Toscana, il vino buono si fa anche a Pistoia: #iloveptwine conquista Milano
Fattoria Betti e Fattoria Casalbosco uniscono le forze con l'obiettivo di promuovere il territorio pistoiese. Un'idea coraggiosa. E che funziona
Si dice sempre che l'Italia è il Paese dei campanili. Un Paese dove è difficile "fare rete" perché il proprio vicino è sempre visto come avversario. Sarà anche vero, ma da Pistoia arrivano due produttori che provano a dimostrare che esiste anche una strada diversa. Si tratta di Fattoria Betti e di Fattoria Casalbosco, due produttori che girano insieme l'Italia (e il mondo, visto che sono stati anche negli Stati Uniti) per promuovere Pistoia: i suoi vini, certo, ma anche il suo territorio. Due cantine diverse che propongono vini dalle caratteristiche differenti, tanto che le si potrebbe definire come le "Sparta" e "Atene" della produzione pistoiese, ma che hanno sapientemente deciso di fare squadra per puntare i fari su una città, un territorio, e dunque una produzione, spesso dimenticati o trascurati all'interno della Toscana.
Pistoia non è certo la prima città che viene in mente quando si pensa alla Toscana. Firenze, Pisa, Siena e non solo vengono prima. Eppure, in un mondo e in un mercato alla continua ricerca della qualità, è proprio dalle città come Pistoia che l'Italia dovrebbe ripartire. Una piccola perla di arte e cultura in una posizione geografica più che vantaggiosa. Quella diversità che tanti paesi stranieri ci invidiano e che eppure non è sempre adeguatamente valorizzata. Fattoria Betti e Fattoria Casalbosco stanno provando con coraggio a cambiare la tendenza anche attraverso il lancio di un hashtag, #iloveptwine, che sta finalmente diventando un trend in città e non solo.
Con questo spirito le due cantine sono arrivate a Milano, dove al ristorante A Casa Eatery hanno presentato alla stampa otto vini, quattro ciascuno. Guido Betti ed Eleonora Ciardi, i direttori commerciali di Fattoria Betti e Fattoria Casalbosco, hanno presentato i loro vini a coppie, sfatando molti miti ed esaltando le differenze, vissute come un punto di forza all'interno di un progetto comune.
La Fattoria Betti è nata agli inizi del '900 e sorge all'interno di una villa medicea nel territorio di Montalbano. Le vigne della Fattoria Betti crescono in un terreno argilloso posto a 150-200 metri sul livello del mare e in prevalenza sono Sangiovese, Cabernet, Merlot, Trebbiano, Chardonnay Canaiolo Nero. La Fattoria produce anche olio ma il fiore all'occhiello sono i vini, che conservano una forte tradizione e che vengono prodotti in un numero limitato di bottiglie. "Ci interessa la qualità e non la quantità", sottolinea Guido Betti, che ha presentato per primo un Bianco di Toscana Igt Creto de' Betti (Chardonnay 70%, Trebbiano 30%), abbinato al Casalbosco Dorato Igt (Chardonnay 90%, Sauvignon 10%).
La Fattoria Casalbosco sorge invece nelle vallate tra Prato e Pistoia, con gli Appennini sullo sfondo. L’azienda vitivinicola è di proprietà della famiglia Becagli, attiva nel settore tessile e nel carbonio. La parola d'ordine qui è "innovazione" innestata sulla tradizione, concetto portato avanti con tenacia da Eleonora Ciardi. Un esempio della continua ricerca di "qualcosa di nuovo" è rappresentato dal nuovo Terrecotte, vinificato e conservato in anfore di Terracotta. Fattoria Casalbosco, che ha importanti dati di vendita sul mercato estero, Canada e Cina, in primis, è anche un resort, che offre ospitalità e accoglie eventi di diverso genere.
La seconda coppia di vini degustati a Milano sono stati il Chianti Montalbano Docg (Sangiovese 90%, Canaiolo e Colorino 10%) di Fattoria Betti e il Casalbosco Chianti Riserva Docg (Sangiovese 90%, 10% Merlot). Da una parte un rosso rubino intenso dotato di una più che piacevole acidità e dall'altra un rosso quasi porpora profumato e con un'ottima persistenza. E' stato poi il turno del Rosso di Toscana Igt Prunideo (Sangiovese 90%, Cabernet Sauvignon 10%) di Fattoria Betti dell'Igt Orchidea (Cabernet Sauvignon e Merlot al 50%) di Fattoria Casalbosco, entrambi perfetti per accompagnare carni e stufati. Chiusura in bellezza con il Vinsanto Doc (Trebbiano in purezza) di Casalbosco, perfetto abbinamento con il dolce, un tortino morbido ripieno di lamponi, e con il Rosè di Toscana Igt Caprone (100% Sangiovese), un rosato davvero importante che può essere accompagnato anche ad altri piatti non di dessert.
La sensazione, alla fine, è quella di aver scoperto un nuovo angolo d'Italia nel quale si possono scoprire grandi tesori. Sì, in Toscana c'è, eccome, anche Pistoia.
@LorenzoLamperti