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Alessandra Toschi: "Investire sulle energie rinnovabili? Un volano nella ripresa economica"
Alessandra Toschi

Secondo l’ultimo report “Renewable Energy Country Attractiveness Index” di EY –che classifica i migliori 40 paesi del mondo in base agli investimenti e alle opportunità di sviluppo nel settore delle rinnovabili – l’Italia si trova al diciassettesimo posto.Nell’analisi di EY, inoltre, emerge come più di un terzo della produzione di energia elettrica italiana derivi da fonti rinnovabili, con la produzione di energia solare in solida e rapida ascesa.

Non c’è dubbio che l’Italia abbia, al momento, un posizionamento distintivo in termini di competitività in questo settore, e che gli investimenti in “green energy” possano rappresentare un volano importante anche per la fase di ripresa post emergenza sanitaria. Ne abbiamo parlato con Alessandra Toschi, managing director di BayWa r.e. (Gruppo BayWa AG), global player nel settore della green energy, con una pipeline italiana di impianti eolici e fotovoltaici di oltre 800 MW per un investimento previsto superiore a 800 milioni di euro.

Come mai l’Italia ha questo posizionamento nel settore delle rinnovabili?
Ci sono sicuramente diverse chiavi di lettura.Innanzitutto, è un territorio contraddistinto da condizioni climatiche particolarmente favorevoli all’installazionee al buon funzionamentodi impianti eolici e solari. Grande rilevanza hanno anche gli obiettivi di decarbonizzazione a livello europeo, dove la produzione e l’uso dell’energia da fonti rinnovabili rappresentano una parte considerevole nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. In diversi paesi tra cui l’Italia per alcune fonti, si è raggiunta lagrid-parity, grazie a una diminuzione del prezzo del kWh prodotto, che ha spinto lo sviluppo e la realizzazione di impianti in assenza di incentivi. A questo si accompagna – in maniera pressoché inscindibile – lo sviluppo dei contratti di cessione dell’energia a lungo termine che vengono chiamati PPA, la cui elaborazione ha raggiunto un livello tale da poter consentire, se richiesto, il finanziamento bancario per i relativi progetti. Tali contratti possono avere diverse forme e possono essere stipulati tra il produttore di energia e il cliente finale oppure tra il produttore e un off-taker. Di certo, la riduzione dei prezzi dell’energia dovuta all’effetto Covid-19 ponesu questo sistema una serie di incertezze difficili da quantificare al momento.

Quale potrebbe essere il ruolo dell’energia rinnovabile nella futura ripresa post Covid-19 dell’Italia?
Credo sia giusto premettere che, prima dell’attuale emergenza sanitaria, sul mercato italiano si notavano obiettivi di crescita ambiziosi che riguardavano tutti gli operatori con prospettive di investimento di lungo e lunghissimo termine.L’investimento sull’energie rinnovabili può essere un volano significativo per la ripresa economica, riuscendo a far coesistere in maniera armonica gli obiettivi di decarbonizzazione del sistema energetico e il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, con nuove occasioni di business, incremento dei posti di lavoro e opportunità di reinventare la società. Perché, è bene ricordarlo, il tema del surriscaldamento globale non si è esaurito a causa dell’emergenza sanitaria, anche se il lockdown esteso a numerosi paesi ha migliorato temporaneamente la qualità dell’aria.È ancora presente e va affrontato con decisione il prima possibile, perché i prossimi dieci anni saranno cruciali. Tuttavia, non mancano le incognite.

Quali sarebbero?
L’emergenza coronavirus ha causato una situazione economica che ci fa prevedere vari scenari,su ognuno dei quali vige un grado massimo di incertezza. È difficile, se non impossibile, fare previsioni certe. Questo vale per tanti settori compreso il nostro, nel quale abbiamo assistito a un calo significativo della domanda elettrica. Nel campo energetico in senso ampio abbiamo assistito a un decremento importante del prezzo del petrolio, ma anche a una frenata degli investimenti nel settore minerario. Poi ci sono i timori legati apossibili nuove ondate della pandemia, che stanno creando scenari di incertezza in qualsiasi area di business e rendono difficile fare previsioni concrete di medio termine. È plausibile pensare che, la transizione energetica, avviata già in periodo pre-Covid-19, continuerà a offrire opportunità interessanti per associare la ripresa economica al raggiungimento degli obiettivi climatici prefissati

Cosa dovrebbe fare il sistema Italia in questo scenario?
Sono convinta che, anche dopo Covid-19, il mercato italiano abbia chance per rimanere ad alto potenziale, a patto che si lavori sulla semplificazione degli iter autorizzativi per i nuovi impianti.Ci sono molti progetti bloccati da tempo – in attesa di autorizzazione – senza un reale motivo, come esistono impianti che hanno ricevuto pareri negativi che sono stati ribaltati da sentenze del TAR o Consiglio di Stato, perché basati su una presa di posizione generica contro l’installazione di impianti da fonti rinnovabili. Snellire i procedimenti autorizzativi, dando tempi certi, è un’urgenza ormai improrogabile. C’è la necessità, inoltre, di procedure autorizzative certe per l’effettiva realizzazione degli investimenti, altrimenti i capitali stranieri sono meno incentivati a sviluppare piani di dimensioni rilevantiqui in Italia e il Paese perde in attrattività. 

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