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Usa, rivolta pro-Trump a Washington. Scontri al Congresso. Quattro morti

Usa, rivolta pro-Trump a Washington. Scontri al Congresso. Quattro morti

Caos a Washington, dove gruppi di manifestanti pro Donald Trump hanno fatto irruzione, alcuni armati, all'interno del complesso di Capitol Hill, dove il Congresso era riunito per certificare l'elezione di Joe Biden. Quattro persone hanno perso la vita nelle proteste a Capitol Hill dei sostenitori di Donald Trump contro la certificazione della vittoria di Joe Biden. Lo ha reso noto la polizia di Washington Dc. Tra questi, c'è anche una sostenitrice di Trump, la donna è stata colpita una pallottola al petto. Si tratta di Ashli Babbit. Lo ha confermato la famiglia. Il capo della polizia metropolitana di Washington Dc, Robert J. Contee, ha precisato che gli arresti sono stati 52 e che hanno partecipato alle marcia di Washington "Save America" circa 45.000 persone.

Senatori e deputati, così come il vice presidente Mike Pence, sono stati fatti uscire dall'aula, dopo avere ricevuto dagli addetti alla sicurezza l'ordine di indossare maschere antigas. I manifestanti hanno tentato di fare irruzione nell'aula della Camera dei Rappresentanti. All'ingresso della Camera, come ha riferito Fox News, sono avvenuti scontri con armi da fuoco tra membri della sicurezza e manifestanti pro Trump. All'esterno del complesso, come ha riportato la Cnn, una donna è rimasta ferita gravemente al torace da proiettili. Anche diversi agenti di polizia sono rimasti feriti e almeno uno dei poliziotti è stato ricoverato in ospedale.

La Capitol Police, la forza di polizia di Washington addetta alla sicurezza di Capitol Hill, ha chiesto rinforzi, dopo essere stata sopraffatta dai manifestanti. Fonti della Cnn hanno riferito inoltre che numerosi dispositivi sospetti sono stati trovati all'interno del complesso e due edifici sono stati evacuati a seguito del ritrovamento di un pacco sospetto.

La Commissione giudiziaria della Camera Usa ha chiesto al vicepresidente Mike Pence di invocare il 25/mo emendamento per rimuovere il presidente uscente degli Stati Uniti Donald Trump dalla Casa Bianca, dopo l’assalto al Capitol Hill e a due settimane dall’insediamento del presidente eletto Joe Biden. E’ quanto fa sapere sul suo profilo Twitter il deputato democratico David Cicilline; la lettera è stata firmata anche da altri 18 parlamentari. Vi si legge che il presidente Trump “ha confermato di non essere mentalmente sano e ancora incapace di accettare i risultati delle elezioni del 2020”. “Per il bene della democrazia – hanno scritto i deputati a Pence – vi esortiamo con forza a invocare il 25/mo emendamento e iniziare il processo di rimozione del presidente Trump: ha dimostrato più volte di non essere adatto a proteggere la nostra democrazia e a svolgere i suoi compiti”.

Usa: il colpo letale per la trumpiana da un'altra prospettiva

 

USA: POLIZIA, 52 ARRESTI PER ASSALTO A CONGRESSO

Sono 52 le persone arrestate per aver partecipato all'assalto al Congresso a Washington organizzato dai sostenitori di Donald Trump. Lo ha reso noto il capo della polizia di Washington Robert Contee nel corso di una conferenza stampa precisando che tra gli arrestati, 4 lo sono stati perché in possesso di pistole, uno per possesso di arma proibita, 47 per violazione del coprifuoco e ingresso illegale al Congresso. Lo riporta la Cnn.  

 

Usa: proteste anche in Georgia, assedio al palazzo del governo

Anche il palazzo del Congresso della Georgia e' sotto assedio. Secondo quanto riferito dai media americani, un gruppo di sostenitori pro-Trump si e' radunato nei pressi dell'edificio, costringendo l'evacuazione del segretario di stato Brad Raffensberger e del suo staff.  

Usa 2020: Trump, elezione rubata ma ora a casa, serve pace

"Capisco il vostro dolore, so che state male, abbiamo avuto un'elezione che ci e' stata rubata. Tutti lo sanno, soprattutto l'altra parte, ma ora dovete andare a casa. Serve pace. Serve legge e ordine". E' l'appello in un video pubblicato sui social del presidente Donald Trump ai sostenitori che hanno fatto irruzione al Congresso per impedire la certificazione della vittoria di Joe Biden.

Trump, appello ai manifestanti e attacco a Pence

"Per favore sostenete la nostra polizia e le forze dell'ordine. Sono dalla parte del nostro paese. Mantenete un atteggiamento pacifico!". E' il tweet con cui Donald Trump si rivolge ai manifestanti che hanno fatto irruzione nel Congresso. Il presidente uscente, in un altro cinguettio, punta il dito contro il vicepresidente Mike Pence, colpevole di non agire per favorire una nuova certificazione dei voti espressi nelle elezioni di novembre. "Mike Pence non ha avuto il coraggio di fare quello che avrebbe dovuto per proteggere il nostro paese e la nostra Costituzione", scrive Trump. Il vicepresidente avrebbe dovuto "dare agli stati la possibilità di certificare i fatti per come si sono svolti, non gli eventi fraudolenti e inaccurati. Gli Usa chiedono verità".

Elezioni Usa, Pence: "Non posso decidere conteggio voti"

 Il vice presidente degli Stati Uniti Mike Pence, sollecitato ancora oggi da Trump ad avere "coraggio estremo" in occasione della certificazione dell'esito delle elezioni da parte del Congresso -sospesa poi per l'irruzione di manifestanti nel complesso- ha scritto una lettera a deputati e senatori per chiarire il suo ruolo. "La mia valutazione - ha scritto - è che il giuramento fatto di sostenere e difendere la Costituzione mi impedisce di rivendicare l'autorità unilaterale di determinare quali voti elettorali debbano essere contati e quali no".

Elezioni Usa, Obama: "La storia ricorderà la violenza di oggi, incitata da un presidente in carica"

"La storia ricorderà a ragione la violenza di oggi al Campidoglio, incitata da un presidente in carica che ha continuato a mentire senza fondamento sul risultato di un'elezione legittima, come un momento di grande disonore e vergogna per la nostra nazione. Ma ci staremmo prendendo in giro se la considerassimo una totale sorpresa". Lo scrive in una nota l'ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.    "Per due mesi un partito politico e il sistema mediatico che lo accompagnava non ha spesso voluto dire ai suoi seguaci la verità - che questa non era un'elezione particolarmente sul filo di lana e che ci sarà l'inaugurazione di Joe Biden il 20 gennaio", prosegue Obama, "questa narrazione di fantasia si è allontanata sempre più dalla realtà ed è costruita sulla semina di anni di risentimento. Ora ne stiamo vedendo le conseguenze, avvolte in un violento crescendo".

 

Usa 2020: Pence, violenza si fermi subito, nessuna tolleranza

"La violenza e la distruzione che stanno avvenendo al Campidoglio Usa devono fermarsi e devono fermarsi ora". Lo scrive su Twitter il vicepresidente Usa, Mike Pence. "Tutti coloro coinvolti devono rispettare gli agenti delle forze dell'ordine e lasciare subito l'edificio", scrive Pence, "la protesta pacifica e' diritto di ogni americano ma questo attacco al nostro Campidoglio non sara' tollerato e le persone coinvolte saranno perseguite al livello massimo consentito dalla legge".  

Usa 2020: Pelosi e McConnell chiedono a Trump fermare proteste

I leader di Camera e Senato, la democratica Nancy Pelosi e il repubblicano Mitch McConnell chiedono a Donald Trump di fermare le proteste, esortando i suoi sostenitori a lasciare Capitol Hill dove hanno fatto irruzione. Trump ha ordinato il dispiegamento della guardia nazionale e ha esortato alla calma via Twitter.

Usa 2020: cosa succedeva prima dell'irruzione

Quando i supporter di Donald Trump hanno forzato il blocco della polizia e invaso l'atrio e poi le stanze di Capital Hill, il Congresso americano era riunito in seduta plenaria per certificare l'elezione di Joe Biden alla Casa Bianca. La sessione congiunta del Congresso si era riunita da poco a Washington per contare i voti presidenziali dei singoli Stati. Gia' molti si aspettavano che l'operazione sarebbe durata piu' del previsto dopo che nei giorni scorsi alcuni eletti repubblicani avevano preannunciato di voler mettere in discussione la vittoria del presidente eletto democratico, Joe Biden, in almeno sei Stati Usa. Nessuno poteva aspettarsi un'irruzione dalle conseguenze imprevedibili.

- UN INEDITO

Era gia' la prima volta che un passaggio considerato di routine nel percorso verso l'insediamento di un presidente rischiava di diventare meno scontato. La stampa americana ha ricordato che questa battaglia per mettere in discussione la vittoria di un presidente non ha precedenti "dai tempi della guerra civile". Ma cosa doveva succedere durante la sessione in corso fino a qualche ora fa prima dell'irruzione dei manifestanti pro Trump? La riunione di oggi al Congresso e' prevista dalla Costituzione come passaggio finale per certificare la vittoria di Biden, che e' stato ufficialmente eletto dal Collegio elettorale a dicembre.

- APERTURA CERTIFICATI SIGILLATI

Secondo la legge federale, il Congresso deve aprire i certificati sigillati di ogni Stato che contengono il risultato dei rispettivi voti elettorali. I voti vengono portati in aula in speciali scatole di legno (mogano) usate per l'occasione. I rappresentanti dei due partiti nelle due Camere leggono i risultati ad alta voce e fanno un conteggio ufficiale. Il presidente del Senato, il vicepresidente Mike Pence, presiede la sessione e dichiara il vincitore. Nelle ultime immagini circolate in rete, un manifestante si sarebbe seduto al suo posto in uno dei momenti piu' accesi della protesta. Secondo la Costituzione, in caso di parita', la Camera decide la presidenza, con ogni delegazione del Congresso con un voto. Non accade dal 1800 e la vittoria elettorale di Biden su Trump ha avuto un ampio margine di grandi elettori, 306 contro 232.

- COME SI SVOLGE LA SESSIONE?

La riunione per il conteggio dei voti inizia alle 13, le 19 in Italia. E a quell'ora e' iniziata. Il vicepresidente Pence avrebbe dovuto guidare la riunione. Il presidente poi avrebbe dovuto aprire e presentare i certificati delle votazioni elettorali in ordine alfabetico degli Stati. A quel punto gli "scrutatori" nominati dalla Camera e dal Senato, membri dei due partiti, avrebbero dovuto leggere quindi ad alta voce ogni certificato, registrando e contando i voti. Alla fine, il presidente avrebbe dovuto annunciare chi ha ottenuto la maggioranza dei voti sia per il presidente che per il vicepresidente.

 

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