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Premio Cucina Basca: l'italiano Alajmo tra i 20 finalisti


Sono stati nominati oggi i 20 finalisti del Basque Culinary World Prize, iniziativa ideata per rendere omaggio agli chef di tutto il mondo che si sono distinti per aver migliorato la società grazie ai loro progetti nel settore della gastronomia.

Il vincitore verrà annunciato il prossimo 11 luglio, in seguito alla selezione da parte di una giuria composta dai migliori chef del mondo e da esperti di rilievo internazionale di altre discipline legate alla cultura del cibo.  Chi risulterà vincitore riceverà 100.000 € da devolvere a un progetto o a un'istituzione a scelta che dimostri il ruolo sempre più ampio della gastronomia nella società.

Il Basque Culinary Prize è organizzato e promosso dal Basque Culinary Center (BCC), un'istituzione accademica all'avanguardia nel settore gastronomico, con il sostegno del Governo Basco e nell'ambito della Euskadi-Basque Country Strategy.

I 20 finalisti, tra cui figurano chef provenienti da Brasile, Canada, Cile, Colombia, Danimarca, Francia, India, Italia, Messico, Olanda, Sudafrica, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti e Venezuela, testimoniano ulteriormente la portata mondiale dell'iniziativa. I progetti sono relativi ad ambiti diversi, che vanno dall'innovazione alla formazione, dalla salute alla ricerca, dalla sostenibilità all'imprenditorialità sociale e alla filantropia, passando per la tutela delle culture locali.

Un'intera generazione di chef di livello internazionale ha ora affermato il proprio ruolo all'interno della società e ridefinito la propria professione aggiungendo al proprio bagaglio nuove abilità, una buona dose di creatività e innovazione, oltre a una spiccata attenzione alle tematiche sociali. Il Basque Culinary World Prize celebra proprio questa evoluzione.

I venti chef finalisti stanno proseguendo il lavoro di un gruppo all'avanguardia che ha avviato questo movimento, del quale fanno parte, tra gli altri, anche Gaston Acurio, Ferran Adrià, Dan Barber, Heston Blumenthal, Massimo Bottura, Claus Mayer, Jamie Oliver, Rene Redzepi e Alice Waters.

Il Premio verrà consegnato presso il Basque Culinary Center (BCC) di San Sebastian, un'istituzione accademica di prim'ordine a livello mondiale nel settore della gastronomia. Il Premio è organizzato e promosso dal BCC, in sinergia con il Governo Basco e nell'ambito della Euskadi-Basque Country Strategy.

Elena Arzak, Presidente della commissione del premio, ha dichiarato:

"È stato davvero entusiasmante vedere questi chef che, forti dello spirito della nostra professione, promuovono il cambiamento o partecipano a importanti progetti per contribuire a migliorare la società in modi così diversi.  Si tratta di qualcosa che, fino a qualche anno fa, non avremmo nemmeno potuto immaginare: sono davvero orgogliosa dei miei colleghi".


Joxe Mari Aizega, Direttore del Basque Culinary Centre, commenta così:

"Siamo molto colpiti dalla diversità di background e dal calibro dei 20 finalisti: stanno dando infatti concreta dimostrazione del cambiamento positivo di cui anche gli chef possono essere protagonisti, quando si fanno portavoce e si impegnano per una causa di interesse sociale. Le loro storie saranno sicuramente di ispirazione per i colleghi di tutto il mondo, ed è proprio questo il fine ultimo del Premio. Per la Giuria scegliere un vincitore quest'estate sarà una sfida difficile e allo stesso tempo entusiasmante".

 I 20 finalisti sono:

Alberto Crisci (Regno Unito), Alicia Gironella (Messico), Ángel León (Spagna), Ann Cooper (Stati Uniti), Carlos Zamora (Spagna), Daniel Boulud (Francia/Stati Uniti), David Hertz (Brasile), Gabriel Garza (Messico), Jessamyn Rodriguez (Canada/Stati Uniti), José Andrés (Spagna/Stati Uniti), Joshna Maharaj (Sudafrica/Canada), Leonor Espinosa (Colombia), Manoela Buffara (Brasile), Margot Janse (Olanda), Maria Fernanda Di Giacobbe (Venezuela), Massimiliano Alajmo (Italia), Nani Moré (Spagna), Rodolfo Guzmán, (Cile), Teresa Corçao (Brasile). Oltre a Kamilla Seidler (Danimarca) e Michelangelo Cestari (Venezuela), che hanno ricevuto la stessa nomination per il lavoro che stanno svolgendo in tandem (FOTO: http://linkedin.us13.list-manage.com/track/click?u=3609e05fe399c0d00361cadf2&id=7d269fb2d1&e=c1dc56e1c4)


•       Alberto Crisci, Regno Unito: l'organizzazione benefica di Crisci, "The Clink", gestisce una serie di raffinati ristoranti all'interno di quattro carceri inglesi, dove i detenuti imparano a cucinare e a servire, acquisendo così qualifiche professionali che li aiuteranno a trovare lavoro quando riacquisteranno la libertà - il tutto con l'obiettivo di ridurre la recidiva.

•       Alicia Gironella, Messico:  Gironella è un'attivista impegnata nel settore dello slow food che partecipa a progetti quali Semillatón, nato con l'obiettivo di tutelare i semi di cereali tipici del Messico e scongiurare il rischio di estinzione delle specie locali. I semi vengono conservati in apposite banche e distribuiti ai contadini della Sierra Tarahumara affinché possano essere coltivati.

•       Angel León, Spagna/Stati Uniti:  lo chef Angel León è noto per l'approccio provocatorio all'innovazione culinaria che caratterizza il suo ristorante, l'Aponiente.  Appassionato di ricerca, ha esplorato il potenziale degli oceani come fonte di cibo e sta documentando il suo sapere creando nuove interessanti opportunità per le generazioni future.

•       Ann Cooper, Stati Uniti:  la Fondazione della chef Ann Cooper dona alle scuole gli strumenti e le risorse per offrire agli studenti pasti freschi e cucinati sul momento, nell'intento di evitare i prodotti confezionati e sottoposti a numerosi processi industriali. La Fondazione si prefigge in questo modo di contribuire alla riduzione del tasso di obesità infantile negli Stati Uniti.

•       Carlos Zamora, Spagna: lo chef spagnolo si è costruito un'ottima reputazione nel campo della ristorazione responsabile e sostenibile e nell'applicare gli stessi criteri alla gestione del proprio team , attorno al quale ha sviluppato solide reti di collaborazione con produttori del biologico. Zamora sostiene anche iniziative sociali come Depersonas, che offre opportunità di formazione e lavoro a giovani con disturbi dell'apprendimento.

•       Daniel Boulud, Francia/Stati Uniti: lo chef francese Daniel Boulud è condirettore di una fondazione benefica newyorchese, la CityMeals on Wheels, che si occupa di distribuire pasti a persone anziane impossibilitate ad acquistare il cibo o a cucinare in autonomia. Boulud si occupa anche di "Chefs Deliver", un'iniziativa in cui chef di alto livello cucinano pasti gourmet per gli anziani costretti a casa.

•       David Hertz, Brasile: motivato a unirsi al movimento di gastronomia sociale già dieci anni fa, lo chef brasiliano David Hertz ha avviato Gastromotiva, per offrire opportunità di valore ai soggetti più vulnerabili delle favelas di Rio di Janeiro (poi anche di San Paolo, Bahia e ora di Città del Messico), grazie alla formazione alimentare e culinaria.

•       Gabriel Garza, Messico: traendo ispirazione dal suo impiego presso un centro per non vedenti, Garza , da solo, ha avviato il progetto Destellos de Sabor, per insegnare ai portatori di handicap visivi a cucinare in autonomia, aumentandone così l'indipendenza e l'autostima, oltre che il potenziale per un lavoro futuro.

•       Jessamyn Rodriguez, Canada/Stati Uniti: Jessamyn Rodriguez è canadese e vive ad Harlem. Si è distinta per aver creato Hot Bread Kitchen, un programma di formazione della durata di nove mesi dedicato alle immigrate a basso reddito, che insegna loro a diventare fornaie artigianali. Grazie allo sviluppo di una forza lavoro dipendente e a un incubatore aziendale, il programma aiuta uomini e donne a perfezionare le proprie capacità nel settore delle arti culinarie per consentire loro di guadagnare cifre dignitose e di raggiungere quindi l'indipendenza economica.

•       José Andrés, Spagna: in seguito al devastante uragano Katrina abbattutosi su Haiti, José Andrés ha avviato l'iniziativa Word Central Kitchen, per utilizzare l'esperienza della sua rete di chef con l'obiettivo di aiutare la popolazione locale con fornelli da cucina e corsi di formazione sulla sicurezza alimentare e l'igiene. I programmi aggiuntivi includono interventi di educazione alimentare nelle scuole e formazione culinaria per i dipendenti del settore alberghiero locale.

•       Joshna Maharaj, India/Canada: la chef canadese Joshna Maharaj lavora con molti ospedali e istituzioni per aiutarli a fornire pasti di qualità più elevata ai pazienti e ai dipendenti. Nello specifico, Maharaj riprogetta tutti gli elementi della catena del cibo, dalla fattoria alla forchetta, a favore di pasti salutari, freschi e nutrienti.

•       Kamilla Seidler, Danimarca e Michelangelo Cestari, Venezuela: Seidler e Cestari sono stati scelti da Claus Meyer per portare il suo progetto Melting Pot in Bolivia, dove hanno aperto il ristorante Gustu che ora è anche una scuola di cucina. Il Gustu ha portato alla ribalta un paese prima sottovalutato, oltre a formare e favorire la crescita della popolazione locale ampliandone la conoscenza e la consapevolezza della propria tradizione culinaria.

•       Leonor Espinosa, Colombia: Leonor è la fondatrice di Funleo, un'organizzazione che mira a preservare le tradizioni alimentari colombiane e allo stesso tempo a promuovere le pratiche sostenibili e la produzione locale del cibo. Funleo si rivolge anche alle comunità indigene e di origine africana, per aiutarle a sviluppare e a presentare sul mercato le loro colture tradizionali e i loro ingredienti tipici.

•       Manoela (Manu) Buffara, Brasile: la chef brasiliana Manu Buffara è stata nominata per il suo lavoro a Ilha Rasa (Curitiba), dove combatte al fianco di 20 produttori per tutelare gli ingredienti tradizionali, i metodi di agricoltura locali e la biodiversità.  Si occupa anche di incoraggiare i locali a esplorare il potenziale della loro agricoltura.

•       Margot Janse, Olanda/Sudafrica: la chef olandese Margot Janse gestisce Isabelo, un'iniziativa che è partita da un semplice gesto: la donazione di nutrienti muffin ai bambini di 70 scuole a Franschhoek, in Sudafrica. Ora è diventata un vero e proprio programma in grado di fornire 1.300 pasti al giorno per le scuole locali.

•       Maria Fernanda Di Giacobbe, Venezuela: Maria ha creato un'intera catena di formazione, imprenditorialità e sviluppo economico attorno al cacao venezuelano. Grazie a Kakao e Cacao de Origen, sostiene i produttori locali con le risorse che occorrono loro per migliorare il loro prodotto. Aiuta anche le donne ad ottenere la formazione necessaria per diventare imprenditrici nel settore del cioccolato.

•       Massimiliano Alajmo, Italia: lo chef italiano Massimiliano Alajmo ha creato Il Gusto per la Ricerca con l'obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca relativa alle patologie neoplastiche infantili. Una recente iniziativa digitale, Tavoli trasparenti, vede coinvolti 300 ristoranti di alto livello nel sostenere la causa, devolvendo l'intero costo di quanto consumato se i clienti prenotano on-line.

•       Nani Moré, Spagna: Nani Moré è la fondatrice della Asociación de Comedores Ecológicos (Associazione delle Mense Ecologiche), in Catalogna (Spagna). Dirige documentari e campagne brevi per sensibilizzare sulla necessità di migliorare gli alimenti l'infanzia e ha lavorato con diverse istituzioni per dimostrare che è possibile preparare pasti freschi e nutrienti anche a basso costo: è importante che i bambini abbiano il buon cibo che meritano.

•       Rodolfo Guzman, Cile: Rodolfo Guzman, che rappresenta alla perfezione l'innovazione culinaria, adora scoprire ingredienti tipici da tutto il Cile: proprio da questi è partito per creare centinaia di nuovi piatti e sapori presso Conectaz, il suo centro  di ricerca a Boragó. Presso il centro lavora un team multidisciplinare che studia anche gli ingredienti con una prospettiva sul futuro della sicurezza alimentare e della sostenibilità.

•       Teresa Corçao, Brasile: Teresa Corçao è la fondatrice dell'Instituto Maniva, creato per sostenere l'agricoltura familiare biologica e una migliore alimentazione in tutta la società. La rete di ecochef Maniva è stata ideata nel 2009 per promuovere la cucina etica, oltre che per incoraggiare il diritto all'informazione lungo tutta la catena alimentare, dai produttori ai consumatori.


I 20 finalisti del Basque Culinary World Prize sono stati scelti da una commissione multidisciplinare che li ha incontrati dieci giorni fa a Vitoria (Spagna). La commissione era presieduta dalla nota chef basca Elena Arzak e comprendeva un gruppo internazionale di accademici esperti in diversi settori della cultura del cibo e della gastronomia.

Le richieste per partecipare al Premio sono arrivate da 30 Paesi di tutto il mondo, ma solo 110 chef sono stati nominati per progetti relativi agli ambiti più vari, dall'innovazione alla formazione, dalla salute alla ricerca, dalla sostenibilità all'imprenditorialità sociale e alla filantropia, passando per la difesa delle culture locali.  Per poter partecipare, gli chef dovevano essere stati nominati da un altro professionista del settore attualmente attivo nel mondo della gastronomia - per esempio, da un altro chef, da uno scrittore o da un fornitore, oppure da un ente istituzionale.

 Il vincitore sarà scelto tra i 20 finalisti dalla Giuria del Premio formata dai più influenti chef del mondo, tra cui lo spagnolo Juan Roca: Gastón Acurio (Perù), Ferran Adrià (Spagna), Alex Atala (Brasile), Dan Barber (Stati Uniti), Heston Blumenthal (Regno Unito), Massimo Bottura (Italia), Michel Bras (Francia), Dominique Crenn (Francia), Yukio Hattori (Giappone), Enrique Olvera (Messico), Yoshihiro Narisawa (Giappone) e René Redzepi (Danimarca)

La Giuria del Premio includerà anche esperti di primo piano di discipline affini, tra cui lo scienziato alimentare statunitense e scrittore Harold McGee; Massimo Montanari, professore di storia medievale presso l'Università degli Studi di Bologna e uno dei massimi esperti a livello mondiale in studi alimentari; la famosa scrittrice Laura Esquivel e Hilal Elver, Special Rapporteur per il diritto al cibo per l'Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (OHCHR).

 

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