni di ispanici, mezzo milione in più rispetto al 2016. Biden ha cambiato messaggio a seconda dei diversi gruppi etnici mentre Trump si è limitato ad evidenziare il rischio di votare un Presidente socialista come Biden.

Il Presidente ha consolidato una buona base elettorale facendo riferimento alla diaspora cubana e venezuelana. Secondo l’Università Internazionale della Florida sei cubani su dieci voterebbero il repubblicano. I messaggi di Trump descrivono i democratici come alleati dei regimi castristi e chavisti e persino minacciano che Biden potrebbe imporre in America un sistema di Governo come quello cubano o venezuelano. E non è difficile incontrare nelle strade di Miami simpatizzanti repubblicani gridare ’Socialism-Distancing’. 

Fra le voci dei cubani di Miami spesso si sente che ’il Presidente sta facendo un enorme sforzo per far arrivare presto il vaccino e tutti i democratici sono amici del regime di Maduro'.

Nel 2016 Trump vinse con poco margine su Hillary Clinton e da quel momento Trump ha messo la sua residenza a Palm Beach.

La distanza tra i due avversari è ora di solo un punto e mezzo a favore di Biden ma la forchetta si stringe ogni giorno di più. I temi di Biden in Florida hanno continuato a toccare l’economia e la pandemia. Sull’economia è facile attaccare, basta vedere il porto di Miami vuoto di navi da crociera e di croceristi come pure sulla gestione della pandemia da parte del tycoon. 

Unica sostanziale differenza è che Biden potrebbe anche perdere la Florida mentre Trump non puo’ permettersi di farlo, i sondaggi non glielo permettono.

 

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